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Partisan

Di fronte a Vincent Kassel viene in mente la versatilità di ogni attore e sua in particolare a calarsi in molti panni: da maestro feroce di danza ne Il cigno nero, a psicanalista libertario e contro le regole in A dangerous method e poi a questo Partisan dove egli è Grigori, un padre-padrone, un dolce despota, il capo a volte suadente ed altre violento di una piccola comune indipendente e autosufficiente che egli stesso deve aver creato, fatta di bambini e donne diverse. 

Esse in qualche caso devono essere le stesse madri con le quali ha generato i piccoli. Fà il deus-ex-machina con comunicazioni del tipo se vuoi qualcosa chiedi a me e l'avrai, ti voglio bene, è importante apprezzare le cose che hai quando sono accanto a te e proteggerle . Oppure ancora: Nessuno potrà toccarti se sarai forte, è compito mio, io sarò il tuo custode. La comune sembra una famiglia allargata, che vive in un'abitazione composita a cui si accede tramite un cunicolo e passaggi segreti. Grigori organizza la vita e le regole della comunità, l'intrattenimento e l'educazione spesso dispotica dei ragazzini.



Per metterli in guardia a “difendersi da un mondo esterno ostile ingiusto e crudele” (parole tratte da myMovies che ha regalato la visione di questo film) Grigori pretende di impartire a ragazzi diversi una mono-educazione da collegio militare: qui va tutto bene e siete al sicuro, dice, e preferisci farti colpire o colpire per primo? fino a disporre che il suo più grande e fidato “soldatino”, l'11enne Alexander che all'inizio del film abbiamo visto nascere, vada a compiere espropri ed omicidi in quella periferia. E' proprio Alexander però che nelle sue uscite comincia a porsi qualche domanda, anche per via della fuga di un altro ragazzino contestatore delle istruzioni di Grigori, il quale aveva definito il piccolo Leo come bambino mentalmente problematico. Comincia, Alexander, a percorrere suoi pensieri autonomi, procede ad una precoce autodeterminazione . L'unica ragione per cui sai impugnare quella pistola è perché io te l'ho insegnato, dirà il padre-padrone ad Alexander, e saranno le sue ultime parole.

L'associazione di idee conduce a Affari di famiglia, per le parentele acquisite strada facendo, a Mrs Violence per la violenza nelle parole e modi che Grigori pratica occasionalmente, a Captain Fantastic per la parvenza di un'educazione basata sui princìpi della natura. Kassel dà una buona interpretazione, sa rendere questo Grigori odioso quanto basta, un maestro-istitutore che non và contraddetto. I personaggi femminili nel film fanno da quasi inutili comparse. Una piccola comune da rabbrividire. Il film è del 2015 per la regia di Ariel Kleiman, definito nel sito “filmmaker da seguire”.

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