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Politica e TV: vota il Personaggio

Chi legge i miei post, ha appreso che l’avvento della televisione ha avuto un impatto profondo sull’uomo, addirittura a livello dello sviluppo delle capacità di astrazione, tanto da segnare la fine dell’era dell’homo sapiens e dare vita ad un homo videns; e sa anche che la televisione ha influito molto sul modo di fare politica, tanto da dar vita ad un nuovo tipo di politico, il video-politico.

Chi legge i miei post, ha appreso che l’avvento della televisione ha avuto un impatto profondo sull’uomo, addirittura a livello dello sviluppo delle capacità di astrazione, tanto da segnare la fine dell’era dell’homo sapiens e dare vita ad un homo videns; e sa anche che la televisione ha influito molto sul modo di fare politica, tanto da dar vita ad un nuovo tipo di politico, il video-politico.

Con l’avvento della televisione, si è venuto a creare un processo di osmosi tra TV, politica, e informazione politica, dove si è visto che, sempre più personaggi dello spettacolo e dell’informazione migravano in politica, perché abili comunicatori o semplicemente perché personaggi famosi. La televisione ha influito molto, non solo sul linguaggio dei politici, ma anche sulla selezione degli stessi; l’elettore oggi è obbligato a scegliere il suo candidato tra ciò che la televisione gli propina secondo la sua logica comunicativa; oggi il dibattito si impone sempre di più, come confronto “spettacolare” e non come dialettica ideologica. Spesso si entra in politica solo perché televisivamente famosi, o figli di personaggi famosi.

Infatti è anche grazie allo spettacolo, che movimenti assolutamente inconsistenti e insignificanti dal punto di vista politico, se non addirittura improponibili come la Lega Nord, sono riusciti a diventare un partito con un numero di elettori più che ragguardevole. Un personaggio come Umberto Bossi, prima dell’avvento della televisione, non avrebbe avuto nessuna speranza di essere eletto perché assolutamente incapace di reggere un confronto dialettico con un vero politico. Le sue performance televisive, consistevano in un fiume di insulti e volgarità di una violenza verbale mai sentita prima, ponendosi su un piano dialettico che una persona ben educata è incapace di affrontare. Questo lo rendeva appetibile dal punto di vista televisivo, perché sostanzialmente “faceva spettacolo”, purtroppo a questa sua crescente presenza televisiva, conseguiva un crescente numero di elettori. E tutto questo accadeva anche se proponeva idee disgustose e inaccettabili con una chiara radice razzista e xenofoba; ma la televisione possiede questa magia, tutto quello che è trasmesso dalla TV assume un carattere di verità, è quasi santificato. Sembra che la televisione sia più forte della ragione; ed ecco che sempre più persone si sentivano legittimate ad odiare i meridionali prima ed anche gli extracomunitari dopo. Con un meccanismo simile, dopo che in televisione un partecipante ad una delle prime edizioni di un reality show (il grande fratello) scorreggiava allegramente in TV suscitando ilarità, ho assistito con sgomento a scene analoghe in locali pubblici in pieno centro a Milano, ed anche nel luogo di lavoro; fortunatamente questa moda è passata (non fa più ridere, è assolutamente normale).

Ultimamente anche il Web è entrato in questo circolo politico-mediatico, inizialmente solo come strumento promozionale di candidati già noti; (i primi ad intuirne il potenziale, al pari di Obama, sono stati Nichi Vendola e Beppe Grillo) oggi anche come trampolino di lancio per portare all’attenzione dei media tradizionali (Giornali prima, e poi TV) un nuovo personaggio. E si deve trattare sempre di un “personaggio”, cioè appetibile alla TV.

E’ su questo piano “lo spettacolo” che si svolgono le battaglie politiche, a suon di scandali e colpi di scena, e sempre su questo stesso piano che sono proposti i nuovi candidati. Dopo Umberto Bossi, nel panorama politico italiano, c’è stata una corsa al ribasso, sono entrati nella scena politica attori, attrici, veline, conduttori televisivi, campioni dello sport, facendo nascere l’idea negli italiani, che in politica ci possono andare tutti: hanno fatto Umberto Bossi Senatore e la Carfagna ministro, quindi posso ambire alla Presidenza del Consiglio. Non si valuta più se una persona ha le competenze per ricoprire un ruolo (in realtà molti ignorano completamente quali siano i compiti che deve svolgere un Sindaco o un Ministro), si valuta la rilevanza mediatica della persona; si è sempre in cerca del nuovo personaggio.

La televisione è colpevole dell’imbarbarimento della politica e dei politici italiani, ed è compito della televisione riportare la politica nel suo giusto ambito quello della dialettica e del ragionamento, trovando nuove soluzioni per fare odience sfruttando nuove tecnologie come il web.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.105) 4 aprile 2011 10:17
    Damiano Mazzotti


    Si può dire che la società della politica spettacolo è iniziata in America con Reagan e si sta diffonendo il tutto il mondo grazie alla Tv...

    Ma ora c’è il Web e la Scienza... Anche moltissimi giovani islamici capiscono che occorrono ridimensionare il valore del Corano, che in parte è anche la riscrittura di una tradizione orale tramandata da vecchi maschi (che prende in esame e valorizza il punto di vista maschile).

    Oggigiorno i giovani sono più acculturati e molte donne frequentano le scuole anche in Africa, in Asia e in Medio Oriente...

    I prossimi leader politici dovranno dimostrare di avere solide basi culturali, scientifiche o economiche, altrimenti verranno percepiti come una via di mezzo tra gli attori e i cretini...

  • Di Alfonso C. (---.---.---.28) 12 maggio 2011 03:07

    Vado un poco in OT e ti aggiungo una cosa, non ho documentazioni da portare se non l’impressione personale e quindi so di essere totalmente discutibile, ma sono convinto che decenni di fruizione televisiva passiva hanno gravemente danneggiato i "meccanismi dell’attenzione" di chi l’ha vissuta.

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