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Politica: stavamo meglio quando stavamo peggio

La politica di oggi è peggiorata rispetto a quella della Prima Repubblica. Non ha conosciuto nessun miglioramento, ha continuato a navigare nella corruzione, come dicono le cronache giudiziarie, usa i soldi pubblici per fini personali, con l'aggravante che i partiti odierni stanno mostrando un'assoluta incapacità di guidare il nostro paese.

La breve stagione di Mani Pulite, che negli anni Novanta debellò la Prima Repubblica con il tutto il suo apparato democristiano, fu un errore in tal senso. Perché fu un evento apocalittico davanti al quale nessuno si chiese quale classe politica avremmo avuto quando la bufera che i giudici milanesi avevano scatenato sarebbe passata.

E' vero: era diffusa una vasta rete di corruttela. I magistrati avevano cominciato a ripulirla. Ma è anche vero che i politici di allora erano dei veri statisti, dei governanti che sapevano come far crescere una nazione giunta, negli anni Ottanta, a diventare la quinta potenza economica mondiale, un paese in cui la povertà era praticamente scomparsa.

Gli italiani che contestarono violentemente Craxi, bersagliandolo con un lancio di monetine, forse adesso rimpiangono non solo lui ma anche Andreotti, Cossiga, Berlinguer, Moro. Personaggi che, se pur discutibili dal punto di vista morale, erano comunque riusciti a far emergere l'Italia dalle macerie della seconda guerra mondiale.

Quel sistema politico, che vedeva la Democrazia Cristiana dare stabilità economica all'Italia, se pur corrotto, era comunque un sistema ricco, una nazione produttiva che lavorava a pieno regime e che adesso è sparito per lasciare il posto a una classe politica che, oltre a essere corrotta, è inetta e incompetente.

La corruzione politica nel nostro paese andava sicuramente sconfitta. Ma forse sarebbe stato meglio ripulire quel sistema in modo graduale anziché demolirlo con una furia giudiziaria e mediatica di inaudita violenza, sostituendo i politici di allora con i moderni Bossi, Berlusconi, Grillo e Renzi che stanno solo portando l'Italia alla rovina.

 

Commenti all'articolo

  • Di linuxfan (---.---.---.223) 4 gennaio 2017 10:02

    Beh, quest’analisi è superficiale e semplicistica. Primo, i corrotti vanno puniti e allontanati senza se e senza ma, e i magistrati hanno l’obbligo di farlo. Secondo, quei bravi politici di allora avevano MOLTI meno problemi di quelli di oggi. Terzo, la classe politica di un Paese è quella che il Paese stesso si merita (se c’è democrazia). Per il caso italiano, mi pare che siamo ancora in democrazia (un po’ ai bordi, e con qualcuno che ha voglia di farcene uscire). Ma siamo ancora in democrazia, e quindi abbiamo quello che ci meritiamo.

  • Di Anarchico (---.---.---.56) 4 gennaio 2017 15:34

    Diciamo pure che se i politici sono corrotti, gli italiani sono ancora più corrotti. Non dimentichiamo i cittadini che evadono il fisco, gli imprenditori che lucrano sull’edilizia costruendo immobili con materiali scadenti, i furbetti della pubblica amministrazione che timbrano il cartellino e poi si assentono dal lavoro, i medici che operano inutilmente i pazienti solo per avere i rimborsi sanitari, i professori universitari che si vendono gli esami e potrei continuare fino a domani. Questo è un popolo di corrotti e di corruttori e i politici ne sono lo specchio. Comunque un po’ d’accordo con lei lo sono: Craxi era migliore di Berlusconi e Andreotti diventa un santo nei confronti di Dell’Utri o Cosentino.

  • Di pv21 (---.---.---.89) 4 gennaio 2017 19:53

    CREDIBILITA’ >

    All’avvio del governo di M RENZI il Ftse Mib di Milano quotava 20400 punti ed il tasso di interesse sui Btp toccava il 3,7%.

    Al momento delle Sue dimissioni (dopo 1020 giorni) il Ftse Mib sfiorava quota 18000 (-25%) e il tasso sui Btp era sceso all’1,9%.

    ORA, dopo quasi 1 mese, il Ftse Mib ritorna a 19500 (+8%) mentre stabile è il tasso dei Btp.


    PIU’ VOLTE l’ex premier Renzi ha magnificato la “credibilità” (anche finanziaria) delle Sue riforme “epocali” e delle misure economiche funzionali alla ripresa.

    Ben note sono le “turbolenze” dei mercati tanto quanto la loro refrattarietà alle facili “promesse”.


    Forse agli operatori appare più “credibile” il tipo d’approccio e lo stile meno effervescente del neo premier P Gentiloni.

    Nei momenti difficili primo requisito è andare Avanti con Metodo

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