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Referendum costituzionale: conoscere per votare

Conoscere per deliberare diceva Pannella, e se stampa e TV non assolvevano al loro dovere informativo sulle iniziative radicali, si metteva un bavaglio e andava in TV a protestare. Conoscere per votare ripetiamo noi oggi. Ma non c'è nessuno che va in tv, si mette un bavaglio di fronte al silenzio dei media sui contenuti della riforma, su ciò che andiamo a votare. Non c'è nessuno del comitati del no, che protesta, ma sono tanti quelli che tale silenzio vogliono e impongono.

La polemiche e le provocazioni lanciate dalla Boschi, il rilievo che le hanno dato stampa e TV, il sostegno di Renzi e di Napolitano, non sono improvvisazioni, ma un modo come un altro per evitare ogni approfondimento ogni spiegazione sul merito della riforma. Provocare per distrarre, distogliere i pensieri e le preoccupazione della gente, dalle norme e focalizzarli sulle polemiche. Una precisa strategia mediatica, che fa leva sull'ignoranza degli elettori per vincere.

È quello che voleva il PD, quando ha avviato l'offensiva contro i partigiani e gli insulti contro Berlinguer ed Ingrao arruolandoli nell'esercito della riforma. Ignorare per votare è il metodo Renzi per far approvare la “deforma” della Costituzione ai suoi sudditi, e a quelli che tali non sono. Quanti degli elettori del referendum, conoscono la riforma nei suoi pregi e nei difetti?Perché è stata varata se è voluta solo dal 4% degli italiani? Perché tanta urgenza se la nostra costituzione è in gran parte disapplicata? Per i solleciti della banca J.P. Morgan?

Quanti conoscono il documento di questa banca, le sue indicazioni e l'aderenza ad esse della riforma Renzi? Quanti sanno le ragioni del sì e del no? Quanti sanno che la riforma, anche se presentata dal governo, è atto del Parlamento? Quanti sanno che la riforma è stata votata da una maggioranza di nominati, che ha tradito il mandato elettorale? E il legame tra legge elettorale e riforma? È conosciuto o ignorato? Questa legge produce un Parlamento di nominati che come tale, non è libero, e svalorizzato nel suo ruolo.

Un parlamento debole rafforza l’esecutivo. Quanti sanno che l’accentramento dei poteri nell’esecutivo, deriva dalla svalorizzazione del ruolo del parlamento? Pochi, troppo pochi, perché questo referendum sia una cosa seria.

Colpa di Renzi ? Certo, ma anche colpa della sinistra, che si ostina a sottovalutare il ruolo dell' informazione e della lotta, nelle competizioni elettorali e nella politica, a non capire che l’informazione non è solo strumento di propaganda. Per la sinistra, è e deve essere, sopratutto strumento di lotta politica. Stampa e TV, non servono solo a far voti per il "no". Stampa e TV servono sopratutto a far conoscere ai giovani, ai lavoratori, ai cittadini, le ragioni del "no ", a coinvolgerli in questa battaglia, che riguarda tutti.

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