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Privalia. Quando la crisi non c’entra: la lotta dei lavoratori dell’e-commerce

Ci raccontano che i giovani devono poter essere assunti, che è colpa della crisi se non c’è ancora lavoro, che è a causa delle tante forme atipiche di contratti che risulta difficile assumere per le “volenterose” aziende.

I fatti, però dicono altro, come dimostra il caso dei lavoratori di Privalia

Privalia, società dell’e-commerce, settore in piena e continua espansione, azienda con un fatturato in crescita ha improvvisamente deciso di mandare a casa 52 dei suoi lavoratori, assunti a tempo indeterminato. Ha deciso che deve poter spremere sempre più i propri lavoratori e che, non potendo ancora – almeno per il momento – farlo senza ritegno in Italia, vuole andare altrove, in Spagna e Brasile. Ha anche avuto la spudoratezza di proporre ai suoi dipendenti, che paga meno di 1000€ al mese, di spostarsi nella sede brasiliana, che “lì c’è un maggior turn-over”… 


Qui la crisi non c’entra, i contratti a tempo indeterminato non tutelano nessuno, la giovane età e la professionalità (così lodata come valore meritocratico) non valgono nulla. Qui si dimostra che solo con la lotta i lavoratori possono opporsi allo smantellamento dei loro diritti residui e al dover sottostare agli interessi spregiudicati dei padroni, desiderosi solo di guadagni sempre maggiori. 

A breve aggiorneremo con le notizie dell’ultimo incontro con la controparte imprenditoriale.

Nel video qui sotto, uno dei lavoratori spiega accuratamente la vertenza e la ridicola buonuscita offerta, irrispettosa della dignità e della vita dei lavoratori.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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