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PECME. Controversie in Europa? Ecco la soluzione

Dal 1° gennaio 2009 potete risolvere una controversia nata in un altro Stato membro dell’Unione Europea (ad eccezion fatta per la Danimarca) grazie al procedimento europeo per le controversie di modesta entità (di seguito lo chiameremo PECME).

Le liti transfrontaliere sono frequenti e, fino a ieri, non era semplice risolverle. I procedimenti giudiziari classici, troppo lunghi e complicati, scoraggiavano la maggior parte dei consumatori. Ora esiste una procedura semplificata, il PECME.

La vostra macchina fotografica comprata su un sito web spagnolo si è rotta dopo appena tre settimane. Il venditore fa orecchie da mercante alle vostre domande di sostituzione o rimborso. Di ritorno da una vacanza ricevete una fattura di 1200 euro dal negozio che vi ha noleggiato l’automobile per alcuni graffi constatati sul veicolo. I vostri scambi verbali e scritti non hanno portato a niente. Che fare? Intentare una causa rischia di costare più della somma in gioco. Se la controversia riguarda uno dei 27 paesi dell’Unione Europea (ad eccezione della Danimarca), avete tutto l'interesse ad usare il nuovo procedimento europeo per le controversie di modesta entità (PECME).

Procedimento semplificato e veloce

In caso di mancato accordo, il consumatore europeo che ha una lite con un professionista o un semplice cittadino di un altro paese dell’Unione Europea può utilizzare la procedura “PECME”. Questa gli costerà meno (non necessita dell’assistenza di un avvocato) e sarà risolta in massimo tre mesi. Unica condizione da rispettare: la controversia deve essere inferiore a 2.000 euro (duemila).

7 tappe e 3 mesi massimo

Il consumatore avvia la domanda (nella lingua accettata dal tribunale adito) riempendo il modulo A. Il tribunale competente è, secondo i casi, quello del luogo della consegna in caso di acquisto su internet, del domicilio della parte avversa (convenuto), del luogo di esecuzione del contratto, del luogo dell’immobile o del luogo dove è avvenuto il fatto per cui si chiede il rimborso. Ad esempio, se avete intenzione di ottenere il rimborso di un prodotto comprato da un commerciante di Berlino (Germania), dovrete inviare il vostro modulo al tribunale tedesco di questa città. Per trovare l’indirizzo della giurisdizione da adire cliccate qui.

Il modulo è quindi inviato per posta al tribunale. Questo può chiedere di integrare le informazioni fornite con il Modulo B. Entro 14 giorni a partire dal giorno in cui è stato ricevuto il modulo, il Tribunale invia alla parte avversa (il convenuto) la copia della domanda e il Modulo C per la risposta. Quest’ultimo avrà 30 giorni per rispondere. La risposta sarà inoltrata al denunciante nei 14 giorni che seguono la ricezione della stessa. Il giudizio sarà reso entro 30 giorni a partire dalla fine degli scambi scritti o dalla data di udienza se la giurisdizione ha ritenuto necessario ascoltare le parti (trattandosi di un procedimento scritto, non c’è, in principio bisogno di spostarsi. L’udienza è fissata soltanto se ritenuta dal giudice come inevitabile).

Per far eseguire la sentenza (se il convenuto non si decide a rispettarla) basterà riempire il modulo D e inviarlo all’autorità incaricata con la copia della sentenza. La decisione resa può essere eseguita, attraverso un ufficiale giudiziario locale, in qualsiasi paese dell’Unione Europea. (Per conoscere l’autorità competente incaricata dell’esecuzione della sentenza nei diversi paesi dell’UE cliccate qui )

I costi sono anticipati dalle parti, ma graveranno alla fine sulla parte soccombente.

Per assistenza: Generazione Attiva

ALCUNI CASI PRATICI:

- BAGAGLIO SMARRITO ALL’ESTERO

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Durante un volo da Venezia a Madrid una compagnia aerea spagnola ha smarrito il bagaglio del cliente italiano. Il viaggiatore aveva compilato immediatamente il modulo di smarrimento (PIR) inviando in seguito un reclamo scritto alla compagnia, dato che la valigia (con all’interno diversi abiti firmati e per un valore complessivo di 6mila euro) non gli era stata riconsegnata. Dopo alcuni mesi la compagnia aerea spagnola aveva offerto un rimborso di appena 500 euro.

Il denunciante ha, quindi, contattato la compagnia per ottenere il pagamento della somma massima di risarcimento previsto dalla normativa comunitaria (circa 1200 euro) senza però risposta. A questo punto il consumatore ha attivato la “PECME”, ovvero il procedimento europeo per controversie di modesta entità. Il tribunale spagnolo competente dopo alcuni mesi ha condannato la compagnia a risarcire 1200 euro.

- IL TAGLIAERBE GUASTO COMPRATO ON-LINE

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“Avevo comprato un taglia erbe con motore termico su ebay ad 89 Euro, assicurazione della spedizione compresa. Quando mi è stato consegnato ho notato in presenza del postino che era rotto” racconta Giacomo. “Ho immediatamente fatto presente la cosa sulla ricevuta. Ho quindi contattato il venditore per chiedergli la sostituzione o il rimborso. Nessuna risposta. Dopo aver tentato di risolvere la controversia via Paypal invano sono passato al PECME e ho ottenuto il rimborso.

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