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Obama schiacciato dai grandi della sanità privata

 

Il presidente USA Obama già nella scintillante campagna elettorale aveva promesso agli USA una seria riforma sanitaria volta a garantire a tutti l’accesso alla sanità. Oggi i cittadini statunitensi senza assicurazione sono ufficialmente 47 milioni (dato governativo), anche se la recente crisi dovrebbe aver portato i non assicurati ad 80 milioni (dato presunto e non ufficiale).

Secondo Obama gli USA dovrebbero istituire un sistema sanitario, una sorta di assicurazione sanitaria pubblica, alternativa a quella privata. La scelta rimarrebbe comunque ai cittadini, pertanto i più abbienti potrebbero continuare a stipulare tranquillamente polizze private, mentre i non assicurati verrebbero coperti dall’ala protettrice dello Stato.

La proposta molto assennata e non lesiva degli interessi delle grandi compagnie assicuratrici e delle correlate associazioni mediche e farmaceutiche avrebbe dovuto essere accettata senza troppi indugi anche dai più conservatori, almeno secondo il principio del bene comune.

Purtroppo anche negli Stati Uniti il bene comune spesso finisce in secondo piano come il volere dei cittadini ed a farla da padrone è il mero interesse economico.

Nonostante Obama abbia cercato di preservare il più possibile il ruolo delle assicurazioni private, queste ritengono inaccettabile l’istituzione di una via parallela e pubblica a quella della sanità privata.

Lo strapotere  di vere e proprie corporazioni, assicurazioni, medici e case farmaceutiche, hanno costretto Obama ad attuare una brusca battuta d’arresto. Il Presidente non demorde ma il sentore è quello che ci sarà una dignitosa ritirata.

Al momento lo slogan “Yes We Can” è stato offuscato dal potere economico, solo il tempo potrà dirci se Obama avrà la forza di cambiare le cose o se invece sarà il sistema a cambiarlo. 

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