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Piero Tucceri

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  • Primo articolo sabato 04 Aprile 2012
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Ultimi commenti

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.251) 27 settembre 2012 14:09

    Quando ho provato ad affrontare questo argomento, e altri a esso collegati, la Redazione ha provveduto a CENSURARMI, dando così prova di una inimmaginabile libertà di espressione. Complimenti, anche perché ora tace colpevolmente al riguardo!!

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.73) 25 settembre 2012 12:42

    Mah. Non so davvero cosa dire in proposito. Aggiungo soltanto che quando ho affrontato questi temi, la Redazione di AgoraVox mi ha CENSURATO. E per ben DUE VOLTE!

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.165) 11 settembre 2012 11:16

    Negli anni attorno al 1968, molti giovani di allora, guidati da maetri o da presunti tali, si buttarono supinamente sulla nozione che la scienza fosse equivalente all’ideologia, che la razionalità scientifica si immedesimassa con l’irrazionale logica del capitalismo e che il progresso tecnologico fosse uno degli strumenti della forza produttiva del capitale contro il lavoro. Dal versante opposto, dopo mezzo secolo di cultura idealista, si erano costituiti gruppi di studiosi di logica e di filosofia della scienza rifacentisi all’empiriocriticismo, alla filosofia analitica e al neopositivismo, che ripetevano l’antimetafisica di Avenarius, di Wittgenstein e del Circolo di Vienna per i quali la realtà si riduceva a quella empirica. In quegli anni quasi tutti gli intellettuali erano materialisti, rivoluzionari ecc. La maggioranza ribadiva, con diversi toni, che la scienza avrebbe risolto i problemi pratici dell’uomo e, per la sua portata di conoscenza, avrebbe liberato l’umanità dai pregiudizi e dalle credenze irrazionali. Non veniva infatti a caso l’attenzione del marxismo per la scienza. Non a caso, Darwin sedeva fra Marx ed Engels nell’empireo dei Padri. Lo stesso Lenin, in "Materialismo ed empiriocriticismo", non dissentiva da questa linea e, nonostante il "materialismo dialettico" russo, che stabiliva un confine fra scienza proletaria e scienza borghese, il materialismo storico nella sostanza era scientista. Poi arrivarono Marcuse e la Scuola di Francoforte che ricusarono in toto la società industriale e la sua portata alienante, fondata sulla scienza e sulla tecnica, oppressori e sfruttatori della società operaia. Col senno del poi, bisogna riconoscere che costoro avevano ragione. Lo stiamo verificando direttamente. D’altronde, "Il fondamentale paradosso della nostra esistenza - scriveva Karl Jaspers, in ’Origine e senso della Storia, 1965 - , il poter vivere al di sopra e al di là del mondo soltanto nel mondo, si ripete nella coscienza storica che si eleva al di sopra della storia. Non si può aggirare il mondo, bisogna attraversarlo, non si può aggirare la storia, bisogna attraversarla". Grazie per lo stimolante argomento.

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.53) 8 settembre 2012 11:00

    Al signore dal nome per me incomprensibile, ricordo soltanto di comportarsi da persona educata nei confronti di chi non conosce. Il tu lo riservi ai suoi amici. In secondo luogo, non sta a lei decidere cosa io debba fare. So benissimo se, come e quando uscire dallo stazzo.

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.39) 7 settembre 2012 18:43

    Sig. Koenig, non ho capito il suo messaggio. A cosa dovrei esser "sincero al fatto che ci pensa da solo"?

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