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 Home page > Tribuna Libera > Questa è l’Italia fondata sul lavoro

Questa è l’Italia fondata sul lavoro

Bandi, incentivi, start up …sono solo parole. Quante volte ci siamo illusi di poter risolvere i nostri problemi economici/finanziari aderendo ad un bando o sfruttando un incentivo oppure, meglio ancora iniziando una nuova vita lavorativa, oggi elegantemente chiamata “start up”, pensando di ripartire agevolati proprio da queste forme che sembrerebbero regalarti, ma solo a parole, il modo di aprire una nuova attività con fondi caduti dal cielo.

Purtroppo è solo illusione, quando si va a leggere le schede tecniche di questi bandi si scopre che la verità è ben diversa e molto amara. In primo luogo devi avere già tu di partenza almeno il 50% del capitale richiesto per poter aderire al fondo o comunque alle varie forme di prestito, perché in fondo di questo si tratta. Forse agevolati, ma per essere agevolati chiedono delle condizioni davvero impossibili. Se una persona avesse il 50 % del capitale iniziale, molto probabilmente non dovrebbe nemmeno farsi tanto il sangue amaro per aderire ad un bando, potrebbe già partire con l’attività perché, con accordi ben stipulati con i fornitori per pagamenti a 30/60/90 giorni, non avrebbe bisogno di nessun sostegno. Basterebbe il giro d’affari a coprire l’altro 50 % del capitale che manca per iniziare un’attività.

Allora perché creare questo specchietto per le allodole e incattivire le persone con possibili prestiti agevolati che non vedranno raramente o mai? Perché fingere di stanziare fondi che in effetti non verranno mai assegnati se non ai soliti amici di famiglia? Per complicare la vita a chi cerca di lavorare si sono inventati anche i “consorzi di garanzia", che teoricamente dovrebbero garantire i fondi che una banca eroga ad un cliente, sempre che questo riesca a farsi erogare qualche somma. La faccenda è che non funzionano nemmeno questi; ci sono quelli che sono falliti, come ad esempio quello della banca Intesa San Paolo, che tanto era ritenuto valido. Ma se sono proprio i consorzi che dovrebbero garantire il credito a fallire chi garantisce i consorzi? E chi garantisce le banche? Perché anche loro hanno dei momenti difficili (come dimenticare il Banco Ambrosiano di Calvi?).

Tutti commettono errori, tutti fanno danni enormi, ma chi paga davvero è sempre e solo il cittadino, che con fiducia si rivolge alle banche dalle quali viene regolarmente spennato. Non viene aiutato, se permettete viene maltrattato, ma chi paga a fine mese lo stipendio a tutti, banchieri compresi, è sempre lui, il cittadino, con i suoi piccoli risparmi, il mutuo che lo dissangua, l’euro per bolletta che gli trattengono. Ma se chiede un finanziamento o vuole partecipare ad un bando o a qualsiasi altra forma di sovvenzione non troverà altro che ostacoli e dinieghi. Questa è l’Italia fondata sul lavoro!

 

Foto: Flazingo Photos, Flickr

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