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Operaio di Pomigliano, operaio di seconda mano

Il 15 giugno 2010 è una data che rimarrà con ogni probabilità nei libri di storia. Il 15 giugno a Pomigliano la Fiat ratifica un accordo con alcune firme sindacali senza precedenti, ma con forti conseguenze per il futuro. Innanzitutto si tratta di riportare in Italia la produzione della macchian Fiat Panda, dalla Polonia, rendendo possibile in due anni la reintegrazione degli attuali cassintegrati dello stabilimento. Una decisione che sembrerebbe nazionalista, quasi populista o patriottica. E invece no.

Operaio di Pomigliano, operaio di seconda mano

Se la storia ci insegna qualcosa, ci mostra che il cuore non va a braccetto con il capitale.

Fiat riporterà lavoro per 700 milioni di euro in Italia, e precisamente a Pomigliano (di Termini Imerese si continua a non parlare) se e soltanto se la Cgil e la Fiom ratificheranno l’accordo già firmato da Cisl Uil e Ugl (sindacati parenti di Napolitano, forse, vista la velocità con cui mettono nero su bianco senza pensare). L’accordo firmato dai tre finti sindacati con Fiat prevede:

- nuovi turni di lavoro che portano l’operaio a lavorare obbligatoriamente per 48 ore settimanali con pause giornaliere di dieci minuti. Dieci minuti al giorno, nel mentre che ti stai facendo un culo così. Dieci minuti per pisciare, bere e fumare una sigaretta. Giusto il tempo di fare un tiro.

- abolizione del diritto di sciopero. Chi sciopera viene licenziato.

- eliminazione della retribuizione in caso di malattia per i primi tre giorni. In pratica ti ammali e non percepisci niente di niente per tre giorni. E a lavorare senza sosta 48 ore settimanali, ci si ammala. Di stress.

E’ stato indetto un referendum, per chiedere ai lavoratori se vogliono tornare a lavorare seguendo l’intesa ratificata dai tre sindacati-pagliacci, e domani si voterà. In pratica la vera domanda che viene posta nel quesito è: vuoi tornare a lavorare o no? E la gente, in una repubblica fondata sul lavoro, dopo due anni di cassa integrazione, se voterà, voterà per il sì.
 
 
Le conseguenze saranno drammatiche. L’esportazione del modello Pomigliano su scala nazionale non è un’eresia. Mettetevi nei panni di un imprenditore, un imprenditore normale, non illuminato, magari il vostro datore di lavoro. Non appena letto che si può forzare a 40 ore di straordinario mensili i lavoratori, non appena letto che si può abrogare il diritto di sciopero, non appena letto che si può ridurre le pause e magari stringere il salario, cosa farà?

E’ la globalizzazione, dicono. E hanno ragione. In pratica i capitali sono e saranno liberi di spostarsi in continuazione e facendo gola agli stati e ai loro interessi finiranno per vincolarne le scelte politiche e "sociali" eliminando di fatto la differenza tra un operaio cinese ed uno europeo; eliminando di fatto due secoli di lotte. Perché pur di lavorare, migliaia di persone costrette alla fame e alla cassa integrazione da due anni, sono disposte ad accettare condizioni umilianti, degne delle fabbriche pechinesi.

Il tutto con il totale silenzio del governo, che guarda e approva.
 
Vediamo se adesso, operaio che hai votato lega o pdl, ti viene voglia di pensare. In gioco ci sono il tuo e il mio culo, non il loro, è chiaro adesso?

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