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Recessione, cos’è, perché, e come uscirne

Cos’è la recessione? Alla parola recessione, nel Vocabolario della lingua italiana edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, leggiamo: ”…regresso dell’attività economica che, se di breve durata, può considerarsi un’oscillazione occasionale del movimento d’ascesa, oppure può preludere ad una vera e propria crisi, cioè alla depressione come fase discendente finale del ciclo economico”. Fin dai primi mesi, che era in carica, abbiamo ammonito che l’azione del governo Monti con l’inasprimento della pressione fiscale già insostenibile, avrebbe sprofondato il Paese in una fase recessiva. Vista la situazione attuale, nessuno più può negare che le nostre previsioni si siano avverate.

Nel 2012 le imprese che hanno chiuso bottega sono state 253 al giorno, si prevede che nel 2013, saranno 450.000. Il settore delle costruzioni edili, nel 2012, ha perso oltre 360.000 occupati. Abbiamo conosciuto il tristissimo fenomeno dei suicidi di piccoli imprenditori o semplici lavoratori che dopo avere constatato che le tasse non concedevano loro alcuna possibilità di sopravvivenza, si sono suicidati. I casi mostrati dalle cronache dei giornali, corrispondono ad una piccola parte dei casi effettivi, sono solamente la punta dell’iceberg, in quanto le famiglie di quei poveri disgraziati, per una sorta di pudore si sono chiuse nella tragedia che le ha colpite, senza lasciarla trapelare pubblicamente. Il governo Monti ha avuto un potere che nemmeno Mussolini in epoca fascista aveva avuto. Nessuna forza politica avrebbe osato contrastare la sua azione invocata per sanare il Paese, e così è stato. Tuttavia, nessuna delle riforme indispensabili alla crescita e allo sviluppo è stata affrontata e varata, non la riforma della giustizia, non la riforma della burocrazia, non il rilancio delle infrastrutture, stradali e informatiche che vedono il nostro Paese in fondo alla classifica europea, non la riforma della costituzione con in primis l’abolizione del sistema bicamerale e l’ampliamento dei poteri del presidente del consiglio in assenza del quale il Paese continuerà inesorabilmente ad essere ingovernabile a beneficio delle piccole formazioni politiche, non la riduzione degli addetti agli apparati politici, a cominciare dal Quirinale, statali e parastatali con il corollario degli iperbolici costi a carico della collettività.

L’azione del governo si è incentrata esclusivamente sui conti pubblici e sulla cura dell’immagine del presidente del consiglio interinale Mario Monti presso i governanti stranieri, con il malcelato obiettivo di nuocere all’immagine del leader del PDL, Silvio Berlusconi. In sintesi, Monti non ha fatto ciò che avrebbe potuto e dovuto fare e ha fatto ciò che non avrebbe dovuto fare, in primis l’inasprimento della pressione fiscale. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, attualmente deus ex machina del Paese, prima ancora che potesse dimostrare sul campo i suoi meriti o demeriti, a novembre del 2011, ritenne di dover gratificare Mario Monti, della nomina a senatore a vita della Repubblica Italiana con un appannaggio di ben 25.000 euro mensili che si vanno ad aggiungere alle pensioni che l’ineffabile professore bocconiano ingurgita in un boccone senza batter ciglio, e alla rendita dei numerosi immobili di proprietà.

Secondo voi cari lettori, il professore Monti può immedesimarsi nel dramma del piccolo imprenditore costretto al suicidio perché minacciato di esproprio da Equitalia? Sarebbe interessante oggi, a posteriori, sapere se i cittadini Italiani avrebbero approvato tale nomina. È necessario che gli Italiani comprendano che un cittadino che non lavora e non produce, non solo non sarà in grado di far quadrare i propri conti e quelli pubblici ma inesorabilmente sarà costretto a erodere i risparmi frutto di una vita di lavoro, vedrà aumentare il deficit pubblico, il governo dei tecnici si riterrà autorizzato a nuovi aumenti della pressione fiscale con un crescendo demenziale e micidiale. Un paese dinamico, vitale, sarà in grado affrontare e risolvere i problemi sociali, darà lavoro e fiducia ai giovani e ai non più giovani, e evitando sperperi, potrà ridurre il deficit. Tutti si convincano che l’attenzione si deve focalizzare sul lavoro anziché sulla vita privata dei politici. L’emotività, l’invidia, il rancore, producono solo danni anziché risolvere i problemi che invece aggravano. I tecnici da chiamare alla guida del paese, sono coloro che il lavoro lo creano, lo gestiscono ogni giorno, insieme ai lavoratori collaboratori: gli imprenditori! Ascoltate Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria, i programmi da lui indicati devono essere la vostra stella polare. Se il programma del partito che a voi piace è compatibile con quanto indicato da Giorgio Squinzi va bene, altrimenti, sarà meglio che indirizziate altrove le vostre preferenze.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.161) 20 febbraio 2013 18:01

    Ti racconto una storia :

    C’era una volta un imprenditore ed immobiliarista edile che costrui’ ,in seguito si scopri’ lucrando senza scrupoli su ferro e cemento ,un palazzotto che un suo "amico " ingegnere aveva progettato( poi si scopri’) su un terreno instabile ,concessione ottenuta tramite un "amico " che lavorava all’Urbanistica e che apparteneva allo stesso gruppo di " amici " di partito che governava la città (risulta dagli atti). Dopo la vendita del fabbricato non passò molto tempo che cominciarono a comparire crepe e cedimenti importanti. L’acquirente si rivolse all’imprenditore che mandò a tappare le crepe un muratore . Malgrado i tentativi il palazzotto continuò a dare segni preoccupanti .

    L’imprenditore ,il progettista ed il responsabile tecnico comunale ,cercarono di scaricare la responsabilità sul muratore , ultimo che era intervenuto per porre rimedio .I tre "amici " tuttavia vennero condannati sia in sede civile che penale, mentre al bravo muratore che aveva fatto tutto il possibile venne riconosciuto il merito ,con il suo intervento , di avere impedito il crollo totale del fabbricato.

    Con il tuo articolo tu ci stai raccontando esattamente la stessa storia .Trai la morale.
    ciao

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