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"Operazione Condor". Kissinger sapeva

"Raramente, nel caravaggesco mondo, vediamo le tenebre intorno alla nostra radura. Anche vedere è evitabile, se intriso di senso di morte". 

(Enrico Calamai)

"Operazione Condor". Kissinger sapeva

Documenti top secret recentemente declassificati rivelano le responsabilità dell’ex Segretario di Stato Henry Kissinger negli assassini perpetrati dalle dittature militari del "Cono Sur" dell’America Latina, inquadrati nell’operazione "Condor".
 
Il "Piano Condor" include le dittature militari di Argentina, bolivia, Paraguay, Uruguay e Cile, quest’ultimo anfitrione di tutta l’operazione che prende corpo il 25 novembre del 1975 a Santiago del Cile.
 
Il piano prevedeva la formazione di reparti speciali attraverso la collaborazione dei servizi segreti dei paesi aderenti, e la formazione di nuclei operativi con il compito di pianificare e realizzare omicidi e sequestri di avversari politici in qualsiasi parte del mondo essi si trovassero.
 
Agli inizi di settembre del 1973, in occasione della decima conferenza degli eserciti sudamericani il generale brasiliano Breno Berges Fortes propose di estendere la collaborazione tra i vari servizi segreti dei nascenti regimi militari al fine di combattere il comunismo ed ogni proposito sovversivo.
 
Si è sempre avuta la certezza che tale alleanza fosse stata patrocinata dal governo Usa, ma ora quella certezza è comprovata da documenti ufficiali.
 
Il piano "Condor" prende corpo nel febbraio del 1974 in un incontro tra i vertici delle polizie segrete di Bolivia, Uruguay, Argentina e Paraguay con Manuel Contreras, capo della famigerata DINA (i servizi segreti di Pinochet), l’incontro si svolge a Santiago del Cile.
 
L’11 settembre gli americani lo ricordano come il giorno degli attentati terroristici alle "Torri Gemelle", ma per i cileni l’11 settembre 1973 è il giorno del colpo di stato e l’instaurazione del regime militare di Pinochet, il giorno del rovesciamento del più attivo governo socialdemocratico di tutta l’America Latina, il giorno dell’assasinio di Salvador Allende.
 
Il 21 settembre 1976 a Washington DC, in Massachusset avenue, a soli tre chilometri dalla Casa Bianca, viene fatta saltare in aria l’auta in cui viaggiano Orlando Letelier e la sua segretaria Ronnie Moffett.
 
Orlando Letelier era stato ministro di Allende, e dopo il colpo di stato aveva riparato negli Usa da dove si opponeva al regime militare nel suo paese.
 
Prima di quel 21 settembre 1976 il governo americano, e il Segretario di Stato che rivestiva anche l’incarico di Consigliere alla sicurezza Henry Kissinger, avevano sempre negato di essere a conoscenza dell’esisenza del piano Condor.
 
Atti desecretati il 24 aprile scorso rivelano che Kissinger sapeva. Prima del 21 settembre 1976 Henry Kissinger aveva emesso un’informativa nella quale si invitavano gli ambasciatori presso i paesi che prendevano parte all’operazione Condor ad avvertire i dittatori che gli Stati Uniti erano a conoscenza dell’operazione che prevedeva l’assassinio degli oppositori politici anche fuori dai confini nazionali, e si precisava che gli Usa non avrebbero tollerato tale attività sul proprio territorio nazionale.
 
Quello che oggi viene fuori è che in una successiva informativa del 16 settembre 1976 Kissinger ordinava di lasciar cadere la prima informativa. Cinque giorni più tardi, il 21 settembre, la DINA, con la collaborazione di agenti CIA, massacrarono Letelier.
 
MAGGIO-GIUGNO 1976
 
Vengono assassinati in Argentina l’ex Presidente boliviano Juan José Torres e due politici uruguaiani, Zelmar Michelini e Héctor Gutierrez. 
La CIA informa Washington che questi attentati fanno parte di una nuova alleanza dei paesi del "Cono Sur" (così è denominata l’area più meridionale del continente americano).
I servizi statunitensi ritengono inoltre che Cile, Uruguay e Argentina abbiano lanciato una vasta operazione di intelligence per assassinare i dissidenti fuori dai propri confini.
 
23 AGOSTO 1976
 
Kissinger ordina agli ambasciatori Usa nei paesi interessati di informare i vertici dittatoriali che "gli attentati progettati e diretti dai governi membri del Condor, dentro e fuori dai loro confini nazionali hanno conseguenze estremamente gravi che abbiamo intenzione di affrontare con rapidità e senza indugio".
 
Kissinger ordina agli ambasciatori di Argentina, Cile e Uruguay di sollevare un avvertimento formale a tutti e tre i relativi Capi di Stato.
 
30 AGOSTO 1976
 
Harry Schlaudeman, segretario aggiunto per l’America Latina, prepara un memorandum nel quale si definiscono le linee guida che gli ambasciatori devono seguire per dare la comunicazione delle intenzioni americane, secondo un linguaggio diplomatico, e lo invia a Kissinger per l’approvazione. Schlaudeman nota: "Ciò che stiamo cercando di evitare è una serie di assassini internazionali che potrebbero seriamente danneggiare gli equilibri internazionali e la reputazione dei paesi coinvolti".
 
16 SETTEMBRE 1976
 
Kissinger, in viaggio per l’Africa, non approva la direttiva di Schlaudeman: "Memo data 30 Agosto. Operazione Condor. Il segretario nega l’approvaziione del messaggio diretto a Montevideo e ordina che non si prendano più misure in ordine a tale tema".
 
20 SETTEMBRE 1976
 
Il segretario aggiunto Schlaudeman trasmette gli ordini agli ambasciatori ripetendo la frase che ora sappiamo - "non prendere alcuna misura, segnalandosi che non ci sono informative che inducano a ritenere che l’operazione Condor venga attivata".
 
21 SETTEMBRE 1976
 
A meno di ventiquattro ore da questo dispaccio Letelier viene assassinato. 
 
La CIA fu coautrice dell’omicidio Letelier nella persona di Michael Townely, agente sia della CIA che della DINA, e direttamente vincolato a Stefano Delle Chiaie. L’attentato che lega i due è quello avvenuto a Roma ai danni di Bernardo Leighton, politico dissidente cileno.
 
Capire ciò che avvenne durante le dittature sudamericane può aiutare a far luce sugli anni più bui della nostra Repubblica. E non basta dire "noi già lo sapevamo", adesso che gli anni sono passati e i documenti vengono resi noti, è con maggior forza che dobbiamo chiedere la verità nel rispetto di quanti hanno sofferto, e sono morti, per la causa della libertà.
 
A tal fine vogliamo riportare le parole di Enrico Calamai, un eroe italiano, ex console in Argentina durante la dittatura di Videla, tra il 1974 e il 1976.
 
<<Arrivavano perchè italiani o di origine italiani. O perchè c’è un passaparola discreto. Perchè si sappia che l’Italia non è soltanto quella delle ambasciate chiuse nelle sue fortificazioni. Che c’è un’Italia diversa, pronta ad aiutare, l’Italia dell’umanesimo anche cristiano, che forse un giorno, quando tutto sarà finito, l’Argentina potrà ricordare con gratitudine>
 
Lo sterminio di una generazione, questo è stato il golpe militare in Argentina
 
<<A volte mi succede che mi chiedano il numero di coloro che ho aiutato. Per timore di esagerare finisco col rispondere con delle cifre che comprimo sempre di più. La verità è che non posso ricordare perchè di quella unica epoca in cui, pur con enormi difficoltà, mi è stato dato di vivere pienamente, rimane appena qualcosa di simile a uno scafo affondato, e una grande amarezza per coloro che ho lasciato, per quanto lo Stato italiano avrebbe dovuto fare, se non altro per i propri connazionali, anzichè attaccarsi al dividendo di quello che ormai viene concordemente definito... genocidio>>.
 
 

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