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Puntata Presa Diretta del 23 ottobre: lavoratori in nero nel pubblico e affidabilità dell’etilometro

 
L'anteprima della puntata – L'etilometro
 
Dal 1990 sulle strade per stabilire se il guidatore è in stato di ebbrezza si usa l'etilometro: quanto è attendibile? Si rischia una multa da 500 euro per 0,5gr di alcool per litro, poi i punti della patente, poi la sospensione e così via: sanzioni severe perché in ballo, sulla strada, c'è la vita umana.
Antonella Cignarale ha indagato sull'attendibilità dell'etilometro: il servizio è cominciato dalla fila delle persone fermate per guida in stato di ebbrezza. Una lunga trafila burocratica, processi lunghi anni, file ai controlli.
E c'è anche chi, dopo anni di burocrazia, è riuscito a dimostrare che la macchinetta aveva fallito: se fai una respirazione lunga, se l'aria è fredda, si può abbattere il valore del test anche del 25%. Anche quando nel cavo orale ci sono sostanze che interferiscono: il cioccolatino col liquore, medicinali con base alcolica (come il collutorio). Stessa cosa se inaliamo l'alcool etilico dal naso, come successo al guidatore di pulmann di persone anziane un po' alticce.
 
C'è un altro fattore: ogni organismo reagisce in modo diverso, con etilometri diversi, in giorni diversi. Non solo: l'etilometro calcola la concentrazione dell'alcool del sangue, misurando l'alito che viene moltiplicato per un fattore che è oggi messo in discussione dalla comunità scientifica.
Esiste uno studio italiano, condotto su 1400 guidatori: l'etilometro è fedele per soglie di alcool sopra 1gr/l, sotto inizia a dare i numeri, specie con le basse temperature.
Inoltre dopo 1 anno di attività questi strumenti andrebbero ritarati e se sballati, non vanno più usati. Ci sono guidatori che al processo sono stati assolti perché la macchina non era stata revisionata: ci sono voluti anni di processi e tanti soldi, migliaia di euro. E nonostante l'assoluzione, la trafila burocratica di controlli e test delle urine devono andare avanti.
 
Esistono altri strumenti per misurare l'alcool: in Germania non si usa solo l'etilometro, si fanno anche altri test fisici. In Germania fanno anche l'analisi del sangue, fatte da un medico, c'è una differenza tra fiato e sangue – dicono. Controlli efficaci e più prevenzione è quello che chiedono i parenti delle vittime della strada: la gente deve essere formata, si dovrebbe smettere con la pubblicità all'alcool. Nemmeno sappiamo quante sono le vittime della strada per alcool, perché l'Istat non lo rivela più.
 
Comunque servono almeno un paio d'ore per smaltire un bicchiere di limoncello, meglio saperlo prima.
 
 
Socialmente umiliati – di Bernardo Iovene
 
Ci sono lavoratori che lavorano da anni per lo Stato senza alcuna tutela o contributo: LSU, lavoratori socialmente utili si chiamano, senza loro il lavoro nei comuni, nei tribunali, si fermerebbe. Spesso sono anche di più dei dipendenti pubblici di ruolo, fanno lavori che non toccherebbero a loro: un lavoro in nero, campano con un sussidio di disoccupazione senza che nessuno si sia mai accorto di loro.
Iovene è andato a scoprirli a Frattamaggiore, dentro il comune. Stesso discorso al comune di Marigliano, dove come LSU trovano anche un architetto che prende lo stesso sussidio degli altri, da 19 anni.
 
Gli LSU non hanno nessun contributo, sono entrati come disoccupati e dovevano essere impiegati per pochi mesi, un anno. E invece si ritrovano a svolgere lavori da dipendente pubblico, ma in modo abusivo e per anni. Al massimo un'integrazione da qualche centinaio di euro dal comune.
DE Magistris, sindaco di Napoli, ammette che molti servizi non andrebbero avanti senza LSU, ma essendo in pre dissesto non può assumere. Il decreto Madia comporterebbe l'assunzione, ma le risorse le dovrebbero mettere gli enti, compresi i contributi mancanti per anni.
 
L'Inps paga questi lavoratori, disoccupati, ma non si è preoccupato dei mancati contributi: nemmeno la direttrice dell'Inps che gestisce gli ammortizzatori sociali non ci voleva credere: “trasecolo .. è un lavoro nero per la ppaa ..”.
 
In 22 anni è un po' poco trasecolare: c'è un precariato di Stato, che dura da venti anni, persone che non vedranno un briciolo di pensione. Per uno stipendio da miseria. Con la speranza di essere regolarizzato un giorno, perché fuori non c'è altro lavoro.
 
In Sicilia hanno cambiato nome, in molti hanno speculato sugli ASU (i lavoratori LSU si chiamano ASU in Sicilia..): sono pagati dalla regione, per esempio per la biglietteria del tempio di Segesta, dal ministero del beni culturali.
Che ha fatto una convenzione con una cooperativa, pagata dalla regione direttamente: la cooperativa non servirebbe, una intermediazione inutile, che serve solo per fare gli accordi con gli enti pubblici.
Le cooperative sono create ad hoc dalla regione, perfino per lavorare nelle parrocchie, enti che pure loro sono proprietari di beni culturali.
Non ne avrebbero diritto, è una forzatura: perpetue pagate dalla regione per pulire le chiese.
Basta un progetto e la regione paga, che però rimane un sussidio di disoccupazione da 500 euro al mese: un bel vantaggio per i parroci.
 
A Taormina la coop Isvil fa lavorare 160 persone per un patronato UIL: senza farsi riprendere, qualcuno racconta dei favoritismi del presidente della cooperativa, che si fa pagare una parte delle quote dai dipendenti, circa 30 euro.
Ma alla regione Sicilia non risulta che ci siano LSU che lavorano in un sindacato: non dovrebbero lavorare da soli nel CAF, dicono.
Eppure è così.
 
Al museo Nello Cassato, a Barcellona Pozzo di Gotto lavorano 18 lavoratori LSU forniti dalla regione: sopravvivono con l'aiuto dei genitori.
Al comune di Palermo sono in migliaia i dipendenti LSU: non ci sono cooperative di mezzo, assicura il sindaco, spiegando come le coop servano solo a mangiarci sopra.
Ad Alcamo altri LSU senza di cui la macchina si fermerebbe.
 
Tutto è iniziato nel 2000 con Tiziano Treu: l'istituto nasceva per una assunzione a termine, poi è diventato un abuso, facendo lavorare queste persone per anni.
Come se ne esce? Assumendoli, quelli che servono.
Anche Treu non si è accorto, dopo anni, che gli LSU erano diventati assistenzialismo, posti di lavoro finti, clientelismo, sfruttamento.
 
Cosa succede al nord?
Al nord non ci sono LSU, ma tirocinanti da anni: a Milano ci sono tirocinanti fermi in Tribunale da anni, per un periodo di formazione che doveva durare solo un anno.
E invece, anno dopo anno, siamo a sei anni di tirocinio. Gente di 50 anni che dovrebbe lavorare sotto un tutor, persone inquadrate come studenti. In questo modo il personale del ministero della Giustizia tiene al lavoro gente gratis.
 
Anche alla corte d'Appello di Bologna altri tirocinanti: una di questa è diventata anche funzionaria. Dipendenti invisibili a 400 euro al mese. Invisibili per il ministero ma indispensabili per la macchina della giustizia, come ammettono gli stessi dirigenti del tribunale.
Nel palazzo della giustizia, ci sono persone che non vedranno mai giustizia per il loro sfruttamento. Che vergogna.
 
A Roma siamo all'ottavo anno di tirocinio, la stessa situazione di Milano e Bologna: Orlando era comprensivo, una volta. Ora che è ministro non ha accettato di aprire un tavolo: per la stabilizzazione c'è solo il concorso. Ma alla prima prova scritta la maggior parte di loro è stata bocciata: colpa della Costituzione, si difende il ministro.
Esiste una legge del 1987 che permetterebbe di far entrare questi LSU dentro la macchina pubblica – spiegano queste persone.
Ma “è il capitalismo baby” racconta Orlando: solo alcuni di questi potranno essere assunti, per gli altri si salvi chi può.
Perché queste persone provengono da aziende chiuse o aziende che li hanno lasciati a casa.
 
A Torino LSU trattati come studenti, come borsisti nell'istituto di zooprofilattica: personale specializzato, pagato da fondi europeii, a costo zero dallo Stato.
La precarietà ci porta ad essere ricattabili – dice uno di loro: perché senza un contratto sono le persone più deboli, perché possono dar fastidio a qualcuno, per il loro lavoro.
Ricercatori preziosi che non sono ricercatori.
Il ministro Lorenzin non ha voluto però parlare con Report di questi borsisti, assunti anche tramite le agenzie interinali.
Nonostante ci siano i centri per l'impiego, CPI, che sono nel limbo tra regioni e provincie..
 
La confusione istituzionale, causato dal referendum, porta ad una situazione quasi grottesca: ad un centro per l'impiego un disoccupato si trova davanti un precario. Futuro disoccupato.
Nei centri per il lavoro anziché il lavoro si trovano i tirocini: ci si ritrova tirocinante con uno stipendio da nemmeno 1000 euro a 50 anni.
 
Passiamo alle agenzie interinali: ad Ivrea dalla Olivetti siamo passati ai call center, con dipendenti che arrivano dalle agenzie interinali.
Assunti con contratti rinnovati ogni settimana, per un anno anche: lavori a tre giorni, prendere o lasciare.
Contratti dove firmi per tre ore al giorno, dove però lavori anche otto o dieci ore al giorno: e ore in più sono supplementari, nemmeno straordinari. I turni sono comunicati via email, alle 18: non puoi nemmeno pianificare la giornata.
Nei locali dove lavorano si aspetta, tra un turno e l'altro: una situazione di ansia, quella vissuta da queste persone, assunte da Ramstadt, per Tim.
Questa flessibilità è aumentata grazie ad una legge del governo Renzi, che ha tolto la necessità della motivazione della causale per le assunzioni a termine: la precarietà diventa così struttuale.
 
Nella logistica il lavoro si appalta direttamente nelle cooperative: dovevano servire a tutelare i lavoratori e invece sono strumento di sfruttamento.
E se vai dal sindacato, perché lavorano 70 ore a settimana per portare i mobili per Mondo convenienza, ti dicono che non possono fare nulla.
Una situazione di sfruttamento continua, straordinari non pagati, un crollo fisico per il lavoro, nessuna indennità.
 
Ogni volta che ai consorzi che vincono gli appalti con le aziende sentono odore di sindacati, le cooperative cambiano nome, spostano sede e cambiano contratto. Da settore trasporti a settore multiservizi.
 
L'avvocato Fuso, che assiste il consorzio ha consentito all'intervista: non risultano le 70 ore, nemmeno i premi se una persona fa 31 giorni di lavoro.
Che cooperative sono? Dovrebbero essere non a scopo di lucro, eppure...
Il cambio di contratto dentro la cooperativa? È stato votato da 200 soci, spiega l'avvocato.
Peccato che le assemblee si svolgano in video conferenze, sei costretto a firmare.
 
Sono coop spurie: da strumento di tutela sono diventate strumento di profitto per imprenditori con interesse a fare profitto e basta.
La CGIL ha aperto una vertenza in prefettura: ma mentre si fa vertenza, mentre forse si faranno le ispezioni, questi cambiano appalto e cooperativa e siamo punto e a capo.
Servirebbero più ispettori, peccato che nelle coop il vigilante è pagato dal vigilato.
 
Quale è stata la risposta della politica a questa gente sfruttata: Madia ha detto che i costi per le assunzioni sono a carico delle amministrazioni. Padoan ha scelto di non commentare. Poletti è impegnato in una partita di calcetto …
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