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Promesse elettorali e situazione reale: è arrivato il momento di aprire gli occhi

 

Promettere ai cittadini ciò che vogliono sentirsi dire è una strategia politica, riconducibile alle metodiche della propaganda politica elettorale.

Se i politici fossero persone oneste, ma oneste davvero, non prenderebbero per i fondelli la popolazione, promettendo cose irrealizzabili, al solo scopo di ottenere consenso. Ricordate tutti una cosa: ottenere consenso a ogni costo, promettendo cose irrealizzabili, chiarisce bene un concetto, e cioè che ai politici, di ogni schieramento, non interessa affatto il bene dei cittadini e la soluzione delle problematiche, bensì salire o restare al potere.

Se così non fosse, infatti, avvertirebbero la popolazione di ciò che sta per avvenire, e non certo per spaventarli o per fare terrorismo: se ci trovassimo davvero in una repubblica a regime democratico, uno dei primi elementi per concretizzarla è proprio quello di mettere le persone nella condizione di comprendere la realtà in cui vive, e anche, i motivi che portano al dissesto.

Invece no: l’unico pensiero, l’unica esigenza, l’unica mira del parterre politico, è quello di turlupinare la popolazione, continuare a mantenere la propria posizione dominante, per poi sciorinare le solite scusanti post elettorali, condite da dichiarazioni trite e ritrite, che palesano un altro metodo abietto: quello di dare la colpa a chi non ne ha. Prioritariamente, queste colpe – in Italia – se le becca la Commissione Europea, “rea” di avvertire costantemente i governi italiani che devono smetterla di giocare col futuro di milioni di persone.

Sappiate anzi una cosa importantissima: nella strategia politica del non raccontare mai alla popolazione la realtà dei fatti, non viene ovviamente mai detto che tutti i partiti che si sono susseguiti alla gestione della nazione nel corso degli ultimi decenni, hanno stretto accordi su accordi proprio con la UE, su tutte le tematiche che poi, in campagna elettorale, mentono di voler sanare, dando un calcio in culo alla UE.

Porterò ora una serie di dati, che debbono necessariamente far riflettere gli italiani.

Nessuno, in campagna elettorale, ha parlato di una situazione che non renderà mai possibile davvero una delle promesse più bugiarde paventate da partiti come la Lega o l’ex movimento: cancellare la Legge Fornero.

In realtà, la UE ci chiede una riforma Fornero Bis, e non certo perché a Bruxelles siano pazzi o abbiano tendenze sadiche, da soddisfare contro la popolazione italiana.

Si sappia infatti, che nei costi di gestione annuali dello Stato, ci sono due dati fondamentali, che – da soli - si mangiano una bella fetta del denaro pubblico destinato alle spese. Questi dati, sono relativi al costo delle pensioni e a quello degli stipendi dei dipendenti pubblici.

Per circa quarant’anni, in Italia, si è vissuto allegramente, senza mai voler guardare alla realtà. Parlo dei politici, ma anche dei cittadini. Si è sempre pensato che, tutto sommato, le cose non andassero poi così male nel nostro paese e, complici la costante propaganda politica, che annienta la realtà a suon di slogan, i cittadini si sono adagiati a un sistema che, goccia dopo goccia, ha tolto loro risorse e diritti civili.

Parlo di un sistema paese che non ha mai voluto mettere davvero a posto l’assillante situazione dei conti e del debito pubblico, che – se è pur vero quanto sia difficile pareggiarli – doveva almeno essere seriamente presa in considerazione.

Invece no: l’Italia – attraverso i governi che si sono succeduti - ha continuato a macinare debito pubblico, dilapidando risorse pubbliche, spendendole male, accaparrando risorse a scopi personali, cedendo diritti a chi non ne ha diritto e negandoli a chi li ha.

Non basta: a causa del metodo clientelare che ha reso impossibile la realizzazione di una vera democrazia nel nostro paese, sosteniamo gli stipendi di ben 3,5 milioni di impiegati pubblici, che non servono ad avere un sistema pubblico lineare e funzionale, in considerazione del fatto che subiamo la burocrazia più complicata al mondo, e anche la spesa per 18 milioni di pensionati, che a buona ragione hanno diritto alla pensione, ma che pesano troppo sulla gestione della cosa pubblica.

Ovviamente, anche gli impiegati pubblici hanno diritto di lavoro e di stipendio, ma sono mal gestiti e mal impiegati, e questo crea ulteriori sofferenze economiche per il paese. Le persone vengono collocate male, la burocrazia non consente a molti di snellire i processi amministrativi. Insomma: un altro granello nel meccanismo poco lineare di questa nazione.

Tradotto in soldoni, significa una spesa pari a 170 miliardi di euro solo per gli stipendi degli impiegati pubblici, e 260 miliardi di euro per ciò che concerne la spesa relativa alle pensioni. Considerando che la spesa annuale dell’apparato statale è di circa 800 miliardi di euro, fate i conti della serva: 430 miliardi se ne vanno solo tra stipendi e pensioni. Più della metà della spesa annuale globale.

430 miliardi che dovrebbero essere pagati grazie per una quota parte, grazie al versamento, da parte dei cittadini, di tasse e imposte - anche dei lavoratori che pagano all’origine queste imposte – e per la restante parte, aumentando il debito pubblico.

Come può quindi essere possibile sanare il debito pubblico, cancellare la Legge Fornero, abbassare le tasse e le imposte, e persino realizzare un reddito di cittadinanza, è solo nella mente di chi sa di prendere per i fondelli, una volta di più, una larga fetta di popolazione.

In tutto ciò cosa accade? Che nella campagna elettorale più assurda degli ultimi quarant’anni di Repubblica, i partiti politici, con prevalenza per la Lega e l’ex movimento, invece di parlare a cuore aperto agli italiani, dicendo le cose come stanno, urlano in coro: “Noi vi salveremo dall’Unione Europea, cancelleremo la Legge Fornero, realizzeremo il reddito di cittadinanza, respingeremo i migranti e realizzeremo la flat tax”.

Tutte cose irrealizzabili per le ovvie ragioni che ho esposto prima. Inoltre, spero sia chiaro a tutti che la famosa “Flat Tax”, propagandata da ogni formazione politica, andrebbe ad avvantaggiare unicamente chi guadagna di più, non il contrario.

E aggiungo anche che la tematica dei respingimenti dei migranti è un’altra presa per i fondelli, dal momento che tutti i partiti politici, negli ultimi vent’anni e passa, hanno guardato con favore ai flussi migratori verso il nostro paese, sfruttandone tutte le peculiarità, non ultima quella delle trattative sempre in corso proprio con la UE, che in cambio di flussi sempre maggiori verso le nostre sponde, ha chiuso più volte un occhio sui disastrosi conti pubblici nazionali.

Ora, a fronte di tutto ciò: di chi è la colpa di ciò che sta accadendo? Non certo di Mattarella, che anche in queste ore ha dichiarato cose reali, come il fatto che Savona non poteva ricoprire il ruolo di Ministro delle Finanze, essendo un riconosciuto antieuropeista, e senza poter mentire sul fatto – acclarato – che l’Italia fa parte dell’Unione Europea che, molti italiani se ne facciano una ragione, è la nostra salvezza, e non la nostra condanna.

Lo spread che è tornato a schizzare verso l'alto, non è sinonimo di errori compiuti in queste ore dal presidente della Repubblica, bensì la risposta dei mercati internazionali, che in questa fase di lunghissimo stallo della nostra situazione politica interna, ci lanciano un messaggio di timore verso gli investimenti nel nostro paese. E hanno pienamente ragione, dal momento che la stabilità economica di una nazione dipende proprio dalla stabilità politica.

E anche quando Mattarella si preoccupa dei rapporti dell'Italia con la UE, non si sta preoccupando dell'establishment piuttosto che della popolazione italiana: sa che deve rispondere alla UE anche per ciò che riguarda gli accordi, le trattative, le deroghe che i governi italiani hanno costantemente chiesto, ad esempio per non far vedere agli elettori che era davvero necessario aumentare l’i.v.a. al 25%.

Concludo quindi con una considerazione, che tutti gli italiani sono chiamati a fare: la colpa di ciò che sta accadendo in Italia, ora ma anche negli ultimi decenni, non è certo dell’Europa, non è certo di Mattarella, non è certo dei “poteri forti” che, in ogni caso, continueranno ad operare per salvaguardare la loro posizione dominante. Le lobby, queste misconosciute ma molto chiacchierate, non sono certo raggirabili da un popolo incazzato. Fatevene una ragione.

No, la colpa è dei politici corrotti, ribelli a qualsiasi criterio di onestà e coerenza. E che sanno fare solo una cosa: prendere per i fondelli un popolo che non vede l’ora di esser preso per i fondelli.

E che sia chiaro una volta per tutte: se l'ex movimento avesse davvero a cuore il bene della popolazione, si sarebbe sottratto dal presentarsi alle urne con una Legge elettorale come il Rosatellum, ottenendo qualcosa di spettacolare: mettere davvero in ginocchio il sistema politico che subiamo da anni. Ma non potevano farlo, perché ne fanno parte.

Ognuno assuma le proprie responsabilità. Come si fa quando si è adulti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Antonello Laiso (---.---.---.2) 29 maggio 2018 09:50

    Giammai,pensare verra’ un giorno per rendersi conto di tutto per chi non sa,per chi non vuole sapere, per chi non accetta, per  chi aspetta quel mago merlino che cambiera’ tutto in un colpo di bacchetta magica, e se l’esperimento non riuscisse, beh si dira’ io volevo il bene, il male ha prevalso, ce ne era gia tanto...

    saluti,Antonello


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