• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Roberto Saviano a "Che tempo che fa" e Gomorra supera i due milioni di (...)

Roberto Saviano a "Che tempo che fa" e Gomorra supera i due milioni di copie

Dopo Bocelli e De Andrè toccherà a Roberto Saviano essere l’ospite d’onore della puntata speciale di Che tempo che fa, il talk condotto da Fabio Fazio.
 
Saviano non ha bisogno di presentazioni, parlano per lui le sue parole che in più di due milioni di persone in Italia e altrettante nel mondo hanno letto, grazie al successo di Gomorra, tradotto in quasi 50 paesi e best seller in mezza Europa. Parlano per lui lo spettacolo teatrale scritto assieme a Mario Gelardi e il film tratto da libro e girato da Matteo Garrone vincitore, tra l’altro, del Gran Premio della giuria a Cannes.
 
Lo scrittore campano, che vive da due anni e mezzo sotto scorta, leggerà stasera un monologo sulla forza della parola scritta, sul pericolo di certe parole e la paura che mettono in campo; parole che sono state e sono la sua arma contro “il sistema” e soprattutto la sua voce per portare alla ribalta della cronaca questo problema, e lo farà assieme a Paul Auster, autore della Trilogia di new York e allo scrittore israeliano David Grossman, presenti in studio, mentre in collegamento ci saranno Misha Glenny, l’autore di McMafia, da Londra e Suketu Mehta, autore di Maximum City, da New York.
 
Troppo facile ora, a tre anni dall’uscita del libro, reclamare diritti, accusare di plagio uno scrittore che si è servito delle sue indagini e, ovviamente, delle fonti di cui si servono ogni giorno tanti cronisti campani. Non dimentichiamo che Saviano, prima di Gomorra, scriveva per testate locali come il Corriere del Mezzogiorno, collaborava con Il Manifesto (e con l’inserto di Napoli “Metrovie”), per uno dei principali siti di letteratura in Italia, Nazione Indiana, raccontava la Camorra in giro per l’Italia come quando, ancora sconosciuto alla maggioranza, attirò l’attenzione della platea riunitasi grazie a Nazione Indiana attorno al tema “Giornalismo e Verità”. Saviano non è nato con Gomorra, questo sia chiaro, ma quando non sei famoso, non vendi milioni di copie di un libro è facile darti una pacca sulla spalla e dire “Bravo! Hai fatto un buon lavoro” o al massimo ignorare e andare avanti. Nessuno diceva niente quando le minacce arrivavano quattro anni fa, quando lo aggredivano a Piazza Sannazzaro e lo minacciavano durante i processi, ben prima della Fatwa di Iovine e Bidognetti...
 
Invece di ringraziare Saviano per aver portato alla luce un problema che era sempre e solo nelle pagine locali – e questo non vuol dire che il cronista che vive nella strada ogni giorno sia da meno – invece di ringraziarlo o almeno di avere il buon senso di stare in silenzio, lo si accusa. Un silenzio verso la persona Saviano e non verso il libro, criticabile sempre - e ci mancherebbe! - e criticato in diverse occasioni. La critica più insopportabile, infatti, è quella verso la persona, verso un ragazzo di 29 anni (26 quando è uscito Gomorra), che da quando è uscito il libro vive una non vita – troppo facile pensare a un Saviano sempre attorniato da persone, quelli sono gli effetti distorti della tv – sempre circondato dalla scorta, mai libero di fare una passeggiata da solo, senza privacy...e per favore non veniteci a raccontare la storiella del “Se l’è cercata”, una storiella che non sta né in cielo né in terra, utile solo per giustificare il proprio menefreghismo. Qual è la colpa di Saviano? Cerchiamo ancora una risposta. Quella di aver parlato, di aver fatto i nomi, di essersi servito di documenti che erano pubblici e di cui si servivano anche altri giornalisti? Perché quando due giornali locali scrivono articoli simili sugli stessi argomenti non li si accusa di plagio? Perché quando due giornali si servono delle stesse agenzie non si dice niente?
 
Insomma godiamoci Saviano, le sue parole e le sue testimonianze che, per fortuna, travalicano le nazioni, le lingue e le culture e sono più forti di tutto, soprattutto di chi muore d’invidia.

Commenti all'articolo

  • Di antonio (---.---.---.176) 25 marzo 2009 13:21

    Complimenti per l’articolo,da condivedere pienamente.

  • Di W Saviano (---.---.---.173) 25 marzo 2009 16:47

    Concordo con lei sulla vicenda Saviano. Lo ammiro specilmente dopo il discorso a Casale, che va aldilà del libro. E’, per me, una persona normale con grandi ideali: oggi, per ottenere fama e soldi ci sono altre strade , lo muove altro, sicuramente. Se fossi una straniera sarei grata a vita ad un intellettuale che, pur correndo gravi rischi, mette a disposizione la sua esperienza per sensibilizzare la mia Nazione su un problema che ancora non sa riconosce. Così facendo salva la mia generazione e soprattutto le prossime, da un disastro. Ammetto che certe volte, leggendo certe notizie mi chiedo: "chi glielo a fatto fare?" . Non so come si concluderà la storia del presunto plagio, ma non cambierà certo la mia stima nei riguardi di questo ragazzo.
    Saluti.

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 25 marzo 2009 17:30
    maurizio carena

      Credo che la colpa di Roberto Saviano sia la piu’ imperdonabile, la piu’ inappellabile, la colpa delle colpe.
     Saviano usa i suoi occhi per guardare.
     Saviano si cerca le sue parole.

    Saviano osa pensare.

     Saviano ha il coraggio di spiegare con parole nuove, sincere, persino avvincenti, in che mondo viviamo.
    Saviano osa parlare. Peggio: osa scrivere.

     In un regime, queste sono colpe molto gravi. 

    E se il regime e’ per di piu’ votato o comunque tollerato da un popolo di leccaculi opportunisti sempre pronti, come diceva Flaiano, a "correre in aiuto del vincitore", si capisce bene perche’ a Saviano i suoi concittadini non gli vogliano nemmeno affittare un’alloggio o lo si accusi di plagio o di chissa’ cosa domani.

     Chi lo accusa e lo critica lo fa strumentalmente.

    Chi lo accusa e lo critica sono i poteri forti di questo Paese di merda, l’Italia.
     Chi lo accusa sono i media, che sono amici dei politicanti, che sono amici dei boss, che sono uomini d’affari, che sono delinquenti, che poi vanno in parlamento, che poi tornano a fare i boss, a fre affari, a parlare in tv...ad accusare quelli come Saviano. E il cerchio si chiude.

     Quella in atto contro Saviano e’ l’antica strategia della mafia e del governo (DEI governi), per cui prima di ammazzarti ti devono delegittimare, ti devono calunniare, ti devono infangare. Poi, dopo avere distrutto la tua immagine, quando sei solo, allora ti arriva la pallottola o la coltellata alla schiena.
     E’ una strategia tratteggiata da gente come Sciascia, Falcone, Borsellino, o Giuseppe Fava. Gente che, se non vivessimo in uno stato criminogeno, dovrebbero essere ricordati a scuola e nei tg ed avere intitolate le vie centrali delle citta’. E che invece giacciono dimenticati. E non per caso. Questa e’ l’Italia.

      Fazio, per il suo share, invita Saviano nel suo salotto catodico.
    Chissa se gli chiedera’ di parlare dei paralleli affaristico criminali tra Bassolino, i casalesi, Impregilo, Fibe e compagnia, dove (inchiesta della procura di Napoli, gip Rosanna Saraceno) emerge che non solo la camorra ma persino le massime istuzioni regionali taglieggiano la Campania.
     Chissa’ se Fazio permettera’ a Saviano di ricordare che la vera monnezza e’ il mercato, l’ignoranza, l’egoismo, l’indifferenza?
     Chissa’ se Fazio permettera’ a Saviano di parlare per nomi e cognomi e indirizzi.
     Io non lo so, ma non lo credo.
    La tv serve a vendere spot, non a mettere in discussione il sistema.

     Saviano ci ricorda che la camorra e’ business, i rifiuti sono business, la politica e’ business. Non so se glielo lasceranno dire in tv. Anche perche’ sarebbe la sua ultima apparizione. Sua e di Fazio.

     Saviano: la grandezza del libro che lo ha reso celebre riesce a superare l’orrore che mi fa l’italia. Poche volte in vita mia ho letto pagine di tale intensita, parole cosi’ inesorabilmente forti, eterne.

     Lui e’ una di quelle rare persone che non sai se e’ di piu’ la dignita’ o il coraggio.
     Dell’unica volta che l’ho visto in tv ricordo i suoi occhi tristi, a volte illuminati da un sorriso grande, che a me pareva ancora piu’ grande.

     Grazie, Roberto, per tutto quello che hai scritto. Per tutto quello che scriverai.
     Grazie, Roberto. Uomo libero. Veramente.

     Se ci fosse un Dio degli scrittori gli direi: "aiuta Saviano".

    saluti.
    m.c.






  • Di Paolo Praolini (---.---.---.153) 25 marzo 2009 19:00
    Paolo Praolini

    Non voglio aggiunger altro su Roberto perchè tu hai espresso con chiarezza come sta la situazione ed il suo valore l’abbiamo riconosciuto in più di un’occasione.
    Quello che più mi dispiace che ci siano molti suoi ’colleghi giornalisti’ che ancora usano maltrattarlo e svilirlo di fronte alla loro platea, in qualche caso riuscendo a plagiare qualche elemento della collettività.
    Ma chi conosce i suoi trascorsi non può disconoscerlo.
    Sappiamo tutti che è solo invidia, nessuno ha potuto portare argomenti validi per attaccarlo, allora chiedo a costoro per favore di tacere e non continuare questa battaglia anti-Saviano che porta giovamento solamente ai protagonisti del romanzo Gomorra.



  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.234) 25 marzo 2009 22:54

    le nazioni, le lingue e le culture sono più forti di tutto.
    Grande Roberto.
    Bravo Francesco.

  • Di cafenoir (---.---.---.249) 25 marzo 2009 23:10

    Sto seguendo lo speciale. Quello che più mi dispiace è che le critiche dai colleghi di Roberto arrivino come detto al personale, che quella gente si dimentichi che Roberto Saviano è un ragazzo, un uomo, un essere umano e uno scrittore. Ricondurlo a marchio o a brand da criticare in quanto etichetta di qualcosa di scomodo mi fa rabbrividire. Forse non si ha l’idea nè la voglia di immedesimarsi in una persona che non vive più per aver avuto il coraggio di raccontare una verità che già esisteva, era solo al buio. Se si provasse un minimo oltre a concentrarsi su quello che rivela a immedesimarsi nella sua non vita, che ormai è la sua vita, molte cose non riuscirebbero a uscire dalle dita. Nemmeno ad arrivare al cervello per generare certi pensieri immondi. Spero in un giornalismo vero, prima o poi.

  • Di Vincenzo (---.---.---.212) 25 marzo 2009 23:45

    ho seguito lo speciale: molto bello e significativo......finalmente qualcuno ha mostrato che la stampa è in mano alla mafia e alla politica,.........

  • Di marvin (---.---.---.222) 26 marzo 2009 00:13

    Qualche mese fa in una puntata di "linea blu" un funzionario albanese intervistato ha dichiarato, riferendosi all’Albania dove la lotta alla deliquenza stava dando buoni frutti, : "Se lo Stato non vuole non si delinque".
    Appunto se non vuole.

  • Di Nini (---.---.---.82) 26 marzo 2009 15:12

    Bravo Saviano,
    ti ho ascoltato con molta attenzione.
    Sei rimasto un ragazzo semplice...sono false e strumentali le dichiarazioni ,di coloro che ti accusano di esserti immedesimato troppo nel personaggio. Le tue parole sono realmente universali.
    Complimenti anche a te, Raiola...con i tuoi articoli, fai sempre centro e comprendi meglio di altri alcuni meccanismi.
    Credo non ci sia altro da aggiungere.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares