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Omicidio Sarah Scazzi: al via il processo per il delitto di Avetrana

È iniziato da poco più di due ore il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana strangolata il 26 agosto 2010 e ritrovata cadavere dentro un pozzo nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010.

La Corte d’Assise di Taranto, dove si celebra il processo, è presieduta da Cesarina Triunfo con il giudice a latere Fulvia Messerini, ed è composta da sei giudici popolari, cinque donne e un uomo. In aula, oltre alle due principali imputate, Sabrina Misseri e Cosima Serrano (accusate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere) è presente anche Michele Misseri, lo zio di Sarah, che ha preso posto accanto alle “gabbie” dove sono rinchiuse sua figlia Sabrina e sua moglie Cosima. 

Per lui l’accusa è di concorso in soppressione di cadavere e altri reati minori. In aula è presente anche Cosimo Cosma, nipote di Michele Misseri e anch’egli accusato di concorso in soppressione di cadavere. Gli imputati in tutto sono nove, cinque dunque gli assenti oggi: Carmine Misseri (fratello di Michele, accusato di concorso in soppressione di cadavere), l’avvocato Vito Russo (ex legale di Sabrina Misseri, accusato di favoreggiamento personale e intralcio alla giustizia), Antonio Colazzo (favoreggiamento personale), Cosima Prudenzano (favoreggiamento personale) e Giuseppe Nigro (favoreggiamento personale). 
 
Il comune di Avetrana si è costituito parte civile insieme alla madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo, al padre Giacomo Scazzi, al fratello Claudio Scazzi e all’ex badante rumena della famiglia Scazzi, Ecaterina Pantir. Su quest’ultima Sabrina Misseri aveva cercato di attirare i sospetti nei primi giorni dopo la scomparsa di Sarah. 
 
Dentro e fuori dal tribunale, orde di giornalisti e telecamere sono pronte a riprendere e raccontare tutte le fasi di quello che si preannuncia, suo malgrado, uno dei più grandi eventi mediatici di questo inizio anno. Ed è proprio su questo punto che si concentrano le prime battute in aula: le difese di Sabrina Misseri e Cosima Serrano si sono opposte alle riprese in aula (affidate alle telecamere di “Un giorno in pretura”, celebre programma di Rai 3) con la motivazione che “potrebbero nuocere al buon andamento del processo”. 
 
Di parere contrario i legali della famiglia Scazzi e anche Armando Amendolito, legale di Michele Misseri, che ha dato il suo consenso “per coerenza da parte del mio assistito”. Ricordiamo, infatti, che negli ultimi mesi, dopo il suo ritorno in libertà, Misseri è stato spesso ospite di trasmissioni televisive dove ha sempre ribadito la sua colpevolezza e l’innocenza di sua figlia e sua moglie. 
 
La Corte d’Assise in questo momento è riunita per deliberare sull’argomento.
 
(Valentina Magrin)
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