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Processioni di Pasqua arriva il divieto: annullate sette processioni a Lerici

Grazie all’intervento del Circolo UAAR La Spezia e alle segnalazioni di diversi sindaci spezzini sono state annullate sette processioni, in programma a Lerici (SP) nonostante i provvedimenti a tutela della salute pubblica. Per il sindaco di Lerici Leonardo Paoletti nell’unica processione che ha avuto luogo avrebbero partecipato “solo” il parroco, il vice parroco, un chierichetto, tre suore, i vigili di scorta, due assessori e lo stesso sindaco. Un barlume di laicità in un clima di confessionalismo montante che approfitta dell’emergenza coronavirus.

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

Anche l’invadenza degli antiabortisti trova qualche argine. Soddisfazione dalla consigliera comunale di Civitavecchia (RM) Marietta Tidei (Italia Viva) per la revoca, da parte della Asl RM4, dell’applicazione del protocollo d’intesa con un’associazione cattolica integralista no-choice per creare un’area del cimitero in cui seppellire i feti abortiti anche senza il consenso della donna interessata. “L’aborto”, ha ribadito Tidei, “è un diritto acquisito, regolato dalle leggi dello Stato”, mentre il cimitero dei feti “avrebbe avuto, anche se inserito all’interno di una cornice pietistica, la funzione di vessillo contro l’interruzione volontaria di gravidanza”. “Di certo non può essere un’associazione a carattere confessionale a decidere i destini dei resti abortivi né farne un manifesto politico”, ha aggiunto.

In ambito internazionale l’Italia dà qualche segnale verso la tutela dei diritti. Il governo italiano, nel dare riscontro alla Revisione periodica universale dell’Onu (Universal Periodic Review), ha accettato 292 raccomandazioni sul totale di 306. Tra queste, da segnalare l’accettazione di 16 raccomandazioni su 17 relative ai diritti delle persone lgbt, compresa quella che caldeggia una norma contro l’omotransfobia. Non accolta invece quella per riconoscere le adozioni e le famiglie gay.

L’attitudine transfobica, giustificata spesso con il pretesto di difendere i minori, appare sempre più imbarazzante. L’europarlamentare Pd Pina Picierno ha difeso la presenza della poetessa trans Giovanna Vivinnetto, ospite in un programma di Rai Uno, contestata in maniera pretestuosa dalla senatrice Licia Ronzulli (Forza Italia). Picierno ha ricordato che “la transessualità è una condizione e non qualcosa da nascondere, quasi fosse un peccato”.

L’emergenza coronavirus evidenzia l’urgenza di rivedere le prebende e i costi della Chiesa. Un gruppo di professori e ricercatori universitari ha lanciato un appello per chiedere alle confessioni beneficiarie dell’8×1000 di devolvere la propria quota di quest’anno per arginare l’epidemia. Si parla di circa 800 milioni di euro l’anno, tra le cifre accantonate per la Chiesa cattolica e le altre confessioni che hanno sottoscritto l’intesa con lo Stato.

L’esigenza di laicità si respira anche in ambito internazionale e diventa presupposto imprescindibile per la crescita sociale di tanti paesi. Il Relatore speciale dell’Onu sulla libertà di religione e convinzione, Ahmed Shaheed, ha presentato un rapporto durante una recente sessione del Consiglio per i diritti umani in cui mette proprio in guardia dalle motivazioni religiose che nel mondo vengono brandite per fomentare discriminazione, odio e soppressione dei diritti. Gli esempi sono diversi: spose-bambine, poligamia, mutilazioni genitali, condanna verso apostasia, blasfemia, critica alla religione, omosessualità, aborto e adulterio, superiorità legale del “maschio” sulla donna in ambito familiare e per il divorzio. Ma la libertà di religione, spiega Shaheed, deve proteggere gli individui, garantendo ai singoli il diritto di manifestare il proprio credo, non fornire una tutela legale alle religioni per imporsi. Un monito, quello del Relatore speciale Onu, di cui dovrebbero fare tesoro tante nazioni, italia compresa, alle prese con alle prese con l’abuso dell’obiezione di coscienza e la condanna del vilipendio verso la religione (cattolica).

Proprio l’incoerenza dell’obiezione di coscienza sull’interruzione di gravidanza è un tema tornato d’attualità con una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo. La Cedu non ha accolto il ricorso di una ex ostetrica svedese, che non era stata assunta da tre ospedali perché si era rifiutata di effettuare anche aborti, come prevede la legge locale. Lei ha lamentato la violazione della libertà religiosa, ma la corte le ha dato torto. La Cedu quindi riconosce un principio importante: il diritto delle donne alla salute comprende anche quello di accedere all’interruzione di gravidanza e ciò autorizza un passo indietro della “libertà” di religione. Quello che vale in Svezia dovrebbe valere anche in Italia; le istituzioni internazionali si muovono proprio in quella direzione.

La redazione

Foto di Alfonso Díaz Knörr da Pixabay 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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