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Renzi: un discorso dignitoso

La conclusione delle primarie del PD

Il duello, in seno al Partito Democratico, è finito. Il Segretario Pier Luigi Bersani ha vinto la sfida, con oltre venti punti di vantaggio nel ballotaggio col Sindaco di Firenze Matteo Renzi. Ma che cosa si deve dedurre da queste elezioni primarie del PD? Purtroppo nulla, perché nulla è cambiato nel centro sinistra: l'anima e le idee sono rimaste le stesse. Con Bersani candidato alla Presidenza del Consiglio il Paese rischia di vivere ancora di pericolosi compromessi, di annunciati rinnovamenti che mai si realizzeranno, di meschine manovre e ruberie di ogni genere, di sopravivere insomma per non morire.

Matteo Renzi, naturalmente deluso, ha accettato la sconfitta e ha ammesso i suoi errori in prima persona. Ma, nel suo discorso finale ha anche espresso la soddisfazione di avere provato a proporre agli italiani un radicale cambiamento della loro vita e della politica, con riforme veramente innovatrici, rammaricandosi, però, di non essere stato abbastanza convincente.

Un discorso dignitoso, rispettoso dei giudizi altrui, che lo mette al riparo da ogni pretestuoso commento o critica. Egli, che voleva contribuire a cambiare radicalmente la politica, abolendo il finanziamento pubblico ai partiti, riducendo il numero dei parlamentari e le loro vergognose retribuzioni, eliminando gli sprechi e i privilegi di qualunque genere e casta, moralizzando la vita pubblica e realizzando le giuste riforme per migliorare la vita degli italiani, è stato battuto ai voti dal conservatorismo più bieco e dall'inerzia più umiliante che ha ridotto l'Italia allo stato attuale.

Il sogno di un cambio generazionale (la cosidetta rottamazione) e l'esigenza di gente nuova e pulita al governo del Paese è stato evidentemente rinviato. Il Centro Sinistra ha perso una grande opportunità. Renzi continuerà a fare il Sindaco di Firenze e, da quanto ha dichiarato, a militare lealmente nelle file del PD, senza avanzare alcuna pretesa.

Ma una riflessione è d'obbligo: se avesse vinto lui le primarie, molto probabilmente, il Partito Democratico avrebbe avuto, alle prossime elezioni politiche nazionali, una chance in più. Infatti molti elettori di sinistra, di centro e anche di destra, che hanno votato Renzi, sentendosi ora delusi e sfiduciati, potrebbero in tale occasione astenersi dal voto, o, addirittura, cambiare sponda. È questo che vogliono i sostenitori di Bersani? A vantaggio di chi?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.144) 4 dicembre 2012 19:48

    Day after >

    Nelle ultime settimane i media hanno fatto a gara nel dare voce e visibilità al “fenomeno” Renzi. 
    Dalla rottamazione della vecchia classe politica all’intercettazione dei “delusi” del centro-destra.
    Un ventaglio di “novità” tali da proiettare oltre il 40% il consenso elettorale del PD.
    Tutto avvalorato, come dice Renzi, da dei “sondaggi fantastici”.

    Ora è tempo di tirare le somme.
    Sono intorno ai 2,7 milioni i voti raccolti dai finalisti sia di questo ballottaggio, sia delle primarie del PD del 2009.
    Risulta nell’ordine dei 580mila voti la “distanza” accumulata da Bersani, oggi, da Renzi ed allora da Franceschini. Anche se a Renzi venissero attribuiti tutti i 120mila voti delle iscrizioni “respinte” il suo distacco da Bersani non calerebbe rispetto al 1° turno.

    Si trattava di scegliere il possibile prossimo Premier.
    Ergo. Fidarsi ed affidarsi è dare senso e valore a Parola e Merito

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