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Perché gli uccelli volano a "V"?

di Eleonora Degano

I ricercatori del Royal Veterinary College di Londra hanno risolto il mistero del volo a “V” degli uccelli, e scoperto che si spostano perfettamente sincronizzati nel battito delle ali disponendosi in posizioni aerodinamiche. In questo modo riescono a massimizzare la “cattura” delle correnti d’aria favorevoli, ed evitare invece quelle che portano verso il basso.

Finora, spiegano gli scienziati, si pensava che gli uccelli non fossero in grado di portare a termine imprese di tale aerodinamicità, in quanto richiedono la padronanza di complesse dinamiche di volo; il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, ha dunque segnato la fine degli anni in cui sottovalutavamo i volatili.

Steve Portugal, leader della ricerca, spiega:

La formazione a V che distingue gli stormi di uccelli in movimento ha sempre intrigato i ricercatori e continua ancora oggi ad attirare l’attenzione sia della comunità scientifica che della popolazione; eppure fino ad oggi non avevamo idea delle reali implicazioni aerodinamiche.

I ricercatori hanno raccolto i dati sul volo mentre gli uccelli si spostavano dall’Austria, dove vivono durante l’estate e fanno nascere i piccoli, verso la Toscana, dove trascorrono tutto l’inverno. Lo studio è stato il primo a raccogliere dei dati direttamente da uccelli in volo, ed è stato reso possibile dai dispositivi di registrazione, GPS e accelerometri che hanno monitorato non solo i movimenti e la posizione dei volatili in maniera estremamente precisa, ma anche la loro velocità nello sbattere delle ali.

Portugal e il suo team hanno lavorato con l’organizzazione Waldrappteam, che in Austria si sta occupando della reintroduzione in natura dell’ibis eremita (Geronticus eremita), un uccello che è stato assente da questi territori per almeno 300 anni.

I 14 esemplari giovani seguiti nello studio sono stati allevati nello zoo di Vienna, e addestrati a seguire un ultraleggero come una sorta di “astronave madre”, che li ha condotti dall’Austria all’Italia facendo loro ripercorrere le antiche vie migratorie. Normalmente gli esemplari giovani apprendono queste nozioni da quelli più anziani, mentre in questo caso gli ibis, inesperti e senza stormo di riferimento, non avrebbero saputo raggiungere la Toscana.

Come spiegano gli scienziati, il meccanismo che entra in gioco nel volo in formazione a V denota una notevole consapevolezza degli uccelli sia del proprio corpo sia dell’ambiente in cui si spostano, e una loro straordinaria capacità nel rispondere al movimento delle ali dei loro vicini di stormo.

Il meccanismo che gli uccelli sfruttano per volare in questo modo, infatti, si crea proprio grazie a un’armonia tra i movimenti dei vari individui, che in perfetto sincrono massimizzano lo sfruttamento delle correnti che vanno verso l’alto, ed evitano quelle sfavorevoli che rallentano il volo. L’accuratezza delle misurazioni ha permesso di studiare le interazioni aerodinamiche degli uccelli a un livello di complessità che non era mai stato raggiunto prima.

Crediti immagine: Mike Fisher, Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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