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Podere al popolo (non è un errore)

Il DEF è stato rivisto e corretto. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha firmato. Ci siamo. Abbiamo la Legge di Bilancio, e in un nanosecondo abbiamo anche ottenuto una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea.

La procedura di infrazione non è una minaccia da parte della CE ma una decisione presa: scatterà a Dicembre prossimo ed è una cosa molto grave e mai accaduta prima d’ora in Europa.

Era immaginabile. Il debito pubblico nazionale è troppo alto, continua a crescere e dal governo, invece di varare misure atte ad abbatterlo e a rimettere a posto i conti, si filosofeggia sull’opportunità di mantenere calmo l’elettorato, piuttosto che accordarsi con l’Europarlamento.

Basta leggere il contenuto delle 77 pagine, riveduto, limato riveduto e corretto, del DEF, per rendersi conto di come non siano state inserite misure espansive, e nemmeno misure atte ad abbassare almeno un poco il mostruoso debito pubblico.

Non è affatto un bel momento per il nostro paese. I toni accesi del governo in carica non potevano certo spaventare la Commissione Europea, e nemmeno altre nazioni come la Francia, la Germania, l’Austria o l’Olanda, totalmente immerse nella campagna elettorale europea, e pronte a gettare nel secchio della spazzatura l’Italia spendacciona e mal gestita da decenni.

Sembra anzi che la procedura di infrazione sarà avviata per l’anno 2017 e non per il 2018. Significa una cosa ben precisa: chiarire al popolo italiano che le cose, in Italia, vanno male da tempo, e che la colpa non è certo della Commissione Europea. Quindi non si azzardi l’attuale esecutivo italiano a provare a dar colpe all’Europa, come sono avvezzi fare. Siamo alla resa dei conti. Prima o poi doveva accadere.

L’Italia ha tirato troppo la corda. Ha accettato accordi con l’Europa sui flussi migratori, sperando forse che questo bastasse ad appianare i conti e a riequilibrare i bilanci costantemente in rosso, anche a causa della totale mancanza di volontà di sforbiciare le spese di gestione esose di uno Stato mangia soldi e che non vuol sentir parlare di fare la propria parte di sacrifici.

A parte tutto questo, voglio soffermarmi su alcune misure in particolare introdotte nel DEF.

Una di esse, che chiamo in maniera ironica “Podere al popolo” propone ai cittadini del centrosud questo tipo di “sostegno”: se generi tre figli, oppure generi il terzo figlio entro le date riportate nel decreto, lo Stato ti assegna un terreno demaniale a uso agricolo, per un periodo di 20 almeno anni. E’ quanto si trova all’articolo 49 del DEF.

Praticamente zappi la terra gratis per lo Stato, e ci metti anche tutto ciò che serve per farlo, macchinari compresi. Poi magari, con un altro decreto, un giorno ti tolgono il terreno che hai rivalutato col tuo lavoro, i tuoi sacrifici e i tuoi soldi.

Si può anche ottenere un mutuo fino a 200.000 euro a tasso zero per edificare casa, ma ovviamente al di fuori dal perimetro del terreno demaniale, visto che è a uso agricolo.

In pratica: lo Stato è così generoso da concederti in uso terreni che non vorrebbe nemmeno un cane per andarci a fare i bisogni, imponendoti però di allargare la famiglia, che dovrai mantenere con maggiori problemi economici, e potrai persino sobbarcarti delle rate di un mutuo per metter su casa.

Geniale è dir poco.

Ma attenzione: ora arriva il bello. Sempre nel DEF appare un elemento che rende ancor più allucinante la misura terzo figlio. Hanno tagliato 100 milioni che erano dedicati alle politiche per la famiglia.

Quindi: ti dicono di figliare di più, nelle regioni più depresse economicamente - Sicilia, Calabria, Basilicata... - ti mettono la zappa in mano e devi lavorare terre incolte e messe male in maniera da renderle nuovamente feconde, gratuitamente, per lo Stato per circa 20 anni, e nel frattempo devi anche trovare il modo di mantenere la famiglia, cosa non da poco, e metterci pure la rata di un mutuo, ma a tasso zero, vuoi mettere il grande vantaggio…

Un tentativo insulso di far pensare a una fetta di italiani di pensare davvero al loro futuro. Altro obiettivo mancato. Altra misura scellerata che non serve a nulla, men che meno a sostenere l’economia delle famiglie del sud

Ma andiamo avanti. L’agognato “reddito di cittadinanza” che a tutti gli effetti dovrebbe essere chiamato reddito minimo garantito – essendo il primo assegnato a tutti i cittadini mentre il secondo solo ai cittadini indigenti – slitterà ancora. A quando? Non è dato sapere. Anche Giorgetti – il leghista Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio che era stato accusato da Di Maio di essere la “manina” che aveva apportato modifiche al precedente DEF – non si sbottona più di tanto, e dichiara: “Sono provvedimenti che devono essere fatti bene e partiranno quando tutto sarà pronto per partire”.

Dichiarazioni di Giorgetti pubblicate su RaiNews del 31 Ottobre 2018

Ecco cosa recita l’articolo 21 del DEF:

Proseguiamo. Ricordate il “Fondo ristoro per il ristoro dei risparmiatori”? E’ un fondo creato per restituire, almeno in parte, il denaro sottratto ai risparmiatori caduti nella tragedia del crac delle banche come la Etruria.

Ebbene, da questo fondo – che era originariamente di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 – sono stati tolti 25 milioni per ciascun anno. Un brutto taglio netto, soprattutto ai diritti dei risparmiatori frodati. Altro autogol del governo in carica, soprattutto per ciò che riguarda il M5S e Di Maio, che parlava di “Manovra del popolo” , ma non spiegava in che senso.

Ecco l’articolo 38 del DEF sulle “Misure a tutela dei risparmiatori”:

Grande escluso dal DEF: il taglio alle pensioni d’oro. Ma anche le risorse – 180 milioni distribuiti in un triennio – chieste dal Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Danilo Toninelli, su sollecitazione del Sindaco di Roma Virginia Raggi, per l’annoso problema della manutenzione stradale e delle buche, che nella capitale creano non pochi problemi e persino decessi, sono state depennate dal DEF.

Nulla di fatto anche per ciò che riguarda il tavolo per il contrasto al caporalato: depennato dal DEF. Però, tra i finanziamenti si legge un aumento, pari a tre milioni di euro, per l’immigrazione e le politiche di inclusione. Cosa ne pensa Salvini? Ecco l’articolo 25 del DEF:

 

Insomma, tutto questo palesa una sola cosa: tra il dire e il fare c’è di mezzo la realtà. Una realtà che può non piacere, ma che è necessario comprendere: l’Italia è una nazione che sperpera denaro pubblico da decenni, che vessa la popolazione per strizzare risorse economiche con ogni metodo possibile, che non ha interesse alcuno a rimettere a posto i conti e nemmeno a prendere le risorse laddove vengono costantemente sprecate.

Il sogno di poter dire alla popolazione: “Ora ci pensiamo noi” è lecito, ma resta un sogno. In special modo conoscendo bene la situazione, e sapendo quindi di non poter, e non voler, realizzare davvero quelle misure sperate dal popolo, è ancora più malsano voler far credere di poterlo fare. Nessuno taglia dove si dovrebbe, nessuno scontenta i propri simili e appartenenti alla medesima casta, ma non solo a livello nazionale, perché fanno parte di un sistema, e in questo sistema non è inclusa la popolazione.

A cui si concede non un potere, ma semmai un podere. E nemmeno di proprietà, ma in comodato d’uso. E se la popolazione permette tutto questo, convinta di non poter mai più cambiare la propria sorte di trasformati in schiavi silenti, le prossime tappe di questo ignobile carrozzone saranno ancor più terrificanti, sempre contro gli stessi elementi: i cittadini comuni.

Stiamo procedendo verso una tempesta, verso uno tsunami. E non ci saranno zattere, né mani che si protenderanno per salvare la gente comune, destinata a soccombere sotto il peso di un sistema troppo votato a se stesso e ai propri vantaggi, politici ed economici. Questo processo è iniziato tanti anni fa, e passo dopo passo si è giunti a una incapacità collettiva a comprendere le situazioni. Una sorta di bollitura delle rane, che poste in pentola in acqua fredda e col fuoco bassissimo, soccombono senza nemmeno rendersene conto.

Peccato. Poteva andare diversamente. Bastava essere più interessati alla situazione generale, piuttosto che al proprio orticello. Ma questa popolazione, non temo di dichiararlo, non ha mai avuto né il senso della coesione né quello della partecipazione. Le conseguenze di questi limiti appaiono attraverso ciò che si sta subendo, e continuando così andrà sempre peggio.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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