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Rapporto Svimez: la questione occupazionale nel divario tra nord e sud

Il Meridione continua vertiginosamente a perdere pezzi della sua popolazione, scappano soprattutto i giovani alla ricerca di un lavoro al Nord. Con loro partono anche le risorse che stimolano la crescita civile ed economica delle regioni del sud e che contribuiscono allo sviluppo senza quartiere del martoriato territorio del meridione d'Italia. 

Mutuo l’articolo del quotidiano cattolico Avvenire, per scrivere una riflessione sull’argomento. 

- La questione occupazionale non é nata ora ed ha cause alquanto remote, che ristagnano nel mondo politico ed economico nazionale. L’italia è stata governata dai partiti liberaldemocratici, che negli ultimi anni si sono camuffati sotto altre sigle, ció nonostante il problema resta legato alla politica e non ai partiti. Sono stati negati e soppressi quei diritti conquistati nel dopoguerra col sangue dei lavoratori e del movimento operaio in particolare. I sindacati assenti, se non quando compiacenti. E questa non è una storia differente. Oggi la questione va affrontata da un altra prospettiva, che è quella del dominio dei gruppi finanziari, che hanno pervaso ogni settore della vita civile e produttiva della nazione. Seguendo la logica del profitto, si sono aperte le porte alla delocalizzazione ed alla contrazione del mercato del lavoro al sud.

L’impoverimento del meridione favorisce altri e più moderni sistemi di impresa, come ad esempio il project financing utilizzato per realizzare grandi opere, non sempre utili, e per intervenire sul controllo dei servizi pubblici, oppure si fa ricorso ad altre forme di investimento, laddove si studiano certe criticità delle piccole imprese ed aziende, al fine di spianare la strada a forme di concentrazione di impresa, per mezzo delle quali intervengono dei compratori interessati, che in taluni casi operano in conto proprio, in altri per conto di terzi. Capita che in qualche caso simili operazioni commerciali siano funzionali al riciclaggio del denaro di dubbia provenienza, agendo come lavatrici. E ancora, come avviene ormai da qualche tempo in agricoltura, prende sempre maggiore forma il sistema della concentrazione dei terreni coltivati nelle mani di uno o pochi imprenditori, che vogliono contrastare la concorrenza, se non addirittura annientarla, ed asservire i piccoli proprietari in difficoltà quando essi sono costretti a svendere i propri agrumeti.

Anche il mercato immobiliare comincia ad essere preso di mira. In questo gioco finanziario e commerciale si insinuano la mafia e la malavita locale organizzata e connivente, compresi i colletti bianchi e i politici, che in qualche caso fanno persino da garanti, o più semplicemente si tacciono, in funzione delle acclarate amicizie e frequentazioni coi boss o i referenti locali. Per fortuna oggi questi modi di fare impresa vengono più facilmente scoperti, seguendo le tracce lasciate dal denaro circolante. Quindi, più forte è il sistema della concentrazione dei capitali, più è povero il sud, maggiori sono il controllo del mercato del lavoro e la flessibilità del rapporto e più ampia é la possibilità che la mafia faccia impresa indiscriminatamente.

Il settore pubblico non risulta meno inquinato in tal senso, considerato che ancora oggi il controllo sugli appalti, sui sub appalti e sull’indotto è purtroppo ancora troppo blando o lento. In generale, gli investimenti nel mondo produttivo nel Meridione sono enormemente inferiori rispetto alla più alta percentuale di denaro e di risorse destinate nel Settentrione, dati statistici alla mano, che riportano le forti diseguaglianze nel Paese, tra nord e sud, e sottolineano il gap occupazionale con riferimento all’etá ed al genere della popolazione. Nel meridione i lavori non qualificati subiscono costantemente un collasso e sempre più alta è la flessione delle professioni altamente specializzate. Nel settore privato i contratti stabili sono notevolmente e progressivamente diminuiti.

Di conseguenza chi scappa dal sud, sia esso un operaio e un artigiano, sia esso un professionista o un intellettuale, parallelamente al bisogno occupazionale non vuole assolutamente essere contaminato dal malaffare, né restare soggiogato dalla servitù del bisogno e da ogni forma di condizionamento o di svilimento delle proprie qualità e professionalità.

La politica deve obbligatoriamente cambiare rotta e, prima di qualunque cosa, deve essere garante della legalità e dell’equilibrio dei rapporti commerciali e del lavoro ed altresì capace di programmare e pianificare, per evitare, non solo statisticamente, il preoccupante divario. Non scordiamoci mai che il progresso senza sviluppo è sempre una trappola. -

Nello Russo

Foto: Pixabay

Questo articolo è stato pubblicato qui

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