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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.160) 27 settembre 2013 09:25

    <<Lei parla del ’disegno intelligente’>>
    Il "disegno intelligente" è un concetto di derivazione religiosa, di una concezione religiosa "ampia" che colloca Dio all’origine del Mondo ma al di fuori di esso. Io parlo invece di ciò che esiste senza chiedermi "perché" esiste: una domanda che giudico priva di senso.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.12) 27 settembre 2013 00:21

    << Il confine che si sgretola fa capo alla ipotesi, proposta dai vari Mancuso e altri, che il confine credenti-non credenti vada superato. Storicamente è stato considerato un confine netto, ma proprio il filo di ragionamento che ho cercato di seguire porta alla conclusione di Vannini che in realtà non esista, non sia mai esistita (la religione è filosofia, la filosofia è religione), ma che sia sempre stata una falsa contrapposizione; limitata al più al rapporto uomo-natura, ma incapace di affrontare il problema della definizione dell’umano come essere affettivo, artistico, e – solo dopo anni – anche pensante.>>

    Lei affronta la questione nella prospettiva della critica storico filosofica dei rapporti tra laicità e religione; io affronto la questione in modo più diretto.
    Vediamo se riesco a sbrigarmela in poche righe. Poniamo che io creda nell’esistenza di Dio: posso pensare, ad esempio, che Egli ha creato l’uomo e tutti gli esseri viventi tal quali sono ora, che dunque l’evoluzione sia una teoria astrusa e probabilmente diabolica. 
    Oppure posso pensare che Dio ha creato l’Universo e le sue leggi e che in qualche angolo di questo si è sviluppata la Vita, e che l’evoluzione in essa ha determinato la forma dei viventi come ora li conosco.
    Non sarei più credente nel primo caso che nel secondo, ma nel secondo caso la mia visione coinciderebbe con quella laica. La differenza sarebbe nel postulato di base: esiste Dio o non esiste Dio.

    In modo analogo si potrebbe affrontare la questione della definizione dell’umano.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.38) 26 settembre 2013 20:17

    <<Luce-energia che, arrivando a colpire l’unica parte della sostanza cerebrale esposta all’esterno, cioè la rètina del nuovo nato nel suo primo apparire al mondo, sconvolge lo status fetale attivando la sostanza cerebrale [...] e quindi la mente, trasformando così la pura biologia del feto in quello che diventa essere umano al momento stesso della nascita.>>

    C’è un modo più semplice e razionale per spiegare l’origine della mente.
    Lei conoscerà certamente questa famosa sequenza tratta dal film American Beauty: http://www.youtube.com/watch?v=gHxi...

    La grazia e la bellezza espressa dalla "danza" di una semplice busta di plastica mossa dal vento sorge interamente dal mondo fisico, dalla sua armonia, dalle dinamiche generate al suo interno.
    Di passaggio, questo mi fa ricordare un passo: << Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [Mt. 6,28-29] >>

    Anche la mente sorge interamente dal mondo fisico e, come la busta che danza, l’intelligenza che esprime è determinata e mossa dalla sua armonia.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.38) 26 settembre 2013 19:40

    << Come avrà visto non è una mia affermazione, ma il link rimanda al manuale on line di storia della filosofia dell’Università di Siena.
    Affermazioni simili si trovano comunque anche in Vannini. Lo svuotamento dell’anima è inteso come il totale "distacco" da tutto ciò che è egoico, che appartiene all’ego, corporeo o psichico; quindi solo nella "morte dell’anima" si può trovare il puro spirito. Dire che questa è la "genuina essenza del proprio io" e che sia diventare come bambini presuppone che "anima" corrisponda alla "mente riflessiva", ma così non è.>>

    La mia osservazione va valutata nel quadro posto dall’ipotesi che esista un "antico confine tra atei e credenti che si sgretola", che mi sembra indichi il senso generale della ricerca che lei ha proposto.

    Da ateo non posso accogliere concetti definiti nell’ambito religioso come "anima", "puro spirito", "Dio": per me privi di significato, per cui, volendo esplorare la consistenza dell’ipotesi posta, devo tentare di traslare questi concetti cercando i significati comuni nell’uno e nell’altro ambito.
    Altrimenti si dovrebbe rinunciare, perché se due linguaggi sono privi di significati comuni la comunicazione è impossibile.  
    Religione e Scienza si fondano su postulati differenti, tuttavia, a mio parere, tali postulati non sono il motivo della incomunicabilità, ad esserlo sono i teoremi sbilenchi che da questi sono stati elaborati nel corso del tempo.
    Teoremi viziati dalle esigenze del potere temporale nel caso della Religione e dalla ben fondata avversione per quel potere nel caso della Scienza.
    Ma per esporre la mia idea su come e perché i due sistemi razionali dei quali i due linguaggi sono espressione si possano avvicinare, o si stiano avvicinando, dovrei dilungarmi troppo in questa sede.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.4) 26 settembre 2013 00:16

    Nessuna tragedia: gli utili vanno in Spagna invece che in Italia. Tutto qui.

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