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Quattro preoccupazioni sulla storia della "culona inchiavabile"

"L’ultimo incubo berlusconiano", "l’intercettazione ‘killer’", "se fosse pubblicata sui giornali il governo del Cavaliere non avrebbe scampo", scrive La Stampa. Un "insulto" che "può far saltare tutto", aggiunge l’Unità. "Se esce è la fine", "su quella frase ci sbraneranno", riporta il Riformista, mettendo le parole in bocca a Silvio Berlusconi.

 

Poco importa che, al momento, si tratti di niente più che una indiscrezione sul contenuto di un’intercettazione di una telefonata tra il presidente del Consiglio e Giampaolo Tarantini: quel "culona inchiavabile" con cui il Cavaliere avrebbe apostrofato Angela Merkel è già diventato materia di scontro diplomatico, economico ("pesa sull’euro", ha scritto Stefano Feltri) e il terreno su cui giocare, per l’ennesima volta, la partita per una fine anticipata della legislatura.

Non che manchino i motivi per augurarsi che il governo Berlusconi IV termini la sua tragica esperienza il prima possibile. Anzi. Ma l’importanza che ha assunto questa vicenda racconta molto bene, temo, le preoccupazioni di chi crede che non basti liberarsi con qualsiasi mezzo dell’odiato Silvio per risolvere, in un colpo, buona parte dei problemi strutturali del Paese.

Prima di tutto, perché rivela la propensione di molti media italiani, e di molti italiani, a giudicare prima di valutare l’attendibilità dei dati su cui si basa il giudizio. Prendiamo per esempio il pezzo del Fatto Quotidiano che, dopo la puntura di Jena, ha scatenato la polemica: chi sono le fonti? Si tratta dell’"ultima indiscrezione" di cui mormorano "alcuni deputati pidiellini di stretta osservanza arcoriana" e "un leghista di rito maroniano". E "due cronisti di primo piano nel Palazzo" che, scrive Sara Nicoli, "sanno". O meglio, "dicono di sapere". "'Fonte certa’, spacciano". Ed è quanto basta per creare un caso internazionale. Perché da lì, grazie anche a "qualcuno che vola alto nella conoscenza delle lingue", la ‘notizia’ si diffonde ai quattro venti.

Compresi i media tedeschi, che sono saltati immediatamente sul carro delle indiscrezioni (come riporta con estrema precisione NonLeggerlo, Bild ci costruisce il titolone anche sulla base di un incredibile "secondo alcuni blog"), seguiti a ruota da quelli di mezzo mondo (grazie ancora a Wil). E qui entra in gioco il secondo motivo di preoccupazione: in che cosa si distinguono gli incensatissimi media di oltreconfine dai vituperatissimi giornali tradizionali? Perché se i primi pubblicano e commentano una indiscrezione meritano automaticamente considerazione mentre i secondi, al più, l’ennesimo lamento sullo stato penoso della carta stampata? Miracoli dell’antiberlusconismo a ogni costo: quando si tratta di dare addosso a Berlusconi, tutto è lecito. Se poi è il New York Times a farlo, allora guai a criticare. Anche se, con un’uscita degna del peggior populismo da osteria, se ne esce con una frase che identifica il ridicolo di cui è (spesso giustamente) coperto questo esecutivo con quello che starebbe avvolgendo il Paese. Tutti nel calderone, tutti uguali. Nessuna indignazione per essere stati tutti messi alla stregua del peggior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni. Il nostro è tutto indistintamente "un Paese di merda": applausi bipartisan, fine della discussione.

Terzo motivo di preoccupazione: dopo aver scorso le 100 mila intercettazioni tra Berlusconi e Tarantini, pare non ci sia traccia della frase in questione. Presto per dirlo con certezza, ma un’eventuale conferma della bontà dell’indiscrezione non toglierebbe che per giorni il dibattito internazionale è stato orientato da "voci", più che da "fatti". E ancora: se invece davvero si trattasse di dare la smentita, siamo sicuri che tutti lo farebbero conferendogli l’adeguata visibilità? E quanti italiani rimarrebbero comunque dell’opinione che il presidente del Consiglio abbia deriso Angela Merkel al telefono con un presunto procacciatore di prostitute? Vista l’incapacità critica di cui sopra, temo molti. Da ultimo: si cancellerebbero i danni provocati a livello diplomatico ed economico con il Paese che, in questo momento, ci sta salvando dal fallimento? Difficile: "ormai", come ha scritto sempre Stefano Feltri, "poco importa se [la frase] sia vera o falsa".

C’è poi un quarto motivo di perplessità: se anche Berlusconi avesse pronunciato quella frase, siamo davvero sicuri si tratti di una buona ragione per far cadere un governo? Il fatto che ci siano ottimi argomenti per sostenere che questa coalizione debba fare un passo indietro non significa che ogni argomento per sostenerlo sia un buon argomento. Questo, a mio avviso, non lo è. Perché chiunque, in una conversazione privata, deve essere libero di esprimersi come gli pare e piace su chi gli pare e piace. Perché il motivo per cui quella conversazione è stata intercettata non ha niente a che vedere con i giudizi di Berlusconi sulla cancelliera tedesca (il che solleva e in qualche modo legittima le solite perplessità sull’uso delle intercettazioni, tra l’altro, su cui poi il Pdl può ricamare i suoi astrusi teoremi). E perché un Paese dove nemmeno per le opinioni al telefono prive di alcuna rilevanza giuridica vale più un confine tra pubblico e privato è un Paese che non ha alcun motivo di sperare in un futuro migliore per un semplice cambio di esecutivo.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.185) 18 settembre 2011 19:49

    Oracolo Sondrico >

    Tremonti vuole subito gli Eurobond e respinge come “cosa strampalata” l’obiezione di un nostro evidente vantaggio a scapito di Francia e Germania.
    Ha dimenticato le puntuali “riserve” espresse da Merkel e Sarkozy su chi pagherebbe il conto?
    Prima servirebbero altre spiegazioni.
    Quale Ministro Economia e Finanze dovrebbe dirci a cosa sono serviti i 650 miliardi di Debiti (di cui 300 dal 2008) accumulati con i vari governi Berlusconi.
    Dovrebbe chiarire perché Trichet, Merkel e Sarkozy ci hanno “dettato” una manovra da 55 miliardi prima di convincersi a comprare i nostri Btp.
    Basta sentenziare che la crisi “non era prevedibile” e che “i mostri si avvicendano”?

    Approvata la manovra, si prospetta un futuro denso di sacrifici e di incognite.
    Basterà fare il “tagliando” alle sue “40 azioni” messe in campo per lo sviluppo? Oppure basta “chiosare” che “molto dipenderà” dalle future decisioni di Berlino.
    (Magari sperando che la Merkel sia molto, molto ... spiritosa)

    Snocciolare citazioni, metafore e responsi è espediente tipico di un Dossier Arroganza

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