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Raùl Castro e Papa Francesco: dottrina sociale della Chiesa chiave di volta del disgelo Cuba-USA

Al "Fungo", ingresso posteriore dell'Aula Paolo VI, Raùl Castro arriva alle 9.30, subito accolto da Mons Gaenswein Prefetto della Casa Pontificia e dal Card. Gallagher "Ministro degli esteri" vaticano.
 
Il colloquio cordiale con Papa Francesco, subito dopo, dura ben 55 minuti. Termina con l'invito a visitare Cuba nel prossimo settembre e con lo scambio di doni: un medaglione raffigurante S. Martino nell'atto di coprire il povero con il suo mantello ed una copia della "Evangelii Gaudium" da parte di Papa Francesco; un medaglione con la raffigurazione della Cattedrale de L'Avana ed un quadro di Kcho raffigurante una grande croce composta di barconi sovrapposti a raffigurare il dramma dei profughi. Raùl Castro ringrazia ufficialmente il Pontefice per l'impegno della Santa Sede per il disgelo tra l'isola caraibica e gli USA.
 
Un'azione lunga e delicata: bisogna "tornare indietro di due Papi" per l'inizio, con Giovanni Paolo II, l'incontro storico con il Leader Maximo Fidel, poi a quello con Benedetto XVI, non meno significativo, con l'apertura del primo seminario a L'Avana. Nessuno - probabilmente anche per motivi diplomatici - ha sinora osato dirlo, ma pian piano i nodi arrivano al pettine e sembra sempre più evidente che un ruolo primario abbia svolto proprio la "Dottrina Sociale della Chiesa".
 
Essa infatti condivide quella che per Cuba è la preoccupazione più grave per un'apertura verso gli USA, ovvero quella del capitalismo selvaggio, che lo stesso Karol Wojtyla d'altronde ha potuto sperimentare direttamente per quanto concerne la sua Polonia, preoccupazione condivisa peraltro dai suoi successori. Proprio su questo fronte a L'Avana è assai caro da sempre il mantenimento delle proprie conquiste sociali e sanitarie.
 
Non è perciò un caso che l'apertura abbia potuto trovare un progresso notevole sino al compimento attuale proprio con il primo Presidente USA che, almeno per quanto concerne la sanità, di quelle conquiste ha deciso di fare il proprio cavallo di battaglia per le sue presidenziali. Altro tassello importante che accomuna i leaders cubani - sia Fidel che Raùl - soprattutto a Giovanni Paolo II ed a Papa Francesco è il riferimento alla figura di S. Ignazio di Loyola e dunque ad una concezione che ha precorso sia l'attuale Dottrina Sociale della Chiesa, sia l'impegno socioculturale per l'equità e la giustizia. Ora, finalmente, si apre un'era nuova.
 
Foto: Agenzia Cubana de Noticias
 
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