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 Home page > Tribuna Libera > Referendum Costituzionale | 12 motivi per votare Sì

Referendum Costituzionale | 12 motivi per votare Sì

  1. Erano contrari al bicameralismo paritario Piero Calamandrei e Costantino Mortati, le persone che, nel 1947, scrissero la Costituzione.

  2. La Riforma Boschi realizza un monocameralismo sostanziale, perché il Senato (i cui componenti scendono da 320 a 100) diviene una camera consultiva, che ha 40 giorni di tempo per esprimere un parere non vincolante sulle proposte di legge votate dalla Camera dei deputati; solo poche leggi ordinamentali (leggi costituzionali, ratifiche dei trattati europei, leggi sulle minoranze linguistiche, ecc.) restano bicamerali.

  3. La Riforma Boschi, pertanto, non istituisce un bicameralismo confuso e conflittuale come quello delineato dalla riforma Calderoli del 2005.

  4. La Riforma Boschi definisce meglio gli ambiti di competenza della legislazione statale e di quella regionale, riducendo fortemente il contenzioso tra Stato e Regioni dinanzi alla Corte Costituzionale.

  5. La Riforma Boschi non devolve pericolosamente poteri alle Regioni, come era nelle intenzioni della riforma Calderoli del 2005.

  6. La Riforma Boschi abolisce le Province.

  7. La Riforma Boschi abolisce il più inutile degli enti, il CNEL.

  8. La Riforma Boschi, diversamente dalla riforma Calderoli del 2005, non attribuisce maggiori poteri al presidente del Consiglio dei ministri.

  9. La Riforma Boschi, contrariamente alla riforma elaborata dalla Bicamerale presieduta da D’Alema, non cambia la forma di governo, perché non introduce l'elezione diretta del presidente della Repubblica, e non modifica le norme costituzionali sull'ordinamento giudiziario.

  10. Della Riforma Boschi non fa parte la legge elettorale, che può essere eventualmente dichiarata illegittima solo dalla Corte Costituzionale. Non si vota sulla legge elettorale, ma solo sulle modifiche da apportare alla Costituzione del 1947.

  11. Gli oppositori alla Riforma Boschi non sono in grado di formulare una proposta alternativa di riforma costituzionale, perché parlano lingue molto diverse (nel fronte del No ci sono monocameralisti e bicameralisti, federalisti e centralisti, parlamentaristi e presidenzialisti).

  12. Pertanto, se vincessero i No, non cambierebbe assolutamente niente.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.138) 23 ottobre 2016 12:57

    STOP and GO >

    Concorrere alla definizione del vivere in comune è un preciso interesse di ogni singolo cittadino. Tanto più se in ballo ci sono le regole di base di tutta una nazione. Al diritto di partecipare al prossimo referendum corrisponde quindi il dovere di esprimere la propria scelta.

    D’altra parte è vero che nessuno è tenuto a possedere la preparazione e le competenze necessarie per coglierne appieno i contenuti.

    Si può comunque fare appello ad alcuni aspetti non meno significativi riconducibili all’evento.


    Primo.

    E’ alquanto inusitato che a voler “mettere la firma” sul passaggio referendario siano gli stessi che hanno votato la riforma Costituzionale. Forse perché consapevoli di avere in Parlamento un numero di seggi (maggioranza) ben al di sopra della loro effettiva “rappresentatività” popolare. Di sicuro la COSTITUZIONE non può essere una “prova di forza” tra le opposte formazioni politiche.

    Ancora.

    A fronte di un corposo pacchetto di cambiamenti riguardanti l’attuale architettura Istituzionale NESSUNO dei fautori osa sostenere e ancor meno dimostrare che la crisi che attanaglia da tempo il paese sia frutto della mancata riforma della Costituzione. Per contro è ben palpabile la crescente “divaricazione” tra lotte intestine e furbeschi tatticismi di certa classe politica e l’insieme di aspettative e bisogni di tanti cittadini.

    NON MANCANO neppure, a vari livelli, esempi concreti della grande differenza che c’è tra il promettere e l’attuare dei cambiamenti.

    Non ultimo.

    La saggezza popolare ricorda che nel dubbio è sempre meglio non rischiare.


    Conclusione.

    MAI rinunciare a dare il proprio voto.

    Si può dire NO per acquisita convinzione. Si può dire NO per rispedire al mittente (Parlamento) le decisioni di sua precipua competenza. Si può dire NO per non rischiare inutili e/o spiacevoli sorprese.

    Più il risultato è importante e più bisogna andare Avanti con Metodo

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.19) 24 ottobre 2016 01:00

      So solo che aspettiamo queste riforme istituzionali da circa trent’anni ( http://www.agoravox.it/Una-Riforma-... ) e che è arrivato il momento di decidere. La Riforma Boschi è molto circoscritta. Non stravolge la Costituzione, ma elimina i difetti più macroscopici del nostro ordinamento. Cos’altro dobbiamo aspettare per superare il bicameralismo paritario? Il ritorno di Cristo in Terra???

    • Di pv21 (---.---.---.35) 25 ottobre 2016 17:57

      APPENDICE >

      Pensare che sia meglio (?) di altri tentativi non è di per se motivo sufficiente e neppure valido per avallare una proposta di modifica di addirittura 1/3 della Costituzione.

      Specie quando al cittadino viene chiesto di decidere con 1 solo unico voto sul merito di 10 argomenti diversi e ben distinguibili.

      Per molti diventa allora naturale che poter votare si traduca in un’opportunità di giudizio, positivo o negativo, sull’operato del premier Renzi.

      Non ultimo: l’impazienza non è buona consigliera.

      Alla prossima  

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.104) 25 ottobre 2016 18:09

      Gli argomenti sono sostanzialmente quattro: monocameralismo sostanziale (con Senato trasformato in camera consultiva), migliore definizione delle competenze dello Stato e delle Regioni, abolizione delle Province e del CNEL. Questa è la ciccia della Riforma Boschi e non è affatto difficile da capire. Non la capisce solo chi non la vuol capire. Eppoi, come si fa a parlare d’impazienza dopo trent’anni di dibattiti e sei votazioni (3 della Camera e 3 del Senato) delle assemblee parlamentari sul testo della Riforma? 

    • Di pv21 (---.---.---.35) 25 ottobre 2016 19:07

      Suggerimento >

      Se non l’ha fatto provi a leggersi il ricorso presentato dall’emerito Presidente della Consulta ONIDA. ...

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.44) 25 ottobre 2016 21:29

      Vediamo se sarà accolto. In linea di principio, sarei anche d’accordo. Ma la Costituzione è molto chiara all’articolo 138 e parla di legge da sottoporre a referendum. Anche i radicali avevano promosso lo spacchettamento del quesito, ma la cosa non ha avuto molto seguito.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.195) 23 ottobre 2016 23:40

    La riforma Boschi (ma forse è meglio dire la riforma Napolitano) non calerebbe in un contesto istituzionale "pulito", cioè conforme alla Costituzione. Calerebbe in un contesto già gravemente viziato dall’anomalia dello strapotere dei partiti e avrebbe l’effetto principale di rafforzare l’anomalia mettendola al riparo dai "capricci" del sovrano democratico.


    L’anomalia è già presente da tempo in Italia e si sostanzia in una prassi che vede prevalere i partiti in ogni ambito della vita pubblica fino a diventare centri di potere a tutto campo piuttosto che promotori della partecipazione dei cittadini alla politica.
    Da molti anni ormai in Italia il Governo ha espropriato il parlamento delle sue funzioni. 
    La stragrande maggioranza delle leggi è di iniziativa governativa; l’abuso della decretazione d’urgenza senza i requisiti di necessità e urgenza è pane quotidiano, con la conseguenza che la produzione legislativa in Italia ha raggiunto vette demenziali; la disciplina di partito regna sovrana in Parlamento, alla faccia della libertà dal vincolo di mandato. 

    Ne risulta che, salvo interludi "tecnici" dovuti a PdC imposti dal Presidente della Repubblica, il Partito (il suo Capo) esprime il Presidente del Consiglio e, per suo tramite, controlla il Parlamento. Cioè ha nelle sua mani sia Esecutivo che Legislativo, coartando in tal modo sia i principi costituzionali sia quelli alla base delle moderne democrazie liberali, che poggiano sulla divisione dei poteri sovrani.
    La cosiddetta riforma rafforzerebbe questo regime partitocratico a spese della sovranità del Popolo, dunque della democrazia.

    A chi afferma che è necessario garantire la governabilità si dovrebbe ricordare che il Governo esercita un potere differente da quello che dovrebbe esercitare il Parlamento. Si citano spesso gli Stati Uniti come modello di democrazia. Ebbene, attualmente il Presidente non ha una maggioranza in Congresso: il Presidente è democratico e il Congresso a maggioranza è repubblicano. Ma nessuno si straccia le vesti affermando che le istituzioni sono bloccate.
    Si legga l’art.94 della Costituzione, nel quale SI ESCLUDE che un voto contrario del Parlamento su una proposta del Governo implichi le sue dimissioni. Per rafforzare il principio della indipendenza dei poteri lo stesso articolo stabilisce la procedura per cui il Parlamento (che rappresenta il Sovrano, ricordiamolo) può sfiduciare il Governo.
    Per AGGIRARE il principio e la norma i partiti hanno introdotto la questione di fiducia NEI REGOLAMENTI DI CAMERA E SENATO. Per cui oggi il Governo può ricattare il Parlamento riottoso con la minaccia delle dimissioni in caso di non approvazione di una sua proposta.

    Alle dimissioni seguirebbero nuove elezioni, e i partiti ben difficilmente rimetterebbero in lista chi ha fatto cadere il Governo. Così il Parlamento è diventato sempre più dipendente dai partiti e la democrazia si è andata svuotando.

    Forse la riforma di Calderoli era una porcata: non mi stupirebbe, ma è certo che la riforma Boschi è una specie di colpo di stato.

    Per questo chi ha a cuore la democrazia vota NO.



    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.104) 24 ottobre 2016 10:54

      Ovviamente si scambiano gli effetti per le cause. La decretazione d’urgenza, le finanziarie di un solo articolo di mille commi su cui si pone la fiducia e l’uso eccessivo dei voti dei fiducia sono gli effetti del bicameralismo paritario, non sono le cause. Poiché è necessario decidere per governare un popolo di sessanta milioni di abitanti e non si possono attendere i tempi biblici del bicameralismo paritario, si ricorre a queste forzature. Con la Riforma Boschi tutte queste forzature sparirebbero, perché ci sarebbero tempi certi per l’esame delle leggi. Questa Riforma non è un’invenzione di Renzi o di Napolitano, ma è qualcosa su cui il sistema politico italiano si sta accartocciando da circa trent’anni. E’ giunto il momento di chiudere la trentennale discussione su questi temi e di passare ad occuparci d’altro.

      Sintetizzo ancora di più il mio pensiero.

      I pregi della Riforma Boschi sono: 1) monocameralismo sostanziale; 2) chiarezza nei rapporti tra Stato e Regioni; 3) abolizione delle Province; 4) abolizione del CNEL.

      La Riforma Boschi NON ha i difetti dei precedenti tentativi di riforma costituzionale, perché: 1) non istituisce un bicameralismo confuso e conflittuale; 2) non devolve pericolosamente poteri alle Regioni; 3) non attribuisce maggiori poteri al presidente del Consiglio dei ministri; 4) non prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica; 5) non modifica le norme costituzionali sull’ordinamento giudiziario. Come si può accusare di deriva autoritaria una Riforma che non ha i difetti indicati nei punti 3, 4 e 5 ???

      La Riforma Boschi non comprende la legge elettorale, che è cosa distinta e diversa dalla riforma costituzionale. La legge elettorale è già all’esame della Corte Costituzionale e ho fiducia che la Corte saprà rilevarne eventuali profili d’incostituzionalità. Perché si tira in ballo la questione della legge elettorale? Perché si vuole ricattare questo governo e questa maggioranza per costringerli a cambiarla. E comunque, non ti sembra che anche di questo argomento, in Italia, si stia discutendo da troppo tempo?

      So solo che la vittoria del No non produrrebbe alcun cambiamento, perché il fronte del No è diviso e incapace di formulare una proposta alternativa di riforma costituzionale. Con la vittoria del No, ci condanneremmo a discutere di questi temi poco appassionanti per almeno altri trent’anni. Ecco perché voterò convintissimanente Sì.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.195) 27 ottobre 2016 11:40

      Caro Di Rella, è evidente che con un uomo solo al comando l’azione legislativa e di governo diverrebbero molto più veloci ed efficaci. Lo abbiamo già sperimentato: i treni arrivano in orario, i giovani fanno sport, il popolo, anarchicamente diviso, diviene un compatto come un fascio... Peccato che questo genere di efficienza abbia anche sgradevoli effetti collaterali.

      Lei dice che con la riforma verrà meno l’esigenza di ricorrere continuamente alla fiducia e alla decretazione d’urgenza. Per forza: una volta tolto di mezzo il Senato elettivo, che a causa della modalità di elezione su base regionale genera maggioranze non troppo sicure per i partiti maggiori, rimarrà solo da controllare i deputati, che sono già ben inquadrati dalla disciplina di partito. Ubbidienti soldatini agli ordini del Segretario ai quali basterà ordinare di votare secondo le indicazioni per evitare di porre la fiducia. Manipoli partitocratici che hanno già trasformato il Parlamento in un’aula sorda e grigia.
      E di provvedimenti tesi a evitare questo abominio nella cosiddetta riforma non c’è traccia, ce ne sono invece di segno contrario.
      Quello che mi stupisce è quanto poco si tenga in conto il valore della democrazia in questo Paese, tanto da svenderla in cambio di una molto presunta maggiore efficienza. La democrazia ha i suoi difetti, le sue lentezze, le sue contraddizioni. Ma è l’unico modo conosciuto per attribuire effettivamente il potere sovrano al popolo.
      Non sarebbe molto più onesto intellettualmente dire che si preferisce che il potere sovrano venga esercitato dalle elites invece di ricorrere a mille raggiri?
      Ci dobbiamo ridurre a riconoscere come più onesto un tiranno palese, che almeno si fa riconoscere e che quindi si può più agevolmente contrastare, piuttosto che un tiranno travestito da democratico?
    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.21) 28 ottobre 2016 07:35

      Lei scambia questa VETOCRAZIA che abbiamo in Italia con la democrazia. Noi vogliamo governi stabili e messi nella condizione di attuare il programma. Con un sistema bicamerale come il nostro, questo non è possibile, perché si moltiplicano i veti e i ricatti ad ogni passaggio parlamentare. Il nostro modello non è la dittatura fascista, ma quello dei sindaci. Un partito vince le elezioni e governa; l’opposizione controlla (non ricatta per essere cooptata nel governo!) e, dopo 5 anni, il popolo si esprime sull’operato del governo, confermandolo o cambiandolo. Tutto qui, tutto molto semplice.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.195) 4 novembre 2016 21:47

      Di Rella, o lei è cascato in pieno nella trappola retorica della "governabilità" oppure non me la conta giusta. Tutti i Paesi di consolidata tradizione democratica e liberale poggiano su alcuni principi che o si condividono oppure si rigettano. E in questo secondo caso definirsi democratici sarebbe una menzogna.

      In democrazia SOVRANO E’ IL POPOLO. L’ho scritto in maiuscolo per evidenziare meglio il concetto. Nelle democrazie rappresentative IL PARLAMENTO RAPPRESENTA IL POPOLO, cioè il Sovrano. Ne discende che quanto più il Parlamento rappresenta il Popolo in ogni sua articolazione ideale o pragmatica tanto più è aderente al principio di cui sopra. 
      Pertanto ogni espediente teso AD ESCLUDERE posizioni politiche, visioni ideologiche, interessi individuali o collettivi esistenti tra i cittadini dalla rappresentanza parlamentare rappresenta un vulnus per la democrazia.
      L’architettura istituzionale delle moderne democrazie liberali poggia sulla DIVISIONE DEI POTERI: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario. Poteri che sono tra loro indipendenti, che si bilanciano tra loro in modo che nessuno prevalga sugli altri. E questo è una garanzia per la democrazia e per i cittadini.
      Questo significa che l’Esecutivo, una volta insediato, è nella pienezza dei suoi poteri di governo fino al termine del suo mandato A PRESCINDERE DALLE MAGGIORANZE PARLAMENTARI.
      Il Governo è tenuto a dimettersi solo a seguito di una apposita mozione di sfiducia votata dal Parlamento secondo le procedure previste dall’art. 94 cost.
      Quella che lei chiama VETOCRAZIA discende dallo STRAVOLGIMENTO dei principi sopra detti, dalla degenerazione partitocratica dell’ordine costituzionale e dei fondamenti delle moderne democrazie liberali.
      Se la permanenza in carica del Governo viene fatta dipendere dalla maggioranza parlamentare è ovvio che il governo designato da una coalizione di partiti è soggetto al capriccio della sua più piccola componente, che può ricattare le altre minacciando di ritirarsi dalla maggioranza. Ma questo può avvenire solo perché è stata disattesa la lettera e la sostanza della Costituzione.
      E’ questo il trave nell’occhio che lei non vuole vedere. La riforma non intacca minimamente questo abominio, anzi: lo rafforza. 

  • Di linuxfan (---.---.---.116) 24 ottobre 2016 13:49

    12 motivi che, nell’insieme, sono puerili, superficiali, imbevuti della propaganda acritica e tendenziosa che questo governo sta mettendo in atto, tra l’altro spendendo i soldi dei contribuenti. Basterebbe già questo ultimo motivo per far dimettere i responsabili di una simile castroneria.

    Ma per essere più preciso, senza dilungarsi troppo: 1, chi se ne frega se Calamandrei era contrario; 2, chi se ne frega se questa riforma è migliore di quelle di Calderoli e di d’Alema, 3, chi se ne frega se, votando no, non cambia nulla - meglio non cambiare nulla che cambiare in peggio (molto peggio).

    Chi parla a favore del sì porta argomentazioni inconsistenti, da una parte dice che non è perfetta ma si potrà cambiare dopo, dall’altra dice che se non si fa niente adesso non si potrà fare mai più. Una contraddizione che la dice lunga.

    Una riforma come questa, fatta in questo modo, da queste persone, è un obbrobrio politico, una schifezza che può solo portare danni enormi all’Italia. Chi la sostiene dovrebbe vergognarsi perché palesa ignoranza, falsità, stupidità, i peggiori difetti degli italiani.

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.104) 24 ottobre 2016 14:17

      Seguo la vicenda dei cambiamenti istituzionali in Italia da più di vent’anni. Nel 1990 ho firmato e finanziato i referendum Segni. Credo di capire perfettamente i termini della questione e non accetto lezioni dal primo webete di turno. I miei motivi non sono "puerili, superficiali e imbevuti della propaganda acritica e tendenziosa che questo governo sta mettendo in atto". I miei motivi sono FATTI, non dietrologie, supposizioni malevole e accuse gratuite. Non devo vergognarmi di niente, non sono un ignorante, un falso, uno stupido e non incarno i difetti degli italiani. Su questo sito ho già scritto, più di un anno fa, sulla vicenda delle riforme istituzionali un articolo abbastanza chiaro ( http://www.agoravox.it/Una-Riforma-del-Senato-necessaria.html ). A te non frega niente di quello che scrivevano Calamandrei e Mortati, non interessa il confronto con le riforme abbozzate da D’Alema e Calderoli, non interessa il contenuto di questa riforma che non hai nemmeno letto; t’interessa solo colpire, danneggiare, azzannare e abbattere Matteo Renzi. E’ un modo di fare politica che mi fa schifo! Te lo scrive uno che alle elezioni politiche ha votato M5S alla Camera e SEL al Senato, e lo ha anche pubblicamente dichiarato ( http://www.agoravox.it/Ascolta-il-tuo-cuore-e-la-tua.html ). 

    • Di linuxfan (---.---.---.110) 25 ottobre 2016 14:49

      L’epiteto webete è divertente... qualifica bene chi che ne fa uso, a sproposito, perché lei non ha abbastanza informazioni per darmi qualifiche. Mi pare invece che sia lei a voler azzannare invece di discutere, ma non importa.

      Lei crede di capire i termini della questione, eppure non fa alcun cenno di critica... possibile che questa riforma sia perfetta? Non la sfiora il pensiero che forse il senato si poteva abolire del tutto? Oppure che non andava portata avanti, insieme con la legge elettorale, a colpi di maggioranza e fiducie? Oppure che è stata scritta in stanze segrete, insieme a Berlusconi che pensa solo ai suoi interessi, lo stesso Berlusconi che doveva essere in Game Over (parole del mentitore seriale Renzi)?

      I suoi argomenti sono puerili: "aspettiamo queste riforme da circa trent’anni". Parli per lei, io non aspetto QUESTE riforme, ma altre migliori e più condivise. E non sono solo: al 40% degli italiani questa riforma non piace e quindi non la sta aspettando. Capita la differenza tra il suo mondo e il mondo reale? Gli adulti in genere la capiscono.

      I suoi argomenti sono superficiali: "la riforma ... non devolve pericolosamente poteri alle Regioni". Perché è pericoloso dare poteri alle regioni? Lo sa lei? Perché non lo spiega? Ma se dare potere alle regioni è pericoloso, perché il Senato d’Italia dovrebbe essere formato da esponenti regionali? Non è meglio quello attuale, eletto direttamente? Lei forse una spiegazione ce l’ha, ma se non la dice, la superficialità rimane.

      Potrei continuare, ma passo ad altro. I suoi motivi "sono FATTI", dice lei. I fatti non sono sempre usabili come motivi. Il fatto che Calamandrei fosse contrario al bicameralismo paritario, non sposta di una virgola il mio pensiero contrario a questa riforma. Ce la fa a capire il perché? Ancora: il fatto che questa riforma sia migliore di quella di Calderoli non è un motivo sufficiente a renderla desiderabile. Il fatto che si voglia abolire il CNEL non rende questa riforma l’unica desiderabile, capisce la differenza tra le cose desiderabili e questa riforma?

      E parliamo di dietrologie, supposizioni malevole e accuse gratuite. Dove vede lei le dietrologie? E le supposizioni? Io vedo solo le accuse - non le nego e le ribadisco.

      Poi lei dice che non mi "frega niente" di quello che scriveva Calamandrei. Ho scritto che "non m’interessa se Calamandrei era contrario", che è cosa diversa dal rigettare qualsiasi cosa scritta da lui. Per il confronto tra questa riforma e quelle di d’Alema e Calderoli, invece: non è che non m’interessa, potrebbe essere interessante, ma sarebbe vano parlarne. Ora si deve parlare di QUESTA riforma, e nessun paragone con proposte precedenti può essere usato come motivo per apprezzare questa. Per lei invece sembra il punto centrale. Provi a fare il paragone tra questa riforma e una migliore, che può dilettarsi lei stesso a concepire, anche in modo incompleto (una Costituzione non è cosa da scrivere con una sola mano, vero?) Ma forse per lei è difficile.

      Per ultima cosa: perché si sente in dovere di proclamare che lei ha votato M5S alla camera e SEL al senato? Dovrebbero essere argomenti a sua difesa? Oppure lo dice per far notare che nel frattempo si è ravveduto e vede in Renzi il messia dell’Italia? Non c’è ironia: non capisco davvero, e comunque non ha importanza - stiamo parlando di questa riforma. Lo ripeto: non mi piace questa riforma, come è stata congeniata e da chi, e ancora meno i motivi per cui è stata proposta.

    • Di rocco (---.---.---.104) 25 ottobre 2016 17:01

      Al di là della lunga serie d’idiozie che ha scritto, questa frase è quella che certifica il suo errato modo di porsi: "Provi a fare il paragone tra questa riforma e una migliore". Non si vota tra questa riforma e una migliore, ma tra questa accettabile riforma e l’inceppatissimo assetto istituzionale attuale. Non si vota tra questa riforma e i suoi desideri! Anch’io voglio il monocameralismo, ma tutti gli oppositori a questa riforma sono bicameralisti. Pertanto, se la boccio, mi tengo il più inadeguato dei sistemi bicamerali; se l’approvo, mi avvicino ad un sistema monocamerale (cioè ai miei desideri). Spero l’abbia capito: non si sceglie tra questa riforma e i suoi (o miei) desideri, ma tra questa riforma e questo sistema bloccato. E se vincono i No, non cambia NIENTE!

    • Di linuxfan (---.---.---.110) 25 ottobre 2016 18:22

      Il modo errato di porsi è il suo, poiché si può scegliere fra questa schifezza e altre proposte che verranno. E la contraddico ancora: CERTO CHE VOTO SECONDO I MIEI DESIDERI!

      Poi, non è vero che i contrari "sono tutti per il bicameralismo". Lei ha votato M5S, non lo sa che il M5S aveva proposto di abolirlo completamente, il senato? Solo che i promotori di questa riforma non avevano tempo da perdere, non avevano voglia di fare esercizio democratico, e soprattutto volevano imporre la loro porcata secondo i loro gusti (bicameralismo incluso). Una Costituzione non si scrive con una mano sola, lei che è tanto interessato lo sa come me. Una Costituzione dovrebbe piacere almeno al 60% del popolo, e sarebbe comunque poco.

      E poi insiste ancora con questo "sistema bloccato". MA DOVE? Lo sa che abbiamo più leggi degli altri Paesi? Non si è accorto che si legifera perfino troppo, a discapito della qualità delle leggi stesse? Lei sa che negli ultimi anni i governi, nella furia di legiferare espropriando il parlamento del suo ruolo, hanno combinato un sacco di
      pasticci? E questa riforma, ideata e propugnata DA UN GOVERNO e NON DA UN PARLAMENTO, serve solo a mettere nero su bianco che la democrazia non esiste più.

      Senta, lasci perdere. Lei non ha le idee chiare, mi pare adatto ad andare a fare il senatore a tempo perso nel nuovo senato che questa riforma propone (alla faccia del monocameralismo). Lei avrà anche letto il testo di questa porcata, ma si vede che non lo ha capito, e oltre a questo le mancano i principi più basilari di democrazia.

      La lunga serie di idiozie è sua, non mia, quindi di nuovo: lasci perdere.

    • Di pv21 (---.---.---.35) 25 ottobre 2016 19:00

      ANTI illusione >

      L’attuale sistema non è “bloccato” (forse macchinoso) perché è bicamerale o per presunti limiti e/o difetti dell’attuale Costituzione.

      Per contro sono di tutta evidenza i puntuali distinguo, le lotte intestine e i furbeschi tatticismi di una certa classe politica.

      Anche se vinceranno i SI saranno sempre i gruppi parlamentari (v. Regolamenti, ecc) a poter condizionare applicazione e funzionamento del dettato Costituzionale.

      Visto l’argomento è sconsigliato sognare …

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.44) 25 ottobre 2016 21:48

      Il M5S è per il bicameralismo. E’ la loro posizione ufficiale. Hanno presentato qualche emendamento sul monocameralismo solo per provocare il PD. Voti secondo i suoi desideri e si tenga il bicameralismo, nell’eterna e delusa speranza che i pentastellati le possano dare l’abolizione del Senato. L’ho già scritto e mi ripeto: le leggi finanziarie di un solo articolo di mille commi (su cui i governi mettono la fiducia) sono il frutto avvelenato di questo bicameralismo inceppato. Il Governo ha dovuto mettere la fiducia anche sulla legge sulle unioni civili. Mi chiedo: ma dove vive? Sto cercando di farle capire che le riforme istituzionali sono all’ordine del giorno da trent’anni, che ci sono stati tentativi precedenti malriusciti (indicando anche i vizi di quei tentativi), che questo tentativo non è così malaccio perché interviene in maniera circoscritta sulla Carta Costituzionale senza toccare argomenti controversi. Lei non vuole capirlo e non vuole provare a leggere storicamente la vicenda. Fatti suoi! Per favore, però, eviti di dire che non siamo in democrazia, perché, se non lo fossimo, lei non potrebbe esprimere le sue idee contraddittorie e confuse. E io non lascio perdere un bel niente, perché non solo voterò Sì, ma farò anche campagna per il Sì nelle strade e nelle piazze.

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.204) 26 ottobre 2016 22:49

      "Il bicameralismo perfetto rappresenta invece un virtuoso meccanismo tramite il quale il Parlamento è in grado di ponderare adeguatamente le scelte complesse e delicate che si trova ogni giorno ad affrontare." - Chi l’ha scritta??? Luigi Di Maio!!! E’ una frase riportata sul blog di Beppe Grillo ( http://www.beppegrillo.it/2014/04/l... ). E’ pertanto incontestabile che M5S, dopo la non auspicabile vittoria del No, non abolirà il Senato e non istituirà un Parlamento monocamerale.

    • Di linuxfan (---.---.---.252) 27 ottobre 2016 16:28

      Insomma, lei mi sembra ossessionato in modo insano dal bicameralismo.
      Io su quel punto sono più moderato: non lodo il bicameralismo a prescindere, ma neppure credo che, in questo momento, sia un problema.

      I problemi sono altri, enormi, sono la mafia, la corruzione, l’evasione fiscale, la connivenza di troppe istituzioni politiche con lobby e poteri più o meno forti, e infine, probabilmente alla radice di tutto, l’inadempienza della classe politica ai doveri etici (e pratici) che le spettano.

      La riforma che lei auspica NON CAMBIA UNA VIRGOLA DI TUTTO CIO’, ANZI LO RINFORZA.

      Comunque lei attribuisce a Di Maio una frase che non è sua, è semplicemente un’idea condivisa da molti e ribadita da diversi costituzionalisti. In questo preciso momento, non si può neanche dire che sia completamente sbagliata, questa idea.

      Sia che vinca il no, sia che vinca il sì, se alle prossime elezioni politiche vincesse il M5S arriverebbero proposte così stravolgenti per la politica che il bicameralismo, perderebbe COMPLETAMENTE l’importanza che lei gli sta dando adesso. Mi sto riferendo all’abolizione dei finanziamenti ai giornali e ai partiti, al vincolo di mandato, al limite di due mandati elettorali e altro ancora che lei conosce. Ma lei continui pure a baloccarsi con il monocameralismo... saluti.

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.107) 28 ottobre 2016 07:53

      Come al solito, i problemi veri sono altri! Ma guarda un po’! Ce l’abbiamo solo noi un sistema così inceppato, ma i problemi veri sono altri per i benaltristi. Fa sempre presa il qualunquismo benaltristico. Senza considerare che un sistema politico in grado di decidere magari è anche in grado di risolvere qualche problema. --- Quelle parole Di Maio le ha scritte al Corriere della Sera e rappresentano la posizione ufficiale del partito --- Glielo ripeto: continui pure ad illudersi con le chiacchiere dei 5 stelle! Ma prima risponda a questa mia domanda: come farete a realizzare le vostre mirabolanti idee in un parlamento bicamerale, che volete eletto con la proporzionale, pullulante di veti e di ricatti dei partiti con cui dovrete allearvi ??? 

    • Di linuxfan (---.---.---.116) 28 ottobre 2016 10:13

      Caro sig. Rocco,

      questo non è benaltrismo, è un’analisi diversa dalla sua; riassumendo, suona così: la classe politica italiana non fa gli interessi del paese. Dando più potere a questa classe politica, la situazione peggiora. La proposta Boschi fa esattamente questo: rinforza la politica fine a sé stessa, a scapito della democrazia reale.

      Con un sistema elettorale proporzionale non ha molta importanza se il parlamento ha una camera o due; veti e ricatti continuano a esistere in ogni caso. Questa è la democrazia, una strada difficile ma l’unica sensata.

      Le cose peggiori per l’Italia sono avvenute proprio in presenza di governi forti (Berlusconi, Monti, Renzi). Leggi ad personam, cancellazione di diritti, demagogia, asservimento alle banche, eccetera eccetera. E’ questo che lei vuole?

      Posso immaginare la situazione che lei accenna: un M5S più forte di ora che, fra mille difficoltà, riuscirebbe a fare ben poco. Una parte del popolo capirà la situazione, un’altra parte no. Non ho la sfera di cristallo, quindi non posso predire che cosa accadrà dopo. Ma posso predire che cosa succederà se, passata questa riforma, il potere andasse anche per una sola legislatura alla parte politica sbagliata: l’effetto di Berlusconi+Monti+Renzi moltiplicato per 10.
      Saluti.

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.234) 29 ottobre 2016 01:23

      Berlusconi e Monti votano NO come lei e come Grillo!!! Vedo che lei non riesce nemmeno ad immaginare una politica non più vetocratica e diversa da quella che ci siamo sorbiti per 70 anni. Eppure non è difficile; basta pensare di trasporre a livello nazionale il modello dei sindaci. Faremmo un salto in avanti strepitoso! Avremmo maggioranze parlamentari scelte dai cittadini e governi stabili e in grado di decidere! La prego, si sforzi un po’! Faccia questo piccolo sforzo d’immaginazione e forse inizierà a capire che questa vetocrazia bicameralista non è la migliore forma di democrazia, ma forse una delle peggiori!

    • Di linuxfan (---.---.---.46) 29 ottobre 2016 09:38

      Indubbiamente entrambi abbiamo la testa dura. Però io riesco a essere più preciso nell’analisi. Cosa importa se Berlusconi e Monti votano no? Li ho citati per i loro governi. Quanto poi al berlusca, era lui stesso un promotore di queste riforme. E’ un voltagabbana opportunista mentitore, come Renzi: non si basi sulle parole del berlusca, non hanno anima, valgono zero. Lo stesso vale per Renzi.

      Quanto a Monti, è un altro distaccato dalla realtà - per stupidità però.

      Mi pare che lei non sia capace a discutere seguendo un filo logico. Io riesco benissimo a immaginare una politica "non più vetocratica": gliel’ho descritta, ho fatto esempi e nomi, l’abbiamo vista all’opera tutti e due. Quello che ho visto in quei tre governi è stato un fallimento della democrazia, cioé quello che lei auspica.

      Avevo accennato ai difetti atavici degli italiani, e uno di questi lei lo sta incarnando perfettamente, il "Franza o Spagna purchè se magna". Quando l’Europa unita ancora non esisteva, giravano voci sul perché i vari Paesi erano d’accordo a unirsi. Il motivo per l’Italia era che "gli italiani sono desiderosi di farsi comandare". Ed è andata così. Continua, ad andare così. Lei vuole qualcuno che vinca e comandi, non qualcuno
      che eserciti la democrazia. Tra comandare ed esercitare la democrazia c’è un abisso, ma lei non se ne rende conto.

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.14) 29 ottobre 2016 10:56

      Per lei, quindi, i problemi d’ingovernabilità e del cattivo funzionamento delle istituzioni sono da ricondurre all’antropologia degli italiani e alla generica inadeguatezza dei politici (contro cui tuona il ragionier Grillo). Ma mi faccia il piacere! Si doti di strumenti culturali più idonei a comprendere la situazione! In 70 anni, allora, i politici incapaci e coglioni si sono tutti dati appuntamento in Italia! Ma per favore! La verità è che bicameralismo e proporzionale rendono una nazione ingovernabile! E non la governerebbero nemmeno i grillini, che non sono poi dei fenomeni (l’ha sentita parlare la Raggi? E Di Maio? E Di Battista?). Chiudo, anche perché mi sono rotto i coglioni, con Pietro Nenni, che non era certo un politico incapace, stupido e ladro (come sono dipinti oggi i politici dai pentastellati), ma era un gigante rispetto alle odierne nullità grilline. Nenni (anche lui monocameralista) inventò l’espressione "Stanza dei bottoni" per indicare il luogo in cui si esercita il potere politico. Quando Nenni, nel 1963, entrò nella stanza dei bottoni, diventando vicepresidente del Consiglio dei ministri, si accorse che i bottoni non c’erano (o erano pochi) nella stanza in cui dovevano esserci. Quello che vogliamo fare è mettere i bottoni nel posto in cui devono stare per consentire ad un governo e ad una maggioranza democraticamente eletti di esercitare le loro legittime prerogative. Non vogliamo la dittatura (non la vuole più nessuno, la paventate solo voi), ma una sana alternanza tra forze politiche che abbiano la possibilità e gli strumenti per governare veramente!

    • Di linuxfan (---.---.---.22) 30 ottobre 2016 08:06

      Veramente anche io mi sto rompendo i cosiddetti, ma due-tre cose le vorrei aggiungere.

      Vede, se chi governa è un illuminato, anche una monarchia funziona. Se chi governa non è all’altezza, non ci sono speranze.

      Secondo lei, un venditore di pentole come Renzi, e i leccapiedi che lo circondano, potrebbero fare bene se solo non avessero le mani legate. Eppure hanno già fatto: sprechi e pasticci, oltre che ricerca del potere.

      Tanto per cominciare Renzi disse "mai presidente del consiglio senza elezioni"; poi detronizzò Letta senza passare per le elezioni e neppure passare per una mozione di sfiducia in parlamento (lei sa che cosa dice la Costituzione al riguardo, vero)?
      Appena insediato si mise d’accordo col berlusca e il verdino, persone proprio raccomandabili, per stravolgere Costituzione e legge elettorale. Dopo sono venuti gli 80 euro (un fiasco), il job act, fiasco ancora più clamoroso, decreti vari abbastanza ridicoli, regalie a destra e a manca, mentre una settimana sì e una no si ha notizia di processi per corruzione a carico di politici - e tenga conto che la giustizia italiana, quella sì, è inceppata.

      Insomma lei deve essere cieco e sordo, non vede in che stato sono le nostre istituzioni - e quando arriva il furbastro di turno che comincia le manovre per accentrare il potere, invece di mettere le cose a posto, lei gli crede pure. Infine dice a me di dotarsi di strumenti culturali più idonei. Questa è stupidità pura, altro che mancanza di cultura, perché non credo che lei sia cieco e sordo.
       

    • Di Rocco Di Rella (---.---.---.53) 30 ottobre 2016 18:06

      Abbiamo finalmente capito qual è il Motivo del No: l’odio verso Renzi. In nome di quest’odio cieco, dovremmo tenerci l’assurdo e sgangherato bicameralismo paritario. E’ un modo di "ragionare" e di fare politica che trovo semplicemente aberrante!

    • Di linuxfan (---.---.---.145) 31 ottobre 2016 08:06

      Ogni volta che lei scrive, dimostra mancanza di capacità di comprendonio. Ciò spiega perfettamente la sua scelta per il sì: lei non ha capito una mazza.

      Ho fatto le precisazioni su Renzi per dimostrare la sua stupidità, e a quanto pare ci sono riuscito, perché di nuovo lei non ha capito il discorso.

      Se a proporre questa riforma fosse Zagrebelsky in persona, o CHIUNQUE ALTRO, continuerei a pensare che questa riforma FA MALE ALL’ITALIA e voterei no. Ho già spiegato, e bene, il perché; se lei non capisce è affar suo.

  • Di pv21 (---.---.---.93) 28 ottobre 2016 12:11

    A questo punto si può ricominciare daccapo.

    Vedi > Stop and Go ...

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