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Presadiretta: un’agenda di governo diversa

Domani sera Presadiretta si occuperà del sistema sanitario nazionale, di quello che funziona e di quello che, purtroppo, non sta funzionando.

Rischiamo di perdere uno dei baluardi della nostra Italia, la sanità per tutti, la cui difesa dovrebbe stare in cima all'agenda politica di un governo (specie se si considera di cambiamento o discontinuità).

Questa settimana sono morti 4 lavoratori caduti in una vasca per liquami a Pavia: forse per l'etnia (perché non siamo razzisti ma..), questa ennesima strage non ha suscitato tanto clamore. Eppure il numero di morti per lavoro è in crescita e anche questo dovrebbe essere in cima all'agenda politica di un governo (specie se a presiederlo c'è un avvocato del popolo).
 
Venerdì scorso invece sono stati arrestati vertici di una società del gruppo Benetton, accusati di aver falsificato report sulla sicurezza dei ponti gestiti da Aspi, la società che gestisce parte del nostro sistema autostradale in concessione. Anzi, con una ricca concessione che consente ricavi certi senza nessun contraccambio (a quanto pare) in termini di controlli e sicurezza.
 
Un governo che vuole essere di discontinuità dovrebbe occuparsi delle infrastrutture, della loro sicurezza, prima ancora di pensare alla realizzazione di nuove autostrade.
Perché possiamo anche aspettare la magistratura, per quanto riguarda gli aspetti penali, ma dalle carte emerge una carenza di controlli. Cosa dobbiamo aspettare per rivedere i contratti?
 
Ecco, sono tanti i punti che questo nuovo governo dovrebbe avere bene in mente.
Non la scissione dei renziani, non l'assenza di toscani tra i sottosegretari, non l'inseguimento di Salvini sulle sue sparate.
 
A proposito di Salvini, ora vuole un refendum che parte dalle regioni, per abolire il proporzionale. Eppure è capo di un partito che siede in Parlamento. Chissà cosa ne pensa degli 82 sbarcati dalla Ocean Viking, sbarcati senza nemmeno il tira e molla con l'Europa, la sceneggiata pretestuosa dei porti chiusi. Eh, la sceneggiata e la pacchia sono finite.
Anche se ora servirà andare in Europa a trattare con tutti i paesi, per la ridistribuzione dei migranti (e si spera anche per attivare politiche di sostegno in Africa).
 
Sanità, lavoro, scuola, politiche sull'immigrazione, politiche industriali e politiche sui trasporti.
Il resto sono chiacchiere.
Questo articolo è stato pubblicato qui

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