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Referendum in Sardegna: raggiunto il quorum. Oggi i risultati

Dopo settimane in cui una pubblicità della Regione Sardegna invitava tutti i suoi cittadini ad andare a votare al fine di esprimersi su dieci referendum regionali, nella giornata di ieri, i sardi si sono finalmente recati alle urne, raggiungendo e superando il quorum, fissato per il 33,3%. Per il referendum “anticasta” promosso in Sardegna hanno infatti votato il 35,5% degli aventi diritto, ovvero 525.651 sardi.

Il dato dell'affluenza è senz'altro significativo per comprendere l'orientamento degli elettori, in quanto la campagna referendaria si è giocata esclusivamente a favore del sì; perciò difficilmente chi si è recato ai seggi ha espresso un'opinione contraria. I promotori del referendum possono già esultare per quella che sarà, quasi sicuramente, una schiacciante affermazione dei sì.

Infatti, il presidente della Regione Ugo Cappellacci, che ha sempre vivamente sostenuto e promosso il referendum (così come 120 sindaci dell'isola) ha ieri commentato la notizia del raggiungimento del quorum: “Una giornata di grande partecipazione popolare che rappresenta una vittoria per la Sardegna e per tutti i sardi. I cittadini si riappropriano degli spazi della politica e danno essi stessi impulso a una stagione di cambiamento non più rinviabile, che deve coinvolgere tutta la politica e l’intera società sarda. Al di là delle appartenenze di ciascuno, bisogna cogliere questo messaggio chiaro e la volontà espressa di una Sardegna che intende decidere con scelte autonome e di rottura con il passato”.

Ricordiamo alcuni dei dieci quesiti sui quali i cittadini sono stati chiamati a votare. I primi cinque riguardavano la questione dell'abolizione delle province, le nuove (referendum abrogativo) e persino le vecchie (referendum consultivo), nonché altre questioni, come la riduzione del numero dei consiglieri regionali e l'elezione diretta da parte dei cittadini del Presidente della Regione.

Si è ampiamente parlato di riduzione della spesa pubblica. Ma allora per quale ragione i consiglieri regionali che caldeggiavano in questa maniera il referendum hanno chiamato i cittadini sardi a votare per esprimersi su questioni che ritengono così importanti e per le quali vengono pagati (poiché si tratta di temi che fanno parte del loro ordinario lavoro)? Non si potevano risparmiare tutti quei soldi pubblici che sono necessari al finanziamento di un referendum? E poi queste questioni sono davvero così utili e necessarie?

Le province sono di certo un costo, ma questo verrebbe meno con la loro abolizione? Tutti i dipendenti pubblici che ci hanno lavorato fino ad oggi ovviamente non potranno e non verrano messi sulla strada, ma saranno obbligatoriamente assorbiti negli organici dei comuni e della regione, restando quindi, in ogni caso, in carico alla spesa pubblica.

E' utile, infine, chiedere (nel quesito n.8): “Volete voi che sia abrogato l’art. 1 della legge regionale sarda 7 aprile 1966, n. 2 recante “Provvedimenti relativi al Consiglio regionale della Sardegna” e successive modificazioni?”. Chi non sarebbe favorevole a ridurre i benefici di cui godono i consiglieri regionali? Ma chi ci assicura che questo “Sì” impedisca loro di votarsi un aumento compensativo? Referendum anticasta o referendum illusorio?

Lo spoglio delle schede è iniziato questa mattina ed entro la giornata saranno ufficializzati i risultati per i singoli quesiti.

“Sardegna si cambia”? Vedremo...

LEGGI ANCHE: Sardegna: domenica si votano i referendum regionali

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.145) 7 maggio 2012 13:31

    Chiudere delle strutture come le Provincie non si risparmia molto. Per un vero risparmio, bisogna portare gli stipendi dei dirigenti, dei politici e di tutte le cariche al massimo a 2500 euro mese.

    Eliminare tutti i privilegi occulti e mascherati sotto voci fasulle.
    Eliminare le consulenze fasulle che celano mazzette.
    Non prendere edifici in fitto se si hanno quelli Comunali o Regionali in disuso.
  • Di Enrica Moi (---.---.---.99) 7 maggio 2012 16:50
    Enrica Moi

    So bene che con la chiusura delle nuove province non ci sarà assolutamente alcun risparmio, se non irrisorio.
    Il vero problema, purtroppo, è che questo Referendum è stato una vera e propria truffa. Promosso come "referendum anticasta", ahimè, la quasi totalità del 35,5% dei sardi che si sono recati alle urne si sono fatti "infinocchiare" dalla giunta Cappellacci. Tutta colpa della superficialità d’analisi con la quale sono andati a votare ad un referendum che, alla fine, direi che si rivelerà addirittura "pro-casta".
    Un’altra cosa imbarazzante, poi, è che c’è stata una campagna unilaterale: solo i personaggi vicini a Cappellacci hanno promosso il Sì, mentre non c’è stato nessuno a spiegare di cosa si trattasse realmente e a promuovere il No, piuttosto. Dov’era l’opposizione?
    In uno dei quesiti che ho citato nell’articolo, il n.8, il 97% delle persone ha in realtà votato a favore dell’abolizione del tetto massimo per lo stipendio dei consiglieri regionali. Quindi ora non ci sarà più un limite, ma potranno decidere arbitrariamente quanto prendere.
    Si tratta di dieci quesiti referendari INGANNEVOLI e scritti a regola d’arte, perché con le loro parole sono riusciti a mascherare le loro reali intenzioni.
    Un’altra cosa è infine la diminuzione del numero dei consiglieri regionali: non è questo ad essere uno spreco, quanto piuttosto il loro stipendio. Con una diminuzione del loro numero si avrà invece una diminuzione della democrazia ed un consiglio regionale meno rappresentativo. In questo modo si creerà un’oligarchia e tutti i poteri si concentreranno proprio nelle mani della CASTA.
    Se Cappellacci sosteneva il Referendum con così tanta forza, una ragione c’era, no?

  • Di (---.---.---.90) 7 maggio 2012 18:15

    Ben detto! Referendum illusorio è proprio il concetto giusto, ci vuole ben altro per eliminare gli sprechi. Suggerirei un articolo anche sulla cosidetta "flotta sarda", che doveva togliere i sardi dall’isolamento nei confronti del resto dell’Italia visti i prezzi assurdi che le compagnie navali (tirrenia e company) fanno, ci ha pensato Capellacci: 4 persone da Porto Torres a Vado Ligure, andata e ritorno 700 euro!! Alla faccia del risparmio.. Porto Torres Genova con la Tirrenia costa uguale! 

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