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"Piove governo ladro", ma il rientro a scuola non slitterà

 
La frase "piove governo ladro" è un modo di dire popolare usato anche per dare la colpa del cattivo tempo, oltre a colpe ben più gravi, al governo in carica. A seconda delle regioni vengono riportate possibili origini di questo modo di dire: per esempio in Toscana viene ricordato che il Granduca di Toscana mise la tassa sul sale, ma la pesa veniva effettuata sempre nei giorni di pioggia e il sale pesa di più quando è bagnato. In Lombardia e nel Veneto invece l'origine della frase si fa risalire al periodo storico dell'occupazione austriaca, quando i contadini venivano tassati in base al raccolto che era più abbondante nelle annate più piovose, mentre in Piemonte si ricorda che nel 1861 comparve sul giornale satirico "Pasquino" una vignetta che ritraeva tre mazziniani che si riparavano sotto l'ombrello dalla pioggia. La didascalia era: "Governo ladro, piove!"
 
Questa estate è stata caratterizzata da molta piovosità, quindi in molte strade è risuonata la fatidica frase e ora, dopo la risposta negativa del Ministro della Pubblica Istruzione Giannini al sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti, che aveva chiesto di procrastinare l'inizio dell'anno scolastico al primo ottobre, certamente si sentirà con maggiore frequenza in particolare in bocca ai più giovani in età scolare.
Era ovvia l'intenzione del sindaco della famosa località balneare toscana di favorire l'afflusso dei turisti anche nel mese di settembre, dopo l'iniziativa presa già due anni fa di spostare la chiusura della stagione balneare ai primi di novembre. Del resto i lettori con "anta" anni sulle spalle ricorderanno che l'nizio della scuola avveniva ogni anno il primo ottobre ed i nostri genitiori e nonni sono ugualmente sopravvissuti. Culturalmente parlando!
 
Una situazionbe climatica così "disgraziata" come quella dell'estate 2014 (e non solo per il cattivo tempo!) poteva fare prevalere l'dea e l'intenzione di favorire un seppure parziale recupero del settore vacanziero per salvaguardare (oltre i guadagni dei titolari) i posti di lavoro che sono ora a rischio.
 
L'iniziativa poteva coinvolgere anche i vari sindacati della scuola e i comitati studenteschi per limitare magari, nei limiti del possibile, scioperi che nel primo quadrimestre falcidiano il numero dei giorni effettivi di scuola in calendario.
 
Pubblicato su Verissimo -le opinioni di Mauro Guidi
 
Foto: Pixabay
 

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