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Paracetamolo, rischi sottovalutati

Il Paracetamolo è un farmaco che allevia il dolore e la febbre ed in Italia è comunemente conosciuto come Tachipirina, oppure Efferalgan.

La Food and Drug Administration (FDA) sta chiedendo ai produttori di tale farmaco una limitazione del medicinale a 325 mg per compressa. L'FDA ha come obbiettivo quello di rendere la prescrizione di farmaci contenenti Paracetamolo più sicura per i pazienti. Secondo l'ente statunitense, infatti, il paziente tenderebbe a sottovalutare i rischi di questo prodotto anche se il foglio illustrativo riporta quali siano i possibili avversi. Si noti che, secondo alcuni studi, il rischio di danno epatico si verifica soprattutto quando i pazienti assumono più prodotti contenenti Paracetamolo e superano la dose massima giornaliera di 4 g.

Questo comunicato è stato riportato da diversi siti fra i quali farmacovigilanza.net che specifica: "L’overdose da prodotti di combinazione da prescrizione contenenti Paracetamolo (negli Stati Uniti ndr) è responsabile di quasi la metà di tutti i casi di insufficienza epatica causati dal Paracetamolo negli Stati Uniti; molti di questi casi necessitano di un trapianto di fegato o hanno un esito fatale".

Il comunicato è stato riportato anche dalla ADUC, nota associazione per la difesa dei consumatori che stà sollecitando il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, affinché valuti le indicazioni e le proposte emerse dal rapporto della FDA.

Commenti all'articolo

  • Di Fulcanelli (---.---.---.153) 30 gennaio 2011 21:04

    Bravo pint74, ottimo richiamo.


    Il paracetamolo è un farmaco, ed è pericoloso quanto e più dell’acido acetilsalicilico - l’aspirina, per capirci. Il problema è ben noto ai medici ed è inutile che l’ADUC ed il Ministero della Salute fingano oggi di cadere dal pero.
    Il fatto che in Italia sia stato "promosso" (o degradato, secondo i punti di vista) a farmaco da automedicazione o da banco, sta solo evidenziando problemi che nei paesi anglosassoni sono noti da tempo ed hanno indotto la FDA ad intervenire di conseguenza. 

    Vediamo:
    1) Farmaco da banco = farmaco innocuo - Così nell’immaginario collettivo: è una bestialità terrificante. L’atrofia giallo-acuta del fegato od insufficienza epatica fulminante è una realtà nel sovradosaggio da paracetamolo.

    2) Bugiardino - E’ lungo e complesso come un rogito, ma soprattutto è stampato in maniera talmente monotona da non rendere evidenti i punti critici come:
    a) la durata d’azione è breve (4-6 ore), quindi richiede 4-6 somministrazioni al dì (uff, che palle!) per mantenere costante l’efficacia analgesica nel tempo: questo porta ad assumere dosi più elevate in meno somministrazioni, col rischio di superare il limite tossico
    b) la tossicità aumenta (e quindi si manifesta a dosaggi più bassi del limite ufficiale di 4 g al dì) in caso di:
    - malattie epatiche
    - digiuno
    - abuso alcoolico
    Provate a pensare ad uno che si prende una bella sbronza: quando gli passa ha vomito, un mal di testa fottuto, non ha voglia di mangiare e per stare meglio? Paracetamolo!

    3) Prodotti di combinazione - L’associazione tipica è paracetamolo + codeina. Essendo quest’ultima un oppioide debole, esiste una prevenzione "morale" nei suoi confronti, per cui viene abitualmente sottodosata nella combinazione; questo vuol dire che, utilizzando un’associazione, quando si raggiunge la dose massima giornaliera di paracetamolo, quella di codeina è solo la metà di quella massima efficace. Risultato: mediocre controllo del dolore, aumento della quantità di farmaco assunta, tossicità da paracetamolo.
    In questo senso la FDA vuole ridurre il dosaggio di paracetamolo nei prodotto di combinazione: tale che al raggiungimento della dose massima giornaliera di paracetamolo corrisponda quella di codeina - ed oltre non si debba né si possa andare.

    4) Medico Curante - Spiacente per i sostenitori dell’italico "arrangiarsi", ma le sue raccomandazioni sono indispensabili; far da sé comporta sempre dei rischi, in un campo nel quale non si è esperti. 
    Vi rivolgete al CAAF od al commercialista per il 730, e non sentite il medico se state male? 
    Se tenete ai vostri soldi ma non alla vostra salute, accomodatevi pure, poi però non scocciate se vi succede qualcosa, e soprattutto non pretendete di risolverlo a spese della comunità. Stop

    Chiedo scusa se sono stato più sommario di quanto l’argomento meriti, ma questo è un blog e non un trattato. Naturalmente ogni discussione è gradita
    • Di (---.---.---.66) 31 gennaio 2011 03:40

      Come al solito non siamo abituati alle mezze misure. Non discuto quanto riportato sopra sulle possibili conseguenze di ABUSO da questo tipo di farmaco ma rifletterei sul dovere di essere più precisi sul modo di comunicare le notizie in campo medico e farmacologico.
      Mi spiego meglio... Si sta ripetendo la stessa cosa avvenuta qualche tempo fa per il "Nimesulide" (commercialmente conosciuto prevalentemente come Aulin). Non si può nel breve volgere di tempo adottare misure drastiche che mettono in difficoltà il Cittadino con messaggi INCOMPLETI, generando in esso paura o dirottandolo su altri farmaci.
      La terapia del dolore (in questo caso si parla di simili patologie) deve essere CONTROLLATA "agendo" sui medici di base che a loro volta dovrebbero "dipendere" di meno dall’industria del farmaco. Il Paracetamolo è dannoso al parenchima epatico cosi come il Nimesulide lo è a livello del nefrone! Questo QUANDO E SE ASSUNTO IN DOSI SBAGLIATE, ovvero in caso di sovraddosaggio. Il dolore ha una causa, e occorre lavorare su questa, regolando tempistica di eventuale assunzione e posologia. Ricordo che va usato con cautela nei bambini mentre spesso è consigliabile nei soggetti anziani MA tutto questo MONITORIZZANDONE la dose di assunzione.
      Vedo inutile ridurre il peso molecolare senza ricorrere a quanto sopra scritto.
      Il Naprossene sodico è oggi venduto sottoforma di farmaco da banco dopo aver ridotto il peso che aveva il suo precursore, più noto con il nome commerciale di Synflex, portandolo da 550mg alla metà.
      In sintesi occorre comunicare meglio che l’assunzione deve essere indicata dai Medici e imposto controlli maggiori a questi! Senza demonizzare un farmaco che, se preso a dosi controllate, è meno invasivo di altri. Consideriamo che le Persone hanno il diritto di cercare di alleviare la sofferenza e devono poter avere una giusta alternativa. Ricordo anche che la cosiddetta medicina alternativa non viene incoraggiata nelle sue varie forme, e ovviamente non è contemplata come ufficiale senza poter beneficiare di una limitazione dei costi; quando si ricorre a questa si spendono un sacco di soldi e NESSUNO RIUSCE a suggerire alternative che non siano solo drastici provvedimenti; quasi si volesse punire un Cittadino "poco attento". Non è il Cittadino ad essere poco attento ma il Medico di base e l’Industria del Farmaco che prima sponsorizza il suo prodotto rendendolo raggiungibile da tutti e poi lo limita drasticamente (non prima che questo abbia fatto danni ad un numero considerevole di persone).
      Dobbiamo fare in modo che il farmaco "TOT" sia assunto al bisogno in dosi regolate e controllate SOLO sotto l’ausilio del controllo medico. Evitando di definire "veleno" il tal farmaco che "velenoso" lo diventa solo se viene data la possibilità di ricorrere al solito "fai da te".
      Più controllo sull’operato dei medici e delle case farmaceutiche: questa è la priorità.

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