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 Home page > Tribuna Libera > Perché gli aquilani sono morti in casa?

Perché gli aquilani sono morti in casa?

Ju tarramutu lo scrissi durante i mesi di luglio e agosto del 2009, i ricordi erano vivi, freschi e ancora dolorosi. Lo dedicai a tutte le vittime e a tutti coloro feriti dal sisma nel corpo e nel cuore… dopo la sentenza di assoluzione dei componenti della Commissione Grandi Rischi le ferite saranno sempre più grandi: piangevano tutte le madri degli studenti e delle studentesse, dei giovani, dei bambini, così come i padri, le sorelle ed i fratelli, ma anche gli aquilani presenti perché la giustizia non esiste, almeno per il popolo. Leggendo dei post qua e là, sembra che ad un certo punto gli aquilani vogliano trovare un capro espiatorio, che vogliono per forza un responsabile, ma chi non l’ha vissuto sulla propria pelle, non può capire.

Riporto anche testimonianze:


Giustino Parisse, vi caporedattore del Centro, il quotidiano d’Abruzzo, è la risposta alla sentenza, ed è stata scritta ben cinque anni e mezzo fa: “Aspettavamo il risultato della riunione del 31 marzo con la commissione Grandi rischi, il sindaco, gli assessori. Il giornale aveva preparato un paginone con il numero delle scosse, l’intensità, quando e dove c’erano state. Loro dissero: “E’ tutto a posto!”. Ora si scoprono le varie faglie, compresa quella di Paganica che non era stata studiata molto. Gli esperti dovevano dire che questo sciame sismico può presupporre una forte scossa. Se state in una casa in cemento armato: potete stare abbastanza tranquilli; in una casa in pietre: fate attenzione. Se io fossi stato messo in allarme in quel modo, forse mi sarebbe venuto in mente di uscire fuori, di dormire in auto. Come operatore dell’informazione venivo informato male, e di conseguenza informavo male. Il paradosso è che la prima vittima sono stato io.” Oggi in molti commentano che la scienza non si può condannare, ma se oltre centomila cittadini aspettavano una risposta dagli esperti per capire come comportarsi e molte persone sono morte nei loro letti poiché rassicurati da chi ne capisce di terremoti, possibile che è giusto che non ci siano responsabili? Proprio a L’Aquila dove i terremoti nel corso della storia hanno distrutto la città tre volte. La riunione -è scritto nel verbale- dura 60 minuti. Prende la parola il professor Boschi: “Escluderei che lo sciame sismico sia preliminare di eventi (…) – anche se spiega – siamo in una zona sismica attiva. Nell’area abruzzese registriamo circa 800 scosse l’anno. Ma i terremoti non si possono prevedere, si possono solo prevenire”. Interviene poi Barberi: “Gli sciami tendono ad avere la stessa magnitudo ed è molto improbabile che nello stesso sciame la magnitudo cresca (…) Noi rappresentiamo la situazione scientifica”. Prende la parola la Stati, assessore regionale: “Noi, io e il sindaco, dobbiamo anche dare risposte politiche. Quello che vogliamo sapere è se dobbiamo dare retta a chi vai in giro a creare allarmismo (il riferimento è a Giuliani, ndr)”. Risponde Barberi: “Non c’è nessuno strumento che possa avvisarci che ci sarà un terremoto. Non vale la pena che la Commissione Grandi Rischi discuta di questo. (…) Questa sequenza sismica non preannuncia niente, ma sicuramente focalizza di nuovo l’attenzione su una zona sismogenetica in cui prima o poi un grosso terremoto ci sarà”. L’assessore Stati ringrazia: “Queste vostre affermazioni mi permettono di andare a rassicurare la popolazione”. In chiusura interviene il prof. Mauro Dolce (responsabile ufficio sismico) che raccomanda che i tecnici in fase di sopralluogo prestino attenzione non tanto agli elementi strutturali, che quasi sicuramente, non dovrebbero essere danneggiati, quanto alle strutture di completamento quali controsoffitti, rivestimenti, comignoli, cornicioni, balconi (etc)”. La riunione si conclude alle 19.30, con una conferenza stampa, dove De Bernardinis è ancora più esplicito: “Lacomunità scientifica conferma che non c’è pericolo, perché c’è uno scarico continuo di energia; la situazione è favorevole. Questa vicenda deve insegnare due cose: convivere con territori fatti in questo modo, cioè a rischio sismico; mantenere uno stato di attenzione, senza avere uno stato di ansia“.

Cinque giorni dopo, la tragedia degli innocenti. Queste sono le persone a cui abbiamo affidato e affidiamo la nostra sicurezza, le nostre vite e quelle dei nostri figli, a persone nulla hanno fatto per evitare o ridurre una catastrofe che non il terremoto ha procurato essendo un fenomeno naturale, ma l’incuria degli uomini che speculano e da chi ci governa.

Il fisico Gaetano De Luca aveva raccontato: “Negli anni ’90 il Prof. Franco Berberi diventò sottosegretario alla Protezione civile. Il 27 settembre 1997, la notte ci fu una scossa in Umbria. In televisione lui dichiarò: “State tranquilli, il peggio è passato, tornate nelle case.” La mattina seguente ci fu una seconda scossa. Morirono dei frati che stavano accompagnando tecnici della Protezione civile per valutare i danni dell’Abbazia di Assisi e soprattutto per il controllo di stazioni accelerometriche installate all’interno dell’edificio. Se fosse stato un ministro giapponese, dopo quanto accaduto si sarebbe suicidato. Se fosse stato un ministro degli Stati Uniti sarebbe stato messo in galera, e da qui avrebbe dovuto dare molteplici spiegazioni! In Italia Franco Barberi diventa Presidente della Commissione grandi rischi ed il 31 marzo ce lo ritroviamo a L’Aquila a ribadire: “State tranquilli è una sismicità normale!” Qualcuno mi deve spiegare com’è possibile?


Antonio Moretti, geologo e professore presso l’università degli studi L’Aquila, dichiarò: “Torniamo a qualche giorno prima… dopo tanti mesi di scosse tutti avevamo, è il caso di dirlo, i “nervi a pezzi”, e vari delinquenti e pseudo-scienziati lanciavano allarmi ingiustificati o vantavano invenzioni miracolose offerte in vendita a cifre con molti zeri (in euro..). In questo clima di insicurezza ed allarme sociale, la commissione grandi rischi è stata convocata dal Prefetto (che guarda caso è cambiato proprio la notte del 6..), proprio per problemi di ordine pubblico. Arrivò Franco Barberi (mio ex professore di vulcanologia), Enzo Boschi ex Presidente dell’Ingv (un geofisico), Claudio Eva un eccellente sismologo che gestisce la rete del Piemonte (dove non ci sono terremoti) e poi altri… i quali alla domanda: “Sono giustificati gli allarmi di Giuliani che prevede un terremoto a breve termine?” hanno risposto, correttamente: “No”. Il prefetto in base a queste risposte ha ritenuto opportuno diramare la notizia: “Va tutto bene, tornate pure nelle vostre case!” . Invece se non si può dire con certezza che verrà un terremoto, a maggior ragione non si può dire nemmeno il contrario. Le mappe di pericolosità sismica pubblicate da decenni dall’INGV (di cui Enzo Boschi è il Presidente) e disponibili per tutti sul sito internet, mettono L’Aquila a rischio massimo. Bastava guardare… Ma in Italia nessuno vuole prendersi le responsabilità

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.36) 12 novembre 2014 23:34

    Cara Samanta , cerco di dirtelo con semplicità .La scienza non è onnipotente e gli scienziati quando esprimono (se in buona fede ) un loro parere lo fanno nella convinzione di essere nel giusto , di avere cioè capito , di avere compreso il rapporto tra causa ed effetto . Ma la natura che ci circonda è assai complessa e non sempre è possibile decifrarne i comportamenti . Non esiste cioè al momento un algoritmo che elabori tutte le variabili complesse che intervengono negli eventi sismici (siano essi sequenze o sciami ) in grado di fornire una risposta certa da un punto di vista temporale e dell’intensità del fenomeno.

    Nessuno quindi poteva prevedere in assoluto ciò che sarebbe avvenuto e la probabilità che emergeva dall’interpretazione dei dati sismografici e geoprospettici sembrava orientata ad un progressivo smorzamento dell’energia accumulata nel sottosuolo . Da questo la presa di posizione tecnico scientifica .

    Per farti capire ,è noto che San Francisco e Los Angeles insistono sulla faglia di Sant’Andrea . La probabilità che entro 20 anni avvenga un sisma catastrofico ( Big One) è altissima ( ultimi studi 2005) ma nessuno è in grado di sapere esattamente come e quando , potrebbero passare 20 anni come 50 anni o succedere tra un mese , quindi nessuno può allertare milioni di persone o addirittura traslocarle . La simologia e la fisica terrestre ci dicono prtaticamente tutto sulle strutture in gioco ma non ci danno assolute certezze sulla loro evoluzione in senso dinamico .
    Ergo l’unica forma per attenuare o eliminare i danni di un sisma è la prevenzione ,ovvero rispettare norme cogenti sulle costruzioni a prova di sisma .Il Giappone è un esempio in questo senso .
    I veri colpevoli semmai sono coloro che hanno progettato e costruito in barba alle normative antisismiche esistenti (vedi casa dello studente ), mentre per i centri storici la questione è assai più complessa ,visto che la loro messa in sicurezza richiederebbe interventi estremamente invasivi .
    ciao

  • Di (---.---.---.116) 13 novembre 2014 10:50

    Quello che dici tu è parzialmente vero, certo che le responsabilità sono di chi ha costruito, ma L’Aquila è stata anche declassata di rischio sismico e si è costruito dappertutto con criteri più blandi, forse senza alcun criterio se non quello dell’interesse privato. Ma una comunità scientifica non può prendersi i plausi se indovina, a questo punto a fortuna, e poi non accettare le responsabilità se sbaglia, altrimenti non ha ragione di esistere una commissione (con membri a nomina politica, che non conoscono i territori di cui devono esprimersi). Qui c’è stata a volontà di dare un messaggio mediatico di tranquillizzazione (lo dicono le intercettazione) e non si è fatta nessuna prevenzione, ancora oggi non c’è mai stata un’esercitazione di evacuazione in caso di terremoto, ecco quello che manca è il concetto di prevenzione e te lo spiega un giornalista, un padre che ha perso i propri figli poichè rassicurato, poichè impreparato di fronte ad una grande scossa. In Giappone, oltre a costruire bene, fanno anche esercitazioni, così come in altri Paesi fanno esercitazioni in caso di incendio.

    grazie 
    Samanta

  • Di paolo (---.---.---.142) 13 novembre 2014 17:43

    Mi dispiace ma continui ancora a confondere le responsabilità dei politici e dei costruttori infami con quelle della comunità scientifica . La scienza ha dei limiti ma fornisce indicazioni non amministra il territorio . La classificazione 2 -medio rischio era in vigore dal 1927 . Tra il 2004 ed il 2006 , sulla base di ulteriori studi , i tecnici suggerirono di classificarla in zona 1 -alto rischio , ma la politica (leggi regione) ignorò l’invito .

    Comunque anche se avessero accettato la nuova classificazione non sarebbe cambiato nulla . La casa dello studente sarebbe crollata comunque .La prevenzione richiede forti investimenti in tempi lunghi e soprattutto il controllo puntuale delle opere e pene severe per chi sgarra . E qui casca l’asino vista la corruzione dilagante nel paese .I tecnici comunali per lo più sono pagati proprio per non controllare ,altrimenti non si capisce come fanno a vivere come vivono con il loro stipendio .E gli esempi si sprecano anche dalle mie parti.

    Non bisogna cadere nel gioco dei politici , che è quello di fare lo scarica barile .Purtroppo capisco che l’opinione pubblica è facilmente strumentalizzabile ,soprattutto quando non sa di cosa parla .
    Per questo ribadisco che la sentenza d’appello è sacrosanta perché "il fatto non sussiste " .
    ciao

  • Di (---.---.---.233) 13 novembre 2014 17:44

    Certo che questo Di paolo è un tuttologo della madonna!

    Ha sempre una opinione su tutto e tutti, e ci tiene tantissimo a comunicarla! Con articoli (quotidiani), e con interventi sugli articoli degli altri (anche questi quotidiani).
    Ma valà, valà.
    • Di paolo (---.---.---.142) 13 novembre 2014 17:51

      Che scrivo articoli quotidiani lo dici tu , non mi risulta .Anzi la maggior parte di chi scrive su questo blog ne ha fatti infinitamente più di me .
      Intervengo ogni tanto , quando ritengo di avere qualcosa da dire e perché questo è un sito di dialogo ,di confronto di idee . Ovviamente capisco che questo possa dare fastidio ai citrulli come te che non hanno niente da dire se non per farsi riconoscere per quello che sono .
      ciao

  • Di paolo (---.---.---.142) 13 novembre 2014 18:00

    A proposito citrullo @233 . Visto che AgoraVox dipone di dati statistici ,ti informo che che in 51 mesi (da Agosto 2010 ) ad oggi ho scritto 176 articoli che fanno una media di poco superiore ai 3 articoli al mese ,ovvero 1 ogni dieci giorni .
    E mi riprometto di continuare a darti fastidio .
    ciao

  • Di (---.---.---.89) 13 novembre 2014 22:46

    sono d’accordo con Di paolo

    fabrizio Mazzanti

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