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Piemonte: scuola vs 2.0

A pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico la regione e il MIUR siglano un accordo da 4,2 milioni per eliminare il digital divide scolastico. Siamo sicuri che sia la scelta giusta?

Desta non pochi dubbi la scelta della regione Piemonte, in collaborazione col MIUR, di destinare 4,3 milioni di euro per riempire il gap tecnologico delle scuole regionali. “Il mondo oggi ruota attorno alle nuove tecnologie ed è imprescindibile che la scuola sia al passo con i tempi” ha chiosato il presidente della regione Roberto Cota. Ma essere al passo coi tempi vuol dire anche avere sicurezza e buon insegnamento? Portare avanti un progetto per colmare il digital divide è encomiabile da parte della regione ma non si integra bene con la precaria situazione strutturale di molte scuole piemontesi, per le quali un investimento anche minimo sarebbe più che benvoluto.

Oltre al fattore strutturale precario nelle scuole piemontesi ci si chiede come mai la regione destini così tanti fondi ad un progetto utile ma non in periodo di crisi. Infatti in molte scuole i progetti per l’anno scolastico 2012/2013 saranno ridotti all’osso, viste le poche risorse rimaste in seno ai vari istituti. Questo discorso è trasversale e tocca tutti i gradi di istruzione, proprio come l’investimento in tablet e pc.

Ma a parte la polemica sul come andrebbero gestiti i fondi in generale, desta dubbi la divisione degli attuali. Come apparso sull’articolo di Maria Teresa Martinengo su La Stampa la regione precisa come 2,2 milioni di euro serviranno per dotare i singoli alunni di un tablet e di lavagne interattive (il 30% delle risorse andrà alle primarie, un altro 30% alle medie e il resto alle superiori- Fonte La Stampa); 200mila euro serviranno al potenziamento delle reti informatiche; 1,5 milioni per le scuole di montagna, per migliorare i collegamenti; infine 400mila euro serviranno ad acquistare tablet e lavagne multimediali per le agenzie di formazione professionale.

Fatto questo piccolo schemino riassuntivo balzano agli occhi dei lettori sicuramente un paio di problemi che di seguito analizzerò soggettivamente da ex studente:

1- Dotazione di tablet: dotare uno studente di terza superiore di un tablet può essere utile per la sua crescita informatica, questo può star bene. Ma dare un tablet ad uno studente delle medie, o ancor più a uno delle elementari, a cosa può servire? I dubbi in merito ad avere una nuova tecnologia davanti si pongono soprattutto perché non si vede l’utilità di dare in mano ad un 15enne uno strumento che potrebbe, quasi sicuramente, portare alla distrazione. Detto questo poi giunge la questione sul come verrebbero utilizzati nell’attività scolastica codesti strumenti e quale vantaggio porterebbero.

2- Lavagna elettronica: la lavagna elettronica è forse lo strumento più utile del pacchetto sopra citato. Permette interattività su slide preparate, documenti analizzati dal vivo ecc.. Nel progetto però vengono citati corsi aggiuntivi per gli insegnanti per poter capire come funzionano queste nuove tecnologie. Siamo sicuri che tutti i professori abbiano tempo e voglia per seguire un corso da loro probabilmente ritenuto inutile?

3- Reti informatiche: le reti informatiche dei licei sono antiquate, ma senza un piano di potenziamento di reti informatiche su scala italiana il digital divide rimarrà comunque identico. Soprattutto poiché alcune scuole hanno sistemi informatici datati e che mal si sposano con un potenziamento di reti.

4- Scuole di montagna: Volevano chiuderle, ora le collegano tramite rete. La poca chiarezza in merito lascia dei seri interrogativi su come le scuola di montagna riusciranno a sfruttare al meglio i fondi a loro destinati. Viene dunque ribadito il perché non utilizzare i medesimi fondi per migliorare le scuole di montagna, che in Piemonte sono un discreto numero e non sono di certo in ottime condizioni.

5- Formazione professionale: Formare professionalmente ad usare un tablet non è l’idea del secolo. Sicuramente più utili che in un liceo le nuove tecnologie sopra citate potrebbero far la fortuna degli istituti di formazione professionale. (Ironia a parte i dubbi sono i medesimi delle scuole superiori, senza contare il fatto che sarebbero utili ad alcuni istituti – vedi turistico – e quasi inutilizzati in altri.

Il Governo pensa che con questi piccoli “favori” riesca a far tranquillizzare il reparto scuola probabilmente si sbaglia di grosso. Dopo la confusionaria nomina dei presidi, con l’avvento del nuovo anno scolastico le proteste sono alle porte. Si prospetta un autunno caldo per il comparto scuola.

Provate voi a dire ad un genitore che paga 300 euro di libri che al figlio la scuola gli regala il tablet, poi se ne potrà riparlare.

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