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Rifiuti, il grido del procuratore Amendola: 5 mesi di anarchia

Gianfranco Amendola, capo della procura di Civitavecchia, si dice preoccupato: "Il massimo della pacchia per l'ecomafia e il massimo della vergogna per lo Stato". Lo dice a Lexambiente.it.

Il pasticcio, spiega Amendola, si compie il 22 dicembre scorso, quando il Consiglio dei ministri rinviava al primo giugno del 2011 la piena operatività del Sistri, il sistema di controllo per monitorare tutti i traffici di rifiuti industriali. Dice ancora Amendola: "Il vecchio obbligo del formulario non è più sanzionato, mentre i nuovi obblighi Sistri, con relative sanzioni non sono ancora applicabili. E pertanto, c'è già chi sostiene che, per 5 mesi, si possono trasportare rifiuti senza alcun obbligo e controllo". A sostenerlo saranno sicuramente i cittadini o le organizzazioni a difesa del territorio e hanno ragione. Il Sistri rimandato e la vecchia legge congelata hanno creato una sorta di bolla anarchica in carica, se non ci saranno altri rinvii sul Sistri, per cinque mesi. Amendola chiede al governo almeno di scongelare la vecchia legge sul formulario e sanzione, magari infilando un cavillo nel Milleproroghe. Un'altra cosa detta da Amendola e che balza agli occhi è quando sottolinea che il rischio di rifiuto pericoloso potrebbe essere '' trasportato sul territorio italiano''.

A Civitavecchia c'è il porto dove ogni giorno arrivano tante navi mercantili, come a Napoli del resto o nella Sardegna. Nei giorni scorsi sia a Napoli sia in Sardegna sono arrivati container contenenti, a Napoli rifiuti speciali e in Sardegna rifiuti radioattivi. Circa 70 tonnellate di Cesio 137. Il Cesio viene usato sia nella cura contro il cancro sia in ambienti nucleari. Erano diretti in discarica. Forse Amendola non ha parlato a caso e non ha lasciato intendere che potrebbero essere trasportati rifiuti pericolosi sul territorio italiano mosso da torbida fantasia. Pochi anni fa dal porto di Napoli partivano stive e stive di scorie nucleari e rifiuti industriali, andavano anche a Mogadiscio, se ne occupava un avvocato di Torre Annunziata, Ilaria Alpi una delle vittime. Ilaria li vedeva arrivare, Nugnes sapeva da dove partivano e per mano di chi. I rifiuti solidi urbani sappiamo benissimo dove vanno a finire: parte in discarica, in riciclaggio o in compostaggio. I rifiuti urbani non contengono fanghi, elementi radioattivi, sostanze altamente tossiche, cancerogene, inquinanti, non nella misura delle industrie e degli ospedali. Noi sappiamo che esiste un gruppo ben organizzato di criminali, sappiamo che gli stessi vivono dentro e fuori le istituzioni. Sappiamo, poiché la cronaca ce lo racconta abbondantemente ogni santo giorno, come ogni discarica sia gestita da uomini scelti direttamente dai politici spesso presidenti o azionisti o amministratori di altrettante società che gestiscono i rifiuti comunali, altrettante fabbriche che producono veleni da smaltire secondo legge e a costi molto alti, altrettante cliniche od ospedali. Sappiamo anche che aziende del peso di Impregilo hanno sedi e appalti in mezzo mondo: Impregilo possiede una fila interminabile di società satelliti con i più svariati compiti che vanno dalla siderurgia al nucleare. Dal potale di Impregilo: Il gruppo Impregilo opera, inoltre, nel settore dell'impiantistica e dell’ingegneria ambientale attraverso le società controllate Fisia Italimpianti e Fisia Babcock Environment.

Le due società, leader mondiali nei rispettivi settori di business, operano con successo in tutto il mercato dei prodotti e delle tecnologie per la protezione dell’ambiente, arrivando a coprire con il proprio know-how tutti gli elementi naturali: l’acqua, attraverso la dissalazione di cui Fisia Italimpianti è tra i leader mondiali e la potabilizzazione, il fuoco, attraverso la realizzazione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti urbani con recupero energetico, l’aria, attraverso il disinquinamento dei fumi di impianti industriali, la terra, attraverso la bonifica dei terreni inquinati.

Strade, autostrade, ferrovie, metropolitane, dighe e centrali idroelettriche, opere in sotterraneo, ponti, viadotti, porti e aeroporti. Domanda, chi produce la quasi totalità di rifiuti estremamente pericolosi per l'ambiente e per la salute pubblica in Italia? Impregilo. E se su tutto il territorio italiano si contano numerose discariche che zampillano percolato, cave abusive, camion con scorie atterrati come fossero rape nelle campagne italiane, fiumi e laghi avvelenati, spiagge, come quella di Villaricca devastate e contaminate senza scrupolo, la colpa, di chi è? E ancora chi doveva smantellare le vecchie centrali nucleari in Italia? La Sogin, e di chi è la Sogin? A tutto ciò va aggiunto che l'Italia si sta attrezzando per tornare al nucleare, accadrà prima di quanto immaginate.

In questi giorni un inspiegabile movimento via terra e mare di rifiuti radioattivi e non possono essere soltanto il prodotto delle nostre cliniche od ospedali. Monitorare via satellite il trasferimento dei rifiuti speciali partendo dalle aziende che li producono, passando per i camion carichi di rifiuto misto, fino alle discariche e gli impianti di trattamento. Tutto continuamente rimandato: il Sistri.
Manca l'attuazione, rimasta su di un foglio teorico. Ci vorrebbero, dicono, camion adeguati, chiavette usb, black box, come una scatola nera.

E poi il solito vizietto dell'appalto, affidato alla Selex Service Management spa, totalmente di proprietà di Finmeccanica dove rami della Impregilo hanno fatto radici.

L'appalto e l'accordo è segreto, il perché lo ha illustrato il 30 settembre scorso Prestigiacomo alla Camera dei Deputati. All'epoca di Pecoraro Scanio, ha ricordato, "si ritenne strategico (secretare) per la sicurezza nazionale", considerata "la diffusa presenza della criminalità organizzata nell'ambito dello smaltimento rifiuti". Forse che la Prestigiacomo ignora che molti degli arresti e dei sequestri sono a carico di uomini dello Stato e dei palazzi istituzionali? Non crediamo il Sistri in grado di arginare il fenomeno dell'ecomafia, non fin quando avremo uomini dello Stato amici dei mafiosi o fin quando non verrà inserito nel codice penale il reato di disastro ambientale.

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