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Rai. Da Carosio a Garimberti

Chi è giovane può non sapere chi sia Carosio come chi non legge giornali o non guarda telegiornali può non conoscere Garimberti. Un mitico cronista sportivo del passato. Il nuovo presidente della RAI.

Cosa unisce due personaggi così lontani, temporalmente e nelle funzioni?
La dimostrazione matematica che non può che essere deficitario il bilancio economico dell’azienda RAI.

Nicolò Carosio (1907 - 1984) è stato un grande giornalista sportivo siciliano, inaugurò per la Eiar le radiocronache dei Mondiali di calcio nel 1934 durante la seconda edizione ospitata dall’Italia e vinta dalla Nazionale, padrona di casa, guidata da Vittorio Pozzo e commentò anche l’oro olimpico di Berlino del 1936 e la vittoria azzurra dei Mondiali di Francia del 1938.

Passò in televisione nel 1954, anno dell’inizio ufficiale delle trasmissioni e divenne celebre per il suo "quasi rete", culmine delle sue fantasiose telecronache che spesso esulavano dagli avvenimenti in campo, per far sognare lo spettatore con toni epici assunti sin dai tempi radiofonici.


Dal 1955 commentò alcune partite della Serie A, alternandosi a Nando Martellini e la storia andò avanti fino al suo pensionamento.

Non sto facendo la biografia di Carosio, ma vorrei solo sottolineare che il servizio di radiocronaca o videocronaca era sostenuto interamente per i 90’ della partita solo da lui, con l’unico sostegno di una bottiglia di minerale!

Ieri 1 aprile 2009, come milioni di italiani, ho guardato in tv la partita Italia - Irlanda trasmessa su Rai Uno in diretta dallo stadio di Bari ed ho contato 8 giornalisti/opinionisti addetti al servizio. Telecronisti dallo stadio di Bari: Marco Civoli con Salvatore Bagni, giornalista a bordo campo addetto alle "interviste volanti" Carlo Paris, intervistatore ufficiale Varriale, dallo studio Rai Goria con Giordano e non so da dove Failla con Mazzola.

Una folla di personaggi che si contendono, spesso con ridondanti ripetizioni, la parola ma più che altro, se aggiunti alla troupe di tecnici, videoperatori, registi, aiuto registi etc.., il costo della ripresa dell’evento sportivo diventa, rispetto ai tempi di Carosio, proibitivo.

Paolo Garimberti, giornalista italiano, il 26 marzo 2009 è stato eletto Presidente della Rai dal Consiglio d’Amministrazione all’unanimità e, successivamente, la Commissione di Vigilanza Rai ha convalidato la sua nomina con voto anch’esso unanime: 37 voti su 37 presenti.

Ha presieduto per la prima volta, quindi, il Consiglio d’Amministrazione ed ha approvato il bilancio consuntivo 2008 dell’azienda. Sarebbe stata una buona occasione per Lui sottolineare alcuni aspetti di buon governo amministrativo da mettere in atto. Ma per ora tutto tace .

Commenti all'articolo

  • Di alride (---.---.---.14) 2 aprile 2009 16:48

    ...e continuerà a tacere.
    Il presidente della Rai ha il compito di tutelare gli interessi politici della maggioranza e della minoranza.
    Non a caso, nella fattispecie, l’elezione è avvenuta ed è stata ratificata all’unanimità.
    Il contesto descritto nell’articolo ben descrive la ridondanza di personale, giornalisti e non.
    I manager dell’azienda conoscono il proprio mestiere e sono del tutto consapevoli delle diseconomie perpetuate (mi sembra banale qui fornire un elenco puntuale degli sperperi).
    Credo che non dobbiamo essere ipocriti, nè fare demagogia.
    La Rai è gestita, come avvenuto per Alitalia, ad immagine e somiglianza di chi la controlla -pro quota tutte le forze politiche- e deve sapientemente somministrare benefit, carriere e poltrone, in tutte le sue articolazioni.
    Ancora fingiamo di stupirci? Per favore BASTA.
    Secondo le regole, anche il neo eletto terrà fede al mandato ricevuto.
    Per il resto l’articolo mi è piaciuto molto.
    Buona visione a tutti.

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