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Rapporto Italia Eurispes 2020: aumentano i negazionisti e gli apologhi del fascismo

Pochi mesi fa qui su Stranieriincampania raccontavamo dell’istituzione della “Commissione Segre” contro odio, razzismo e antisemitismo: una commissione bicamerale con compiti di osservazione e iniziativa sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di individui e gruppi in base a etnia, religione, provenienza geografica e orientamento sessuale.

 

La Commissione probabilmente avrà molto lavoro se, come rilevato dal “Rapporto Italia” 2020 di Eurispes, risultano in aumento quanti ridimensionano la portata della Shoah (dall’11,1% al 16,1%). Un dato preoccupante che arriva a pochi giorni dalla Giornata della Memoria del 27 gennaio, nell’anniversario della liberazione del lager di Aushwitz da parte dell’Armata Rossa, durante la quale si ricorda lo sterminio nazifascista ai danni di ebrei, rom, portatori d’handicap e oppositori politici. 

La maggioranza degli intervistati ritiene che i casi di antisemitismo siano indice di un reale problema del nostro paese è che sono una conseguenza del ricorso sempre più consistente a linguaggi d’odio e intolleranza. Resta però ancora un 37,2% del campione che minimizza, riducendo questi episodi a “bravate” e “provocazione”. Parallelamente, circa il 20% pensa che Benito Mussolini – dittatore fascista al governo in Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943 – “sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio”.

La ricerca di Eurispes indaga però anche sul rapporto tra italiani e migranti.

Si registra una crescente percezione negativa dell’immigrazione e dei migranti visti, da un intervistato su tre, come una minaccia all’identità nazionale. In calo di ben 17 punti percentuali la posizione secondo cui l’incontro con gli stranieri porta a un arricchimento culturale: dal 59,1% al 42%. 

Negli ultimi dieci anni inoltre, secondo l’istituto di ricerca, sono diminuiti di oltre dieci punti percentuali gli italiani favorevoli allo Ius Soli, dal 60,3% al 50% (qui un nostro articolo sulle proposte di legge in Parlamento). Di conseguenza, triplicano gli italiani che sostengono un approccio alla cittadinanza più rigido, legato solamente allo Ius Sanguinis (ovvero un diritto legato in via quasi esclusiva ad una discendenza da cittadini italiani).

A proposito invece di “italiani senza cittadinanza” (ovvero i giovani nati o cresciuti in Italia ma privi del passaporto), cala la percentuale – sebbene in misura minore rispetto alle precedenti osservazioni – di chi auspica la concessione della cittadinanza a quanti completano il ciclo di studi in Italia (dal 21,3% al 16,5%).

Se, inoltre, per una netta maggioranza del campione (77,2%) i migranti vengono sfruttati dai datori di lavoro italiani, cresce di oltre 10 punti la convinzione che gli stranieri “tolgano lavoro” agli autoctoni (sebbene sia una tesi screditata da più parti).

Infine, solo per il 16% la priorità nel campo dell’immigrazione è agevolare la regolarizzazione degli irregolari (nel 2010 questa era il 25,5%), per il 24% invece bisognerebbe inasprire ulteriormente i controlli alle frontiere e per il 15 ridurre i visti dai paesi dai quali provengono la maggior parte dei migranti.

***

L’Eurispes è un ente privato che opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale, dal 1989 pubblica il “Rapporto Italia” che descrive i cambiamenti socio-culturali in atto nel nostro paese. Il rapporto 2020 è stato presentato oggi a Roma.

Foto di Pedro Figueras da Pixabay 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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