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Referendum | La governabilità con legge ordinaria

Un suggerimento che si sente spesso è che per risolvere i problemi di governabilità si sarebbe potuti intervenire modificando solo la legge elettorale, una legge ordinaria, senza bisogno di toccare la Costituzione.
Questo è vero per quanto riguarda la Camera dei Deputati, ma non lo è affatto per il Senato.

Alcune informazioni interessanti possono essere ricavate facendo un confronto tra alcuni dati riguardanti la ripartizione dei 301 seggi assegnati con la legge elettorale ordinaria, escludendo dunque le circoscrizioni Estero, Val d'Aosta e Trentino Alto Adige che utilizzano un sistema differente:

  • Da una parte, la ripartizione reale dei seggi operata nel 2013 utilizzando la legge elettorale vigente ai tempi, il cosiddetto "Porcellum", che attribuiva alla coalizione vincente il 55% dei seggi spettanti a ciascuna singola regione. http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=S&dtel=24/02/2013&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S
  •  Dall'altra parte, un'ipotetica ripartizione effettuata sempre su base regionale (come previsto dall'Art. 57 della Costituzione), utilizzando il metodo Hare - Niemeyer (un classico proporzionale) applicato ai risultati ottenuti nel 2013.

Da questi dati si evincono due due motivi principali per cui non è sufficiente modificare la legge elettorale:

  • Le due Camere, in base alla Costituzione, sono elette con due schede differenti (ovviamente non esiste né può esistere l'obbligo per il singolo elettore di votare la stessa lista), da parte di due elettorati differenti (maggiorenni per la Camera, maggiori di 25 anni per il Senato), con due metodi differenti (su base nazionale per la Camera, su base regionale per il Senato).
    Nulla impedisce che a prevalere nelle due Camere siano due schieramenti differenti, come infatti è avvenuto.
  •  Il premio di maggioranza, qualunque esso sia, deve essere attribuito Regione per Regione.

    Il Porcellum, che attribuiva un premio di maggioranza talmente ampio da essere ritenuto incostituzionale, ha regalato alla coalizione di Centro-Sinistra appena 14 seggi in più di quanti ne avrebbe avuti con il proporzionale (113 anziché 99), mentre al Centro-Destra ne ha regalati 28 (116 anziché 88).
    Comunque a nessuno dei due schieramenti l'attribuzione dei premi di maggioranza ha permesso di andare oltre il 38% dei seggi parlamentari, a fronte di un 33% circa che si sarebbe ottenuto con un proporzionale.
    Ed il terzo partito, il Movimento 5 Stelle, per puro caso non ha preso il premio in nessuna Regione, sfiorandolo in un paio.

In conclusione, con una legge elettorale estremamente orientata verso la governabilità, la ripartizione dei seggi in Senato si discosta minimamente da quella che si avrebbe con un proporzionale, e non è possibile fare una legge elettorale più favorevole, dal momento che già il "Porcellum" era oltre i limiti della Costituzione.

Fin quando il numero di partiti sarà superiore a due, non esiste alcun modo per garantire una maggioranza chiara in Senato senza modificare la Costituzione.

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