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 Home page > Tribuna Libera > Quelli che

Quelli che

Quelli che siamo alla vecchia guardia contro la nuova guardia.
Quelli che vogliono cambiare il paese finalmente, contro quelli della palude.
Quelli che il partito non è una bocciofila e si decide tutto in direzione.
Quelli che il pallone è mio, è quella la porta se te ne vuoi andare.
Quelli che ce lo chiede l'Europa, gli imprenditori, il mondo intero. 
Quelli che noi non pensiamo a Margaret ma a Marta e per dare a lei più diritti li togliamo a tutti.
Quelli che se Renzi fa quello che dice il centrodestra noi lo votiamo.
Quelli che è tutta colpa dei magistrati che fanno troppe ferie.


Quelli che è colpa dei sindacati (tutti? solo qualcuno?) se Marta non può avere figli.
Quelli che tutti devono fare un sacrificio. Specie quelli che li han fatti fin'ora.
Quelli che fino a sentenza passata in giudicato uno è innocente. E non mi importa di quello che ha combinato.
Quelli che le scelte della politica e dell'industria non le lasciamo ai magistrati. Anche se poi quelli arrivano e ci arrestano tutti.
Quelli che noi vogliamo rinnovare il paese. Assieme a quelli che l'han portato al declino.
Quelli che noi vogliamo togliere la burocrazia. Ma se compri casa devi sempre passare dal notaio. Se vuoi la carta d'identità devi sempre fare la fila.
Quelli che bisogna snellire. Ma a furia di snellire, disboscare e cementificare, il paese viene giù.
Quelli che chi sbaglia paga. Come all'Ilva di Taranto. Come nella terra dei fuochi in Campania. Come per il Mose a Venezia, per le società pubbliche coi buchi di bilancio (come l'Atac a Roma).
Quelli che noi abbiamo preso il 41% e ci piace così tanto far scegliere la gente che toglieremo dal voto province e senato.
Quelli che alla fine siamo sempre lì a parlare delle stesse cose: l'articolo 18, l'autoriciclaggio (annacquato), la corruzione, l'evasione ..

Foto: Palazzo Chigi, Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.116) 24 settembre 2014 18:21

    DOPPIO gioco >


    Parlare dell’art.18 come di un simbolo ideologico (politico) concorre a depistare la coscienza collettiva.

    Non a caso chi sostiene l’abolizione della possibilità di reintegro a fronte di un licenziamento senza giustificato motivo evita ogni confronto su almeno un paio di effetti sostanziali.


    Dal giorno dopo l’imprenditore potrà soppesare in piena autonomia il proprio interesse allo scambio tra lavoratori anziani e neo-assunti.

    Per certo troverà più casi in cui dei calcolabili vantaggi (benefici) sovrastano l’onere (costo) dell’indennità dovuta.


    Secondo.

    In assenza di norme per una compartecipazione attiva dei dipendenti alla gestione dell’esercizio di impresa (v. Germania) è da considerare scontata la progressiva scomparsa di ogni forma di “rivendicazione” e perfino di minima “resistenza” nei confronti del datore di lavoro.

    Sarebbe un requiem per la rappresentanza sindacale prevista in Costituzione (art. 39).


    Nel paese del Barbiere ed il Lupo non difettano soluzioni davvero singolari …

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