Roma capoccia S.P.A.

Ora tremano. Sudano freddo, si giustificano, sbraitano, ammettono epocali sconfitte e si attestano preveggenze inascoltate, tutto sommato il solito teatrino che si scatena ad ogni cambio di guardia della struttura criminale che regge in piedi il Regime.

E così succede che mentre Roma agonizza seppellita da montagne di rifiuti, periferie in mano ad individui come Salvini e gentaglia simile, padri che istigano i figli ad uccidere a mani nude un povero cristo di pakistano che canta le Sura, i versetti del Corano, per farsi coraggio dopo aver perso casa e lavoro, mentre il Paese, il più corrotto d'Europa, si disfa pezzo dopo pezzo, Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, il peggiore che sia mai toccato in sorte a questo disgraziato paese, proprio in virtù dell'importanza che la sua carica istituzionale riveste per la democrazia, lancia un accorato e preoccupatissimo allarme sull'antipolitica, "patologia eversiva", niente di meno, nel silenzio assoluto dei palazzi del potere, i cui occupanti sono in tutt'altre faccende affaccendati, tutti presi a garantirsi un posto sulle scialuppe di salvataggio del prossimo nuovo Consiglio di amministrazione di Mafia Capitale.

Successe così anche per Mani Pulite, che visto con il senno di oggi appare semplicemente come uno dei tanti avvicendamenti di personale delle strutture criminali, a volercela dir tutta. Urla, strepiti, buoni propositi di redenzione, allarmi accorati e purghe che quelle di Stalin erano una roba da campi estivi per bambini la fecero da padrone nelle cronache nazionali ed internazionali, mentre intanto le nuove leve di Mafia S.P.A. si insediavano nei loro begli uffici nuovi di zecca approfittando del falso can can che politicanti, giornalisti untantoalkilo, bracci destri e portaborse ballavano disciplinati ed obbedienti.

Mi domando: sopravviveremo agli artigli che ci han già piantato nella schiena quelli che han preso il posto di Carminati, Buzzi e soci, o periremo prima per la gravissima piaga dell'antipolitica?