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Renzo Riva

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  • Primo articolo mercoledì 12 Dicembre 2009
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Ultimi commenti

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 7 dicembre 2009 13:08
    Renzo Riva

    A proposito!
    Con quali fonti energetiche
    il molto futuro Presidente del Consiglio De Magistris
    pensa di alimentare la sua Italia?
    Qui, come al solito,
    casca l’asino energetico.

    Mandi,
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 7 dicembre 2009 13:01
    Renzo Riva

    Il cogito (ergo sum) non t’appartiene.
    T’appatiene solo, insieme a tante altre creature del mondo animale, il vomito (ergo sum).

    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

  • Di Renzo Riva (---.---.---.249) 6 dicembre 2009 22:07
    Renzo Riva

    paolodegregorio,

    la Svezia, o meglio, il parlamento svedese ha deciso quest’estate di non più dismettere il nucleare ed ha votato per il suo mantenimento: n° 11 reattori nucleari.
    Nei piani di Obama c’è la costruzione di sette nuovi reattori nucleari.
    Oggi nel mondo sono in costruzione n° 48 reattori nucleari.
    Se questo significa dismissione dal nucleare! Evviva la dismissione!

    Mandi,
    Renzo Riva
    349.3464656
  • Di Renzo Riva (---.---.---.86) 6 dicembre 2009 17:37
    Renzo Riva

    Non hanno avuto nemmeno il senso del ridicolo.

    90.000 scambiati per 1 milione.

    non c’è che dire.

    Bravi! 7+

    Circolo Bettino Craxi -Via dei Ramni 4 Roma-

    ROMA (5 dicembre) - " Pdl all’attacco contro il No B day. «Volevano partecipare anche Nicchi e Fidanzati, mi dispiace per loro perché la polizia li ha tratti in arresto e gli ha impedito di partecipare», ha detto sarcastico il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa. Secondo il ministro «la notizia del giorno non è il No B Day ma la perdurante azione delle forze dell’ordine contro la mafia, oggi ci sono stati due arresti, uno a Milano, complimenti alla polizia».
    Dello stesso tenore il commento di Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. «Nella piazza di Roma manca solo Spatuzza», ha dichiarato in una nota." (Da Il Messaggero)
     
    Mentre IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO documentava l’efficienza del governo inaugurando l’attesa, da tempo, linea ferroviaria ad alta velocità Torino Salerno e MARONI annuciava la cattura dei capi mafiosi, gli orfanelli di Prodi, capitanati da Tonino Di Pietro, si sono esibiti in una grottesca e vomitevole performance al centro della capitale, bloccando, tra l’altro, per ore la città; e -diciamolo pure- a noi romani queste inutili, paralizzanti per la vita cittadina, manifestazioni giornaliere hanno rotto gli zibidei .
     La scarsa partecipaziopni dei presenti (RISPETTO ALLE PREANNUNCIATE PREVISIONI) non ha scoraggiato questi ultimi dal presentarsi agli sfortunati abitanti di Roma, con un ignobile, osceno spettacolo, privo di dignità morale e politica che ha giustamente suscitato l’indignazione degli sbigottiti passanti.
    Erano presenti , oltre agli organizzatori dell’IDV, quasi tutti fuoriusciti dalle varie formazioni politiche -di destra e di sinistra- e, raccattati da un Di Pietro dalla bocca buona, anche gli immancabili dirigenti del frammentato ed incerottato arcipelago comunista (Vendola, Diliberto, Rizzo ecc.) in cerca di una qualche visibilità, i superstiti verdastri, che poverini ormai sono ridotti a chiedere di essere riconosciuti come "specie protetta ", gli extra comunitari di fede islamica sodali dei terroristi e gli immancabili centri sociali (quelli di "10,100,1000 Nassiria" ). Non potevano naturalmente mancare i malinconici rappresentanti della componente minoritaria del PD fra i quali si sono intravisti il chirurgo Marino, la ballerina di Malindi on. Melandri , il boy scout Franceschini, che ricorda sempre più l’Alberto Sordi degli "Amici della Parrocchietta" e, incredibile ma vero, anche una persona garbata ed acuta come Rosy Bindi. 
     I manifestanti si sono sforzati di soddisfare le proprie insoddisfazioni personali e politiche,vociando in maniera scomposta e rinnovando l’invocazione rituale ed esorcizzante di immediate, salvifiche dimissioni del demoniaco cavaliere nero, cioè di Berlusconi .
    Purtroppo -per loro- è fastidiosa consuetudine nei Paesi democratici che i governi vengano sostituiti per volontà popolare, che normalmente si esprime tramite voto elettorale e non per le ridicole piazzate, gestite da bande organizzate da folli affetti da nevrosi e senza speranza di guarigione. (n. b.)
     
    Peccato che il Compagno Nino non abbia scritto cosa la Serracchiani, -aveva annunciato la sua partecipazione a titolo personale-, abbia detto o fatto in tale occasione.
     
    Mandi,
    Renzo Riva
    349.3464656


    La retorica dei numeri27102008

    Dopo ogni manifestazione di piazza, scattano puntuali le polemiche sulle cifre: due milioni di partecipanti, un milione300mila… bah. Non ho occhio per queste cose: a malapena riesco a distinguere se nell’aula in cui faccio lezione ci sono 50 o 100 presenze, dopo anni di didattica. 

    Con numeri più grandi, poi, l’impresa per me si fa impossibile.

    Mi conforta il fatto di non essere l’unica, a non esser capace. Perché è su questa specie di cecità che fanno leva i leader politici dopo ogni evento di piazza: gonfiano (o sgonfiano) i numeri – a seconda delle convenienze – da poche centinaia di migliaia a milioni (o viceversa).

    E lo fanno tutti, a destra come a sinistra.

    Leggi questo illuminante articolo, apparso su Il Sole 24 ore, 25 ottobre 2008.

    NELL’ARENA 300MILA POSTI: I MILIONI SONO SOLO LEGGENDA

    di Marco Ludovico

    La gara a chi la spara più grossa trova sempre un nuovo vincitore, se si tratta delle cifre sulle manifestazioni politiche e sindacali. Aspettiamo, dunque, i numeri di oggi. Sorridono intanto sotto i baffi i dirigenti del Viminale: da tempo hanno deciso di non dare più le loro stime, per non entrare nel conflitto politico. Ma la matematica non è un’opinione.

    Il Circo Massimo, in base alla sua estensione (72mila metri quadrati), calcolando un massimo di quattro persone a metro quadro – ed è già tanto – contiene al massimo300mila persone. Nel 2002 Sergio Cofferati, contro il terrorismo e le modifiche all’articolo 18, portò un mare di persone anche oltre la piazza, ma i tre milioni dichiarati dagli organizzatori erano evidentemente sopravvalutati. Il successo di quell’evento è incontestabile, ma da allora è partita una rincorsa nelle stime senza limiti.

    Per gli organizzatori scendere sotto il milione è ormai sinonimo di insuccesso.Ecco allora che si è arrivati anche a duplicare le stime. Nel 2006, a piazza San Giovanni, Silvio Berlusconi dichiarò «due milioni» di manifestanti: peccato che, con lo stesso inattaccabile criterio di calcolo della questura di Roma usato per il Circo Massimo, in quel luogo ce ne possono stare al massimo 150mila. Lo ha fattoRifondazione l’anno scorso nella medesima piazza romana («Siamo un milione!» ma erano 150mila), lo ha fatto poco prima An al Colosseo («Siamo mezzo milione» in realtà circa 60-70mila).

    Dirigenti del dipartimento di Pubblica Sicurezza, come Carlo De Stefano (oggi capo dell’antiterrorismo) o Nicola Cavaliere (vicecapo della Polizia), quando erano giovani poliziotti in ascesa hanno contribuito più di ogni altro a raffinare i metodi di calcolo.Ma allora si aveva a che fare con bugie più soft. Come quando negli anni Ottanta del secolo scorso piazza del Popolo era appannaggio della Destra, in testa il segretario Msi Giorgio Almirante. Mentre il piazzale davanti alla Basilica di San Giovanni rimaneva per tradizione della sinistra. Si faceva a gara, in quel caso – specie se c’erano due manifestazioni in contemporanea – a dire qual era la piazza più affollata. Peccato che piazza del Popolo può contenere al massimo 60mila persone: il Msi non avrebbe mai potuto vincere.

    Sempre in quegli anni la Polizia ricorda le angosce della sinistra, quando a San Giovanni si temeva un afflusso inferiore al previsto: con la corsa affannosa aposizionare il palco dei leader al centro della piazza, per mostrare alle telecamere il tutto esaurito. Dietro, però, c’erano centinaia di metri quadrati deserti.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.86) 6 dicembre 2009 17:25
    Renzo Riva

    Scommetto che il centro-sinistra avrebbe aumentato le tasse e andato a caccia degli "evasori fiscali" che s’annidano nei padroncini che danno lavoro mentre i grandi gruppi legalmente pagherebbero niente anzi godrebbero di rottamazioni e finanziamenti e continuerebbero a licenziare larvatamente attraverso le cig e mobilità varie.

    Poi da favorevole all’elettronucleare vorrei che l’Alcoa chiudesse perché non voglio pagare la sua sopravvivenza con le mie bollette della luce.

    Renzo Riva
    349,3464656

    http://www.archivionucleare.com/index.php/2009/11/25/scorie-radioattive-mito-ridimensionare/

    Renzo Riva scrive: 
    4 Dicembre 2009 alle 19:30

    Ai profani dico:
    Non inserite la spina nella presa elettrica perché il 14% dell’energia che consumate è di fonte nucleare.
    Provate solo a pensare di punto in bianco di dovervi privare del 14% dell’energia elettrica che consumate attualmente! Di quali funzioni elettrodomestiche o altre fareste a meno o vi privereste?
    Siete come Al Gore e Grillo che predicate male e razzolate peggio visto i consumi energetici delle loro abitazioni.
    Vuoi una certezza?
    Prova a chiederti se fra un anno sarai ancora vivo!
    Sarà una cosa certa oppure solo probabile?
    Io vorrei che i 1000 lavoratori dell’Alcoa fossero licenziati perché non voglio pagare con le mie bollette energetiche il loro fittizio posto di lavoro che invece di produrre ricchezza invece la depaupera.
    T’ha capì Luigi!? 

    Mandi,
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

     
    pubblicata come lettera sul "Messaggero Veneto" il 30 Novembre 2009 a pagina 19

    ENERGIA

    Immobilismo dei sindacati

    Come responsabile di Energia e ambiente del Nuovo Psi della regione Friuli Venezia Giulia de nuncio l’immobilismo dei sinda cati tutti che penalizzano i lavora tori continuando a ostacolare il rilancio dell’energia elettronu cleare indispensabile all’indu stria invece di richiederla a gran voce urgentemente. L’energia elettronucleare è la sola fonte che può cambiare la rotta dell’at tuale deriva che altrimenti porte rà il Paese alla bancarotta.

    La decisione assunta dalla multinazionale Alcoa per le sue unità del Sulcis è solo la punta dell’iceberg di un male che emer gerà con virulenza con il disimpe gno di altre industrie energivore. E da almeno sei anni che lancio appelli sull’allarme delocalizza zioni e sarò facile profeta di cui tutti potranno verificare le ulte riori chiusure e licenziamenti (le Cig sono solo dei licenziamenti nascosti) quando grandi gruppi industriali nazionali se ne andranno a produrre vicino ai mer cati che per ora sono definiti al l’estero (Gruppo Pittini? Gruppo Fantoni? Altri?).

    I lavoratori sono i primi che pa gano sulla loro pelle questo stato di cose con salari differenziati ri spetto agli altri lavoratori euro pei. Prima per il fattore del costo energetico poi per i costi impropri delle "non decisioni" politi che e della macchina burocrati ca statale di oltre tre milioni di titolari di "stipendio a ruolo", proprio solo dei sistemi retti a collettivismo.

    Scopriremo, se lo vorremo, che fino a pochi anni fa eravamo di fatto un Paese dove si speri mentava il comunismo ricco, di tipo particolare, dove, grazie ai fattori geopolitici, in Italia si ri versavano dollari in funzione an ticomunista e aiuti (dollari non rubli) al Partito comunista italia no confratello in funzione antiamericana.

    Oggi, mutate le condizioni geo politiche, si sperimenterà il co munismo povero perché, nonostante le cosiddette privatizzazioni, di fatto monopoli privati con accordi di cartello, constateremo che il lavoratore gestisce solo una piccola parte del proprio la voro.
    L’azione liberale dell’asso ciazione Futuragra con Giorgio Fidenato, che non assolve più co me sostituto d’imposta la funzio ne di gabelliere per conto del fi sco, porrà gli stessi lavoratori di fronte alla realtà di constatare do ve vanno i frutti del loro lavoro; per altri invece solo i frutti del loro stipendio e della relativa partita di giro.
    Renzo Riva
    Buja


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