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Pier Luigi Impedovo

Pier Luigi Impedovo

TASK FORCE SANITA' REGIONE LAZIO MOVIMENTO 5 STELLE 

Statistiche

  • Primo articolo martedì 08 Agosto 2010
  • Moderatore da sabato 08 Agosto 2010
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  Il risolutore

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22 Dic. 2012 | Pier Luigi Impedovo  


La minimizzatrice

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20 Giu. 2012 | Pier Luigi Impedovo  


Metodo tradizionale

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24 Mag. 2012 | Pier Luigi Impedovo  


  I predestinati

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23 Mag. 2012 | 2 commenti | Pier Luigi Impedovo  



Ultimi commenti

  • Di Pier Luigi Impedovo (---.---.---.32) 6 gennaio 2011 19:07
    Pier Luigi Impedovo

    Dimenticavo un punto: anche la Wolkswagen, proprietaria della Lamborghini, in Italia ha necessità di incrementare la produttività, ma non si è sognata minimamente di raggiungerla eliminando la contrattazione con i sindacati, anche con quelli meno graditi. Tra l’altro l’industria automobilistica negli altri paesi europei non ha affatto delocalizzato la produzione, nè minacciato di farlo. E mi risulta che lo stipendio degli operai sia almeno il doppio di quello in Italia. In ogni caso non è certo il problema del costo del lavoro che spingerebbe la delocalizzazione visto che rappresenta solo il 7% dei costi industriali. Il solo pensarlo è l’ennesima ipocrisia. Come se la competitività in un settore tecnologico si possa raggiungere con l’abbattimento del costo del lavoro...

  • Di Pier Luigi Impedovo (---.---.---.32) 6 gennaio 2011 18:59
    Pier Luigi Impedovo

    Probabilmente non sei in grado di renderti conto delle conseguenze di quello che tu chiami mondo globale. Non sei in grado di renderti conto che un paese in cui il 50% della ricchezza sta in mano al 10% delle persone e in cui il 50% della popolazione si divide solo il 10% della ricchezza (fonte Bankitalia) presenterà presto il conto a chi l’ha governato.

    O probabilmente fai parte di coloro che non vogliono mollare quei privilegi acquisiti. E, se così fosse, bisognerebbe vedere come, perchè e in nome di che. Mi piacerebbe tanto vedere i cosiddetti meriti di soggetti simili.
    E volendo restare nella logica liberista, di sicuro una distribuzione del reddito iniqua, un tasso di occupazione preoccupante (per non indagare sulla tipologia di contratti), pari ai livelli da noi raggiunti, non ci farà certamente uscire dalla crisi che per qualcuno era superata o addirittura mai esistita.
    In base a questo reputo grave qualsiasi decisione che tenda ulteriormente a svilire e sfruttare le classi sociali meno abbienti mentre vengono lasciate prosperare quelle che fanno della corruzione, del malaffare e dell’evasione fiscale la propria bandiera.

    In quanto alle cazzate, se le ritieni tali, confutale. Se ritieni che quella della Fiat sia una vittoria per l’Italia dimostralo. I dati dicono tutt’altro. Quello che ho scritto è solo la verità documentata e documentabile.

  • Di Pier Luigi Impedovo (---.---.---.51) 28 novembre 2010 19:30
    Pier Luigi Impedovo

    Sono proprio questi i momenti in cui gli ex democristiani danno il meglio di se stessi, navigando tra compromessi, ricatti, affari, sotterfugi. Tutto nell’interesse del popolo italiano.
    Grazie per l’apprezzamento.

  • Di Pier Luigi Impedovo (---.---.---.162) 15 novembre 2010 15:06
    Pier Luigi Impedovo

    Probabilmente Pasolini oggi risponderebbe così:

    Io so i nomi dei responsabili di questo che non viene chiamato Golpe e che, di fatto, lo è.

    Io so e conosco le connivenze e le colpe di quello che oggi viene chiamato Partito Democratico.

    Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Capaci, di Via D’amelio, di Via dei Georgofili, di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro.

    Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato e manovra sia i vecchi poteri occulti, sia i servizi segreti e sia gli esecutori materiali di tutte queste stragi.

    Io so i nomi di chi ha ucciso il Sindaco Vassallo mentre il giorno prima Fassino invitava Schifani ad un dibattito pubblico alla festa del suo partito chiamando squadristi i contestatori.

    Io so i nomi di coloro che per decenni si sono spacciati per servitori dello stato tradendo i veri servitori e, contribuendo al loro isolamento, li hanno uccisi.

    Io so i nomi di coloro che oggi piangono come eroi i giudici che loro stessi hanno contribuito ad uccidere e ad emarginare scendendo a patti con l’antistato. Io riconosco le loro prestigiose carriere che i veri servitori non hanno mai fatto.

    Io so i nomi di coloro che spacciandosi per riformatori liberali, oltre a dare protezione politica a vecchi generali e funzionari per assicurarsi l’organizzazione di un potenziale colpo di stato, hanno avuto mano libera per devastare le coscienze di tre generazioni senza che nessuno deliberatamente si opponesse.

    Io so i nomi di chi gli ha consentito tutto questo minimizzando il problema e assecondando la deriva propagandistica del regime.

    Io so quanto sia stato utile propagandare il pericolo comunista mentre il liberismo italiano si era già trasformato, dalle privatizzazioni del 1992, volute fortemente dalla destra e dalla sinistra,  in un accaparramento dei beni degli italiani nelle mani di poche famiglie.

    Io so i nomi di coloro che si sono appropriati senza quattrini degli aeroporti, delle ferrovie, delle più grandi aziende agricole italiane (destinate a diventare terreno lottizzato da vendere a se stessi), delle autostrade e dei suoi servizi, delle infrastrutture più importanti, delle banche, dell’energia, delle aziende pubbliche di telecomunicazione, dell’informazione, dell’acqua pubblica e degli acquedotti, delle frequenze televisive  scaricando tutti i debiti sui canoni e sulle tariffe pagate dagli utenti.

    Io so cosa sono e a cosa servono le scatole cinesi .

    Io so perché c’è impunità per i potenti e rigorosa esecuzione della pena per i deboli. Io so perché i reati finanziari che sono quelli che ledono maggiormente la società non sono più reato.

    Io so dove sono finiti i soldi della mafia e dei grandi riciclatori di capitale, io so perché c’è lo scudo fiscale e perché non si persegue un’evasione che supera i 140 miliardi l’anno.

    Io so dove ci porterà il nostro debito pubblico che ha superato i 1840 miliardi mentre si spaccia la nostra politica economica per equa e rigorosa.

    Io so perché oggi è possibile usare indiscriminatamente la cassa integrazione e minacciare di trasferire le aziende produttive all’estero se non si rinuncia a priori ai diritti acquisiti, senza che ne consegua una rivolta sociale.

    Io so perchè persone serie e importanti favoriscono personaggi comici come l’ex ministro Scajola o Bertolaso o Verdini o Carboni e a tutte le cricche e quei “pensionati sfigati” che prosperano e tramano all’ombra del potere.

    Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro alla pianificata distruzione devastante delle coscienze operata tramite trent’anni di analfabetizzazione mediatica. E so perché chi avrebbe dovuto vigilare glielo abbia consentito assumendosi una responsabilità ben superiore di coloro che hanno attuato il piano.

    Io so che uso si fa della parola libertà. Del liberismo e del liberalismo.

    Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.

    Io so non perché sono un intellettuale, ma perché sono un lettore attento che cerca di capire quale sia il filo di ciò che succede, che dubita prima di credere, che serba ancora una coscienza e una morale, che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò potrebbe, anzi dovrebbe assolutamente essere implicito al mestiere di giornalista o scrittore, ma potrebbe essere implicito anche al semplice mestiere di cittadino che difende la propria libertà.

    Credo inoltre che molti altri intellettuali, giornalisti e romanzieri sappiano ciò che so io. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il 1994 non è poi così difficile...

  • Di Pier Luigi Impedovo (---.---.---.162) 15 novembre 2010 15:02
    Pier Luigi Impedovo

    Probabilmente Pasolini oggi risponderebbe così:

    Io so i nomi dei responsabili di questo che non viene chiamato Golpe e che, di fatto, lo è.

    Io so e conosco le connivenze e le colpe di quello che oggi viene chiamato Partito Democratico.

    Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Capaci, di Via D’amelio, di Via dei Georgofili, di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro.

    Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato e manovra sia i vecchi poteri occulti, sia i servizi segreti e sia gli esecutori materiali di tutte queste stragi.

    Io so i nomi di chi ha ucciso il Sindaco Vassallo mentre il giorno prima Fassino invitava Schifani ad un dibattito pubblico alla festa del suo partito chiamando squadristi i contestatori.

    Io so i nomi di coloro che per decenni si sono spacciati per servitori dello stato tradendo i veri servitori e, contribuendo al loro isolamento, li hanno uccisi.

    Io so i nomi di coloro che oggi piangono come eroi i giudici che loro stessi hanno contribuito ad uccidere e ad emarginare scendendo a patti con l’antistato. Io riconosco le loro prestigiose carriere che i veri servitori non hanno mai fatto.

    Io so i nomi di coloro che spacciandosi per riformatori liberali, oltre a dare protezione politica a vecchi generali e funzionari per assicurarsi l’organizzazione di un potenziale colpo di stato, hanno avuto mano libera per devastare le coscienze di tre generazioni senza che nessuno deliberatamente si opponesse.

    Io so i nomi di chi gli ha consentito tutto questo minimizzando il problema e assecondando la deriva propagandistica del regime.

    Io so quanto sia stato utile propagandare il pericolo comunista mentre il liberismo italiano si era già trasformato, dalle privatizzazioni del 1992, volute fortemente dalla destra e dalla sinistra,  in un accaparramento dei beni degli italiani nelle mani di poche famiglie.

    Io so i nomi di coloro che si sono appropriati senza quattrini degli aeroporti, delle ferrovie, delle più grandi aziende agricole italiane (destinate a diventare terreno lottizzato da vendere a se stessi), delle autostrade e dei suoi servizi, delle infrastrutture più importanti, delle banche, dell’energia, delle aziende pubbliche di telecomunicazione, dell’informazione, dell’acqua pubblica e degli acquedotti, delle frequenze televisive  scaricando tutti i debiti sui canoni e sulle tariffe pagate dagli utenti.

    Io so cosa sono e a cosa servono le scatole cinesi .

    Io so perché c’è impunità per i potenti e rigorosa esecuzione della pena per i deboli. Io so perché i reati finanziari che sono quelli che ledono maggiormente la società non sono più reato.

    Io so dove sono finiti i soldi della mafia e dei grandi riciclatori di capitale, io so perché c’è lo scudo fiscale e perché non si persegue un’evasione che supera i 140 miliardi l’anno.

    Io so dove ci porterà il nostro debito pubblico che ha superato i 1840 miliardi mentre si spaccia la nostra politica economica per equa e rigorosa.

    Io so perché oggi è possibile usare indiscriminatamente la cassa integrazione e minacciare di trasferire le aziende produttive all’estero se non si rinuncia a priori ai diritti acquisiti, senza che ne consegua una rivolta sociale.

    Io so perchè persone serie e importanti favoriscono personaggi comici come l’ex ministro Scajola o Bertolaso o Verdini o Carboni e a tutte le cricche e quei “pensionati sfigati” che prosperano e tramano all’ombra del potere.

    Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro alla pianificata distruzione devastante delle coscienze operata tramite trent’anni di analfabetizzazione mediatica. E so perché chi avrebbe dovuto vigilare glielo abbia consentito assumendosi una responsabilità ben superiore di coloro che hanno attuato il piano.

    Io so che uso si fa della parola libertà. Del liberismo e del liberalismo.

    Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.

    Io so non perché sono un intellettuale, ma perché sono un lettore attento che cerca di capire quale sia il filo di ciò che succede, che dubita prima di credere, che serba ancora una coscienza e una morale, che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò potrebbe, anzi dovrebbe assolutamente essere implicito al mestiere di giornalista o scrittore, ma potrebbe essere implicito anche al semplice mestiere di cittadino che difende la propria libertà.

    Credo inoltre che molti altri intellettuali, giornalisti e romanzieri sappiano ciò che so io. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il 1994 non è poi così difficile...


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