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Qualche domanda sulla morte di Yara Gambirasio

Alcuni dubbi, in attesa dei risultati degli esami autoptici e scientifici sul corpo della piccola Yara, mettendo in sequenza i fatti e le inquietanti coincidenze accadute nei pressi della scena del crimine.


La strana morte di Eddy Manuel Barone Castillo, originario di Santo Domingo, a poche centinaia di metri dal luogo dove è stata ritrovato il cadavere della bambina.

Non avrebbe potuto essere più triste l'epilogo della vicenda del rapimento di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni di Brembate di Sopra (BG), rapita lo scorso 26 novembre 2010. L'orrore per il ritrovamento casuale dei poveri resti della bambina, da parte di un appassionato di aeromodellismo, in località Bedeschi a Chignolo d'Isola (BG), ad appena una decina di chilometri dal luogo della sua scomparsa, e la circostanza che il corpicino della vittima si trovasse ad appena 300 metri dal centro di coordinamento ricerche istituito presso il Comando della Polizia dell'Isola bergamasca di via Carso, su un terreno che era stato già perlustrato tre volte, metro per metro, ha contribuito ad aggravare il dolore e l'indignazione dei parenti, dei concittadini di Yara, e di una vasta porzione dell'opinione pubblica.

Amarezza e sconforto che, è facile immaginare, ha colpito anche le migliaia di volontari e componenti delle forze dell'ordine, vigili del fuoco, investigatori ed addetti alla protezione civile, che hanno battuto ininterrottamente, palmo a palmo, 400 kmq di territorio, nella speranza di trovare viva la bambina, in una delle più vaste operazioni per ricercare una persona scomparsa mai effettuate in Italia.

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Con il ritrovamento del corpo di Yara si può adesso solo sperare che i rilievi scientifici effettuati sulla scena del crimine, al giorno d'oggi il primo passo per qualsiasi indagine, possano al più presto fornire elementi utili per poter sapere se il corpo della ragazza sia stato abbandonato a Chignolo d'Isola immediatamente dopo il rapimento, oppure in una fase successiva. Sarà necessario inoltre investigare accuratamente le cause della morte, che sembrerebbe essere stata provocata da un'arma da taglio, verificare se vi è stata violenza sessuale e se vi sono tracce biologiche estranee sui resti di Yara. Si tratta di aspetti che fanno parte ovviamente dei protocolli della medicina forense. Dobbiamo solo aspettare.

Parafrasando il personaggio di Michael Connelly, il detective Harry Bosch del LAPD, in ogni assassinio c'è la storia di una città e, grazie agli strumenti di cui oggi dispone la polizia scientifica, la scena in cui è stato ritrovato il corpo della bambina, accuratamente mappata, diventerà una città. Una piccola città.

I reperti parlano e dicono sempre delle modalità di un omicidio. Quando due soggetti entrano in contatto tra loro ne deriva sempre un trasferimento di materiale dal soggetto A al soggetto B, o viceversa, oppure reciprocamente. La scena di un crimine nasconde sempre le tracce dell'assassino, la sua firma o signature, il suo forensic awareness, lo staging (ovvero la messa in scena della vittima), l'undoing, etc.

Oggi è possibile raccogliere questi elementi fondamentali grazie soprattutto al lavoro nei laboratori scientifici. Da una sola particella, da una sola cellula epiteliale, da un pelo, un capello, da un frammento di filamento, sarà possibile individuare caratteristiche dell'assassino o degli assassini, i luoghi in cui ha sostato la vittima ed ovviamente il DNA del responsabile o dei responsabili di un omidicio così orrendo.

Competerà ovviamente agli inquirenti effettuare le investigazioni necessarie, al riparo dal rumore mediatico e nel rispetto che si deve ad un dramma che sta commuovendo l'opinione pubblica del paese. A noi non resta quindi che seguire le notizie ed avventurarci in qualche congettura, provando un po' ad organizzare diversamente l'ordine delle notizie mainstream, che inevitabilmente si moltiplicheranno su questa vicenda.

Innanzitutto, non si possono non notare alcuni particolari inquietanti, coincidenze o compatibilità, che saltano immediatamente all'occhio e che potrebbero già dire qualcosa dell'assassino o degli assassini della ragazza.

Yara, come è noto, era andata in palestra per portare uno stereo al posto della sorella più grande. Questo aspetto assolutamente imprevedibile ha suggerito nei mesi scorsi più di una congettura sulle modalità del sequestro, dallo scambio di persona, secondo la tesi del sequestro organizzato, fino alla ipotesi del sequestro da parte di uno o più maniaci sessuali che aspettavano sulla strada la vittima più indifesa. La seconda ipotesi potrebbe far propendere ad un carattere "seriale" dell'esecutore (o degli esecutori).

Perché Yara Gambirasio è stata ritrovata casualmente proprio il 26 febbraio 2011? Tra la data della sua scomparsa, 26 novembre 2010, ed il suo ritrovamento intercorrono esattamente 90 giorni, 3 mesi. Sono cifre, numeri che non hanno nessun significato per noi, ma che potrebbero averne nella mente malata di uno squilibrato, o di un gruppo di squilibrati. Aspetti che allontanerebbero dal campo delle ipotesi un qualsiasi movente legato ad una vendetta della criminalità organizzata nei confronti del padre di Yara, Fulvio Gambirasio. Oppure potrebbe trattarsi di un depistaggio? Sempre se fosse vera l'ipotesi che il corpo della ragazzina sia stato portato in località Bedeschi negli ultimi giorni, nelle ultime ore.

L'ipotesi, per quanto sia stata rafforzata giornalisticamente dalla presenza dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo sul luogo del ritrovamento (in passato si è occupata delle vittime delle Bestie di Satana), sembrerebbe essere smentita dallo stato del cadavere della piccola Yara. Varie testimonianze hanno riferito che aveva le braccia riverse all'indietro, come se fosse stato trascinato. Mummificato e scarnificato sarebbe troppo fragile quindi per non subire danni o fratture durante il trasporto.

Alcuni quotidiani si sono lanciati in interpretazioni qabbalistiche per spiegare la coincidenza delle date, dando credito alla pista delle sette sataniche, che già in passato si sono rese responsabili di crimini efferati nelle provincie lombarde. Il punto è però: come poteva sapere l'assassino che il corpo sarebbe stato trovato effettivamente quel giorno?

In un caso del genere ciò vorrebbe dire che l'assassino avrebbe potuto volere che la vittima fosse scoperta esattamente in quella data, e l'aver diramato alla stampa la notizia della scoperta del corpo di Yara potrebbe rischiare di rivelarsi un tragico errore da parte degli inquirenti. Uno dei più famosi serial kiler d'America, Jerome Brudos, che aveva l'abitudine di fotografare le sue vittime dopo averle strangolate, occultandone i corpi in corsi d'acqua dopo averli legati ad una corda, fu catturato proprio grazie alla scoperta del cadavere di una delle sue vittime legata sotto un ponte, dove periodicamente l'assassino si recava per osservarla. Gli investigatori non dovettero fare altro che attendere il sospettato ed incastrarlo. Nell'ipotesi che l'assassino di Yara abbia una personalità disturbata, non avendo occultato o distrutto il cadavere, avrebbe forse potuto essere utile valutare prima se la circostanza del macabro ritrovamento potesse o no essere associata a qualche rituale o ad un messaggio diretto a qualcuno, come è tipico in questi casi. Il non riuscire a far arrivare a destinazione il messaggio come desiderava avrebbe potuto comportare un errore da parte del killer, portandolo ad esporsi. Una ipotesi che non andrebbe mai scartata.

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La zona dove è stato trovato il cadavere di Yara si è detto che era stata perlustrata. Naturalmente anche in ricerche di questo tipo può sfuggire qualcosa, considerate anche le condizioni climatiche in cui spesso queste sono avvenute. La zona sarebbe però frequentata da cacciatori con i cani, pescatori, oltre a cittadini che portano i loro animali domestici a passeggio. Come è possibile che in tre mesi nessuno abbia mai notato niente? Come è possibile che nemmeno i cani abbiano sentito la presenza del corpo?

L'ipotesi che sarà eventualmente smentita solo dalle analisi scientifiche, ovvero lo spostamento del corpo solo in una fase successiva alle ricerche effettuate in quella località, è stata fatta anche dal sindaco di Chignolo, e da vari addetti e responsabili della protezione civile intervistati in questi giorni da stampa e TV.

E' chiaro che la prima domanda a cui dovranno dare una risposta le analisi scientifiche è se il corpo sia stato spostato veramente sul luogo del ritrovamento dopo il 26 novembre, in quali luoghi può essere stato prima? Ovvero cercare sui vestiti della ragazza le tracce che potrebbero ricostruirne gli spostamenti.

La dinamica della morte di Yara, l'eventualità di una sua morte successiva alla data del rapimento, è uno degli elementi centrali per le indagini. Se fosse stata uccisa oltre la data del 26 novembre, potrebbe voler dire che l'assassino non ha agito da solo. A questo punto assumerebbero nuova rilevanza le testimonianze acquisite sugli 11 minuti trascorsi tra l'uscita della palestra e la scomparsa del segnale del cellulare di Yara.

Il giovane Enrico Tironi, la cui testimonianza è stata definita controversa, affermò di aver visto Yara parlare con due uomini, di cui uno gli sembrava "straniero", nei pressi di una Citroen rossa con le quattro frecce accese. La signora Marina Abeni ha sostenuto di aver visto, mentre accompagnava il cane, due uomini discutere animatamente sullo stesso tratto di strada, prima dell'orario in cui sarebbe scomparsa Yara e, l'ex guardia giurata Mario Torracco, sarebbe stato il testimone oculare di ciò che a lui sembrò un litigio tra due fidanzati e che potrebbe invece essersi trattato del momento del rapimento.

La strana morte di Eddy Manuel Barone Castillo

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A poche centinaia di metri dai cespugli dove è stata ritrovata Yara, alle 11 del mattino di poche settimane fa, il 16 gennaio 2011, fu rinvenuto il cadavere di un ragazzo italo-domenicano di 26 anni, Eddy Manuel Barone Castillo, ucciso nella notte tra il 15 e il 16 gennaio e poi abbandonato a terra lungo la strada. Eddy Manuel Barone Castillo originario di Santo Domingo viveva da anni ad Almenno San Bartolomeo (BG) insieme alla famiglia. Aveva qualche piccolo precedente penale. Il suo cadavere presentava ecchimosi e ferite al volto. Dopo l’autopsia effettuata sul suo cadavere è risultato essere morto in seguito alle percosse subite al termine di una probabile lite violenta.

Entrambi i ritrovamenti, sono avvenuti nei pressi di via Bedeschi, dall'altra parte della stradina sterrata, il "vialone delle sabbie", che collega il comune di Cignolo d'Isola e Madone, nei pressi della discoteca “Sabbie Mobili Evolution”.

La strada è nota anche per essere frequentata da clienti di prostitute e consumatori di sostanze stupefacenti; nonostante ciò non si può non rimanere basiti sul fatto che due episodi criminosi siano accaduti a così poca distanza, sia spaziale che temporale, l'uno dall'altro, nella tranquilla provincia bergamasca. Sono collegati tra di loro? Il ragazzo dominicano ha forse visto qualcosa che non doveva vedere? Oppure c'è altro?

Se l'omicidio di Yara fosse stato opera di una banda è immaginabile che, data la gravità del fatto, all'interno dei componenti stessi della banda ci siano soggetti che hanno avuto responsabilità diversificate, e che potrebbero trovarsi in pericolo di vita, sospettati dal loro capo branco di probabili cedimenti psicologici. Oppure potrebbe già essere successo che qualcuno sia stato eliminato per evitare di confessare il rapimento della ragazza.

Per scoprire la verità potrebbe essere necessario indagare anche sugli episodi apparentemente irrilevanti accaduti sul territorio, e non solo nella provincia di Bergamo, individuando eventuali nessi e collegamenti tra di loro, soprattutto sui casi di morti misteriose, strani suicidi, avvenimenti apparentemente scollegati tra di loro accaduti in questi mesi.

La tragica vicenda di Yara, finché non verrà assicurato alla giustizia il responsabile (o i responsabili), è destinata a portare ancora con sé uno strascico di sospetti che continueranno ad irradiare tutta la criminalità della provincia di Bergamo, orientando la curiosità di giornalisti ed investigatori anche sulla "indisturbata" presenza delle mafie negli affari locali. Si tratta di uno scherzo fin troppo pericoloso, se il movente è estraneo alla vendetta della criminalità organizzata, e che rischia di essere fatale per chi ha commesso un omicidio così orrendo...

Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli (---.---.---.103) 28 febbraio 2011 10:19

    In ogni caso rimane ,per ora senza risposta, la domanda "perchè è stata rapita e uccisa". Quanto al delitto del giovane 26 enne ,il cui corpo è stato ritrovato nelle vicinanze, nella stessa strada, che dire allora del delitto di via Poma, ma non di quello di Simonetta , ma di quello precedente avvenuto nel 1984? A me non appaiono collegati ma...

  • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.220) 28 febbraio 2011 10:39
    Emiliano Di Marco

    Sulla circostanza del rapimento, il perchè qualche congettura mi ero già permesso di ipotizzarla (va su questo articolo) , ci sarebbe poi la domanda "come facevano a sapere che Yara sarebbe uscita quel giorno"?
    Se Yara fosse stata l’obiettivo e la data avesse un significato, anche se la logistica del rapimento fosse stata prevista, sarebbe stato molto complicato riuscire a prevedere che la bambina uscisse di casa e che sulla strada c’erano le circostanze favorevoli per catturararla.

    Due testimonianze sui rapitori, negli 11 minuti dalla uscita di Yara alla sua scomparsa, non sono poche.

    Il punto clamoroso è però che nel giro di poche settimane, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, sono stati trovati due cadaveri, quello di Yara e quello di Eddy.
    Stiamo parlando di paesini, Chignolo d’Isola, che a stento superano i tremila abitanti, ragazzi.
    E sulla stessa strada, pochi metri dopo, c’è anche il comando di polizia che serve tutti i comuni dell’area.

  • Di pv21 (---.---.---.50) 28 febbraio 2011 18:20

    Primo: rispettare >

    Ci sono dichiarazioni "convinte" di cercatori che affermano di aver più volte battuto la zona del ritrovamento. Precisano addirittura le modalità di esecuzione: uomini in fila che avanzano distanziati di un paio di metri.

    Domanda. Dove sono e chi sono quei 3-4 soggetti in grado di dichiarare e "testimoniare" di essere passati esattamente nel punto del ritrovamento?

    Il dramma sta nell’efferato omicidio di una 13nne e non nella "reputazione" degli addetti alle ricerche.
    Primo: rispettare. Rispettare è evitare di avventurarsi in strane ipotesi-spiegazioni se non si dispone della Legenda per un delitto ... 

    • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.220) 28 febbraio 2011 19:12
      Emiliano Di Marco

      Grazie per il commento, ma sinceramente non credo affatto che in questo articolo vengano insultati i volontari e quanti si sono prodigati per cercare la povera ragazza. Anzi...

      Abbiamo visto tutti in TV le dichiarazioni dei responsabili della protezione civile ed il sindaco di Chignolo mettere in dubbio che il corpo fosse sempre stato lì. Si tratta di due figure istituzionali, non di passanti o persone sconosciute. La notizia c’è.

      Vedremo le analisi forensi cosa diranno.

      Ti ringrazio per il suggerimento e complimenti per il blog, ma di manuali di medicina legale o forense, e trattati di scienze criminologiche ne ho a sufficienza. 
      smiley

  • Di pv21 (---.---.---.50) 28 febbraio 2011 20:02

    Caro Emiliano
    non è bello vedere in TV "figure istituzionali" che cercano di difendere la "reputazione" con dichiarazioni non confortate da "testimonianze" attendibili. Nessuno ha detto: io sono passato di lì e garantisco che il corpo non c’era.

    Nel primo sopralluogo è stato subito constatato che il corpo era in avanzato stato di decomposizione. Impossibile immaginare che fosse stato "trascinato" negli ultimi giorni.

    Si è pensato a tutto meno che ad un delitto legato ad un tentativo di violenza sessuale.
    Spiegazione troppo semplice per un pubblico abituato a storie intricate?
    Cordialità 

    • Di Emiliano Di Marco (---.---.---.192) 28 febbraio 2011 21:13
      Emiliano Di Marco

      Questo non siamo in grado di valutarlo nè tu, nè io, nè chiunque altro, prima ovviamente di conoscere i risultati delle analisi scientifiche. Che comuqnue non avremo modo di poter conoscere nel dettaglio.
      Attenzione che porsi delle domande è una cosa, arrivare a delle conclusioni è un’altra cosa.

      Il fatto che i vari leaks dell’informazione ci consentano di farci una idea su di un fatto, o di congetturare sul modo in cui quel fatto ci venga raccontato dai media, non deve mai autorizzarci a pensare di essere in grado di bypassare l’esperienza diretta o le fonti. E qui al massimo possiamo porci delle domande, sperando siano intelligenti e magari, chissà, anche utili.

      Ciao smiley

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