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Renzi lo spaccone e il PD sull’orlo della spaccatura, a sinistra come a destra

Che la caduta del governo Letta non abbia procurato lacrime alla gente, fatti salvi i diretti interessati, non è considerazione particolarmente arguta. Il governo Renzi, in parallelo, sembra non suscitare entusiasmi; tutt’altro. Insomma, se per la fine del governo Letta si duole Napolitano, sempre più distante dal sentire collettivo, per il neonato governo Renzi non suonano le trombe e neanche qualche vuvuzela di calcistica memoria, dimenticata in cantina. Si assiste e basta.

Ma al “ragazzo” fiorentino la cosa sembra non interessare più di tanto. La poltrona è stata conquistata giusto in tempo per consentirgli la proiezione internazionale a cui aspira: la presidenza dell’Unione Europea. Sul fronte interno, aspettiamoci un brillante showman parolaio, ben capace di contraddire se stesso con rapidità tale da far apparire stagionate le smentite berlusconiane, e di delegare ai propri ministri la gestione delle rispettive competenze, pronto a dar loro addosso in caso di scelte non condivise da parte dei poteri forti impegnati a muovere i fili. I ministri sono avvisati, primi fra tutti quelli d’area dalemiana e, ancor più, di collocazione (ex?) civatiana.

La mossa di inserire, in posti chiave, ministri delle aree citate è una delle classiche furberie di chi non si sente poi tanto sicuro di se stesso né di poter governare i malumori di casa propria prima ancora del CdM. I conti fatti senza l’oste possono risultare particolarmente salati. Le nubi sono già ben visibili all’orizzonte, anche perché se solo risultassero veritiere anche in minima a parte le notizie di stampa riguardanti gli appoggi dei “poteri forti”, ebbene, il ragazzo Renzi rischierebbe di essere bruciato in tempi rapidi, anziché il contrario. Già Enrico Letta li rappresentava direttamente e soprattutto attraverso il più influente zio, classica eminenza grigia di quel potere avvezzo a muoversi con efficacia dietro le quinte come sotto le foglie morte. Coloro i quali dovessero sostenere che tale critica sia copiata da certe esternazioni di Grillo, prendano atto che Grillo spara sugli altri le bordate che dovrebbe indirizzare a se stesso. Si vadano a leggere in proposito le “aderenze” di Casaleggio con certa massoneria e sottoboschi similari.

Prima o poi si renderà necessario chiedere al “popolo delle primarie” le ragioni che portarono a bocciare il “ragazzo” fiorentino a favore di Bersani e poi, gli stessi, a ruotare di centottanta gradi a pochi mesi di distanza, incensando l’avversario dell’ex segretario. Si potrebbe sostenere che il termine “coerenza” non sia compreso nel vocabolario dei votanti alle primarie o, forse più propriamente, che quel popolo di elettori abbia voluto punire, col voto a Renzi, la mancata coerenza, concretezza ed efficacia di Bersani, della serie: “Tanto peggio, tanto meglio”.

Oramai è chiaro che il PD non durerà per molto nell’attuale assetto. Civati scalda i motori a sinistra, Barca tesse il suo ordito, Letta inizia a stivare i propri bagagli con i remi già pronti a vogare verso destra. Quanta rappresentanza rimarrà ai reduci del partito democratico?

Una cosa è certa, il PD va punito, ma non regalando il volante alla destra berlusconiana. La cura sarebbe immensamente peggiore del male. Serve una sinistra concreta, non parolaia, che sappia fare a meno di vecchi slogan appassiti, belli a sentirsi quanto inconcludenti. Serve una sinistra capace di leggere le nuove dinamiche sociali ed economiche proponendo strategie d’intervento fattibili, attuabili nei limiti degli spesso indecenti quanto coercitivi regolamenti europei, sfruttandoli, anzi, a beneficio di un possibilissimo cambio di prospettiva. Non è accoglibile lo sconcertante cinismo del neo-ministro Padoan per il quale “il dolore è efficace”, a voler significare che i sacrifici preludono a un qualcosa di meglio che, però, mai arriverà con le condizioni date. Verrebbe da rispondere: li faccia lui certi sacrifici; campi sé e la propria famiglia a reddito zero per anni, poi ci faccia sapere.

I tecnici, professori bocconiani in testa, hanno già prodotto danni immani all’economia e alla società per continuare a delegar loro scelte strategiche per il futuro. Sarebbe ora di finirla.

Renzi rappresenterà il proprio show, ma accingiamoci a vederlo scomparire in tempi abbastanza rapidi ingoiato dalla botola al centro del palco. Ci si prepari conseguentemente. Già il pregiudicato Berlusconi lo sta facendo. Non lasciamogli il vantaggio.

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