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La ’ndrangheta si appropria di una strada pubblica e mette un cancello

In Calabria succede che percorrendo una strada pubblica, all'improvviso trovi innanzi al tuo cammino un cancello con scritto «strada privata» e «divieto di accesso» .
 
Ciò è accaduto a Melicuccà nel reggino. E' dovuta intervenire la polizia che ha dovuto fronteggiare anche le proteste della famiglia mafiosa locale che rivendicava la proprietà di quel tratto di strada.
 
La strada interessata è la Strada San Giorgio. Ma anche nel vicino comune di Seminara succede che sempre una famiglia mafiosa impianta degli ulivi e realizza un terrapieno. Beh protestano anche per questa invasione dello Stato nel loro Stato. Praticamente le 'ndrine si comportano come se la Calabria fosse loro proprietà
 
Hanno le loro leggi, il loro codice, il loro modo di operare, e di diffondere il terrore. E' una notizia che dovrebbe produrre gran scalpore. Ma in questo momento ci son cose più importanti a cui pensare.
 
Al fazzoletto verde di Berlusconi, allo stile di Carla Bruni, o tante altre non notizie che rendono vera e viva l'informazione in questo democratico paese. Calabria, Calabria, Calabria, ma quando mai finirà tutto ciò?
 
La 'ndrangheta avrà mai fine? O sarà destinata a divenir il padrone assoluto della nostra terra? Beh nel dubbio, ora come ora, si comportano da liberi padroni, liberi di decidere la non esistenza della democrazia in quella terra, della non liberà di esistenza, della povertà assoluta di una terra che può e deve divenir altro.
Quel cancello è stato rimosso.
 
La strada pubblica privatizzata dalla 'ndrangheta è ora nuovamente pubblica. Piccola conquista in una splendida terra devastata dalla cattiva politica e gestione del bene non più pubblico.

Commenti all'articolo

  • Di Giuseppe Iaconis (---.---.---.253) 4 marzo 2011 15:09
    Giuseppe Iaconis

    Qualcuno, molto prima di me, disse: "La mafia è un fenomeno umano e, come tutti i fenomeni umani, ha un inizio e una fine!".
    Se la politica non fosse intervenuta in suo "soccorso", forse, questa fine sarebbe già arrivata. Ma non dispero, confido nelle nuove generazioni e sul loro desiderio di riscatto. Confido sulle enormi possibilità afferte dalla modernità (internet prima di tutto) che offre ai ragazzi del Meridione la possibilità di confrontarsi col mondo.
    Speriamo che in un prossimo futuro tutto questo sia soltanto un brutto ricordo!
    Un abbraccio

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