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Perché uno sconosciuto parco pubblico di Napoli è il laboratorio politico d’Italia

Le vicende del Parco Robinson di Napoli promesso come uno spazio verde attrezzato ed organizzato. Ma la realtà sembra ben diversa... 

È interessante approfondire le sorti del parco pubblico Robinson di Napoli perché la sua anarchica gestione rappresenta bene la distanza siderale esistente tra la politica e la realtà. Sul sito del Comune viene così descritto:

Il parco ha una superficie di 5.000 mq, si trova a ridosso dell’Edenlandia e del Giardino zoologico e risulta il naturale complemento di una zona adibita allo svago. L’ingresso è posto in corrispondenza di un viale pedonale centrale che si snoda per tutta la lunghezza del parco e lo divide in due zone: una prevalentemente attrezzata per la sosta con panchine e tavoli in legno, l’altra dedicata all’area gioco per bambini e alle attività sportive con percorsi vita. È presente inoltre un punto ristoro, all’esterno del quale si trovano ancora panchine e tavoli. Il sistema del verde è ben distribuito e numerose sono le zone d’ombra caratterizzate dalla presenza di alberi ad alto fusto

Difatti, dalle foto allegate, sembra davvero uno spazio incantevole, pulito, ben tenuto ed ideale per passeggiare e portare i più piccoli.

Il parco Robinson di Napoli, perché è sempre chiuso?

Convinto dall'ottimo marketing, una domenica mattina della scorsa primavera visito il parco.

O meglio, ci provo.

Giunto a viale Kennedy nei pressi della famosa Edenlandia (ancora chiusa nel momento in cui scrivo), trovo il cancello bloccato da una irriverente catena. Non sono stupito, dalle mie parti accade spesso che la normalità vada conquistata ed i diritti dei cittadini siano scambiati per favori personali. Comunque ero pronto (non rassegnato, attenzione) poiché è la medesima sensazione provata mille altre volte quando accedo ad un ufficio pubblico ove, per un imponderabile motivo - i computer bloccati alle Poste, un dipendente malato al Comune, la mancanza di un modulo all'INPS, l'assenza improvvisa di un dottore all'ASL - ho la certezza di dover ritornare perché impossibilitato ad evadere la pratica (e la colpa non sarà di nessuno ma dipenderà da un evento superiore non identificabile).

Chiedo in giro.

Alcuni mi confermano l'apertura del parco «quando capita», cioè ad orari e giorni non specificati da nessun calendario istituzionale ma legati alla buona volontà degli addetti. Fotografo ed invio un tweet al volenteroso sindaco De Magistris e all'URP del Comune di Napoli. Non seguirà mai una risposta.

In un caldo weekend di settembre, decido di tornare. Il dazio della «prima volta» l'ho già pagato ma il dubbio resta, sarà il DNA napoletano ma sono ancora diffidente. Eppure, proprio alle spalle di questa (presunta) area verde sorge l'Isola delle Passioni, lo spazio della Mostra d'Oltremare con bici da noleggiare, aree pedonali, i giochi d'acqua della splendida fontana, il laghetto con gli uccelli... il parco Robinson sarebbe il naturale prolungamento da valorizzare e manutenere.

L'insolente spettacolo, però, si ripete.

Fotografo, documento ed invio al Sindaco e all'URP del Comune di Napoli in attesa della sua apertura definitiva e stabile.

Nel mentre, continuo l'attenta osservazione del parco Robinson perché la sua sorte può considerasi il laboratorio della politica italiana: da una parte l'annuncio, il marketing, le parole ufficiali e le promesse... dall'altra l'innegabile ed inconfutabile realtà.

Il parco Robinson di Napoli

Il parco Robinson di Napoli

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