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Referendum, voto all’estero: l’Arabia Saudita dice Sì, ma il Laos "no, grazie"

E anche questo referendum è passato. La gioia di molti (tra i molti c’è anche la mia) per avere protetto la costituzione più bella del mondo è enorme. Tuttavia c’è un dato interessante da analizzare: il famigerato e, a volte vituperato, voto all’estero. Attenzione, non mi riferisco ai presunti brogli.

La circoscrizione estero, la quale comprende quattro aree (Europa, America Settentrionale e Centrale, Sud America e, la più insolita e grande AAOA, cioè Africa, Asia, Oceania, Antartica) si è espressa in modo opposto agli italiani d’Italia (dati del Ministero dell'Interno).

In Europa gli aventi diritto sono 4.052.341 ma solo il 30,74 % (1.245.929) ha votato. Tra questi il 64,70% ha votato sì. 

Il "No" ha vinto in Bulgaria Estonia, Ungheria, San Marino, Repubblica Ceca, Polonia, Norvegia, Malta, Lituania, Lettonia, Islanda, Irlanda, Finlandia, Russia e Croazia.

In America Settentrionale e Centrale gli elettori sono 374.987, ma vota solo il 31,19% (116.969). Il No vince in Costarica, Giamaica e alla Barbados. Numeri ancora più interessanti in America meridionale: 1.291.065 aventi diritto e vota il 25,44 % (328.561). Trinidad e Tobago, unica nazione per il No.

Nell’area dal suono onomatopeico, abbiamo 220.252 elettori, di questi vota il 31,91 % (70.290). In ordine sparso, per il No: Nuova Zelanda, Armenia, Brunei, EAU, Laos, Giappone, Kuwait, Kazakhstan, Libano, Maldive, Oman, Qatar, Corea, Taiwan, Taiwan, Tailandia, Uzbekistan, Vietnam, Kenya, Madagascar, Swaziland.

Facendo un'analisi approssimativa, eccetto la Nuova Zelanda e alcune isole caraibiche, il NO non ha trionfato negli Stati anglofoni e nell’America Latina, dove le comunità storiche di emigrati italiani risiedono da parecchi anni.

Paesi di nuova emigrazione come, ad esempio il Giappone o la Bulgaria, hanno scelto il No.

Che sia un nuovo “scontro” generazionale e di classe tra gli italiani all’estero?

Intanto che ci riflettiamo su, il comitato del NO dovrebbe almeno stringere la mano a ogni loro votante in Brunei (24 elettori, no al 68,18%) e in Laos (41 votanti, 78,38% vota no).

Siccome non ci si basa, di solito, sugli umori degli italiani in Asia, un ulteriore spunto di riflessione sul voto all’estero, potrebbe venire dall’articolo apparso su Inside Story, il 6 dicembre. L’autore, James Panichi, confessa: ”sono un australiano con cittadinanza italiana e gli italiani veri (non come me) vedono le cose in modo differente”.

 

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