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"Papà e mamma se ne stanno tutto il tempo al computer..."

(ANSA) - ROMA, 9 AGO - I figli accusano:i genitori nel loro tempo libero passano troppe ore in Internet: lo rivela un’indagine dell’Osservatorio dei minori. 500 ragazzi fra 14-17 anni puntano il dito sulla qualita’ del rapporto tra genitori e figli nel tempo libero.Il 67% dichiara che i genitori navigano mediamente 4 ore al giorno quando sono a casa.Per il 56% sono i padri a eccedere nell’uso del web.Il 33% individua nei social network (skype, facebook) la fonte della passione internettiana genitoriale. (da yahoo notizie)

I tempi cambiano e se prima si usciva per comprare le sigarette e tornare dopo innumerevoli gotti e discussioni frenetiche su politica e campionato, ad oggi si resta in casa, magari si appesta le stanze con qualche sigaretta ed ugualmente non si cacano di striscio i figli.

I tempi cambiano, visto che la mia generazione ha avuto a disposizione i primissimi computer e genitori che non ci capivano nulla, avendo quindi anche il vantaggio di poterne usufruire senza alcun limite, visto che tanto loro non li avrebbero dovuti usare.

Pensiamoci su. Una persona in media lavora dalle 7 alle 8 ore il giorno, quando non ha fatto amicizia con gli straordinari (sottopagati, ovvio). Quindi, diciamo, lavorerà dalle 9 di mattina alle 13.00 per rientrare alle 15,00 e finire definitivamente alle 18,00 o alle 19,00. Considerando che dalle 20,00 alle 21,00 si mangia assieme tutti a tavola, ciò significa che dalle 21 in poi, cioè l’angolo di tempo libero in casa, viene dedicato a internet.

Quindi: casa, lavoro, internet e via dicendo. Che equivale quasi a morte.

Se volete additare i genitori fatelo, non avete torto. Ma credo che il problema non sia loro, credo che gli orari lavorativi ed i ritmi lavorativi riescano ad estraneare un uomo dalla sua sfera personale, che in un qualche modo, che sia in rete o al bar, lui/lei sente di dover recuperare.

Si parla di interessi in condivisione (blog e vari) o di chiacchierare con gli amici (facebook e skype), di tutto ciòc he fa in un modo o nell’altro parte della vita. Certo che non ne devono risentire i figli (e lì è l’errore), ma è ovvio che in una società che cerca di standardizzare e sfruttare l’uomo, questo cerchi qualche via di uscita e di scampo.

Torna alla mente il famoso slogan lavorare meno, lavorare tutti, che per inciso, condivido.

La società va cambiata e dobbiamo farlo agendo proprio secondo le sue tattiche, trovando punti di forza nei suoi stessi punti di forza. L’esempio che da un mesetto vi propongo è: la società ci considera solo clineti, consumatori, masse stupide di compratori? Bene, compriamo in maniera intelligente e sovvertiamo il meccanismo, spostando così il mercato e le sue regole; migliorando la società.

Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. Gandhi


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