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Più rispetto per Taranto e la diossina

A Taranto si sta svolgendo il processo per l’omicidio di Sara Scazzi, la ragazza uccisa ad Avetrana. Io che vivo a Taranto, constato quotidianamente la pressione dei media e la voglia dello scoop a tutti i costi.

C’è anche chi ha tentato di fare foto col cellulare dentro l’aula dove si svolgeva il processo, ma è stato "pizzicato" e per sfortuna sua niente scoop da vendere ai giornali.

Ma l’episodio che più mi ha intristito è stato quello legato alla protesta fuori dall’aula di alcuni cittadini che, grazie a uno striscione, hanno voluto ricordare ai giornalisti, distratti dal caso Scazzi, la problematica ambientale legata alle polveri sottili che attanaglia la città ionica.

Perché non c’è tanta pressione mediatica su un fenomeno, l’inquinamento da diossina, da parte della stampa?

A livello locale devo dire che i quotidiani sono molto vicini al problema, registrando denunce e opinioni dei cittadini e sollevando anche dubbi sulla possibile convivenza tra l’industria Ilva e la città stessa.

Il fenomeno legato allo scoop del momento è diffuso a livello mondiale, non ci meravigliamo di questo ovvio, però avrei voluto avere l’opinione di giornalisti nazionali sulle emissioni di diossina dai camini dell’Ilva e magari servizi atti a dimostrare come i livelli di soglia delle stesse emissioni siano elevati.

Far salire all’altare della cronaca un paesino come Avetrana è stato purtroppo un brutto episodio di cronaca, nato forse in ambienti omertosi e socialmente mediocri.

Fare salire all’onore delle cronache Taranto per la diossina sembrerebbe una cosa difficile per mamma Rai e Mediaset, che invece con trasmissioni alla Salvo Sottile, fan fortuna eccome.

Insomma forse dopo le dichiarazioni di Vendola sul calo di diossina nell’aria a Taranto, la questione sembra accantonata?

Eppure chi vive a Taranto giornalmente vede e annusa le polveri della morte, quelle stese che un noto ambientalista, Fabio Matacchiera, ha ripreso anni fa con una telecamera a visore notturno.

Bene amici giornalisti andate su youtube e vedete la realtà di una città che avrebbe dovuto avere più rispetto e importanza per questo dannoso problema quotidiano.

Lo scoop, cercato nella morte di una piccola è vergognoso, come quelle tavole rotonde fatte di sensazioni personali e ipotesi campate in aria.

Io quando passo da corso Italia, cambio strada. Per rispetto a Sara, la piccola Sara.

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