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Obama e la povera sinistra italiota

 

obama6.jpgBarack Obama ha vinto e sono contento. L’uomo può portare ad una svolta e sarà soprattutto la politica internazionale a farlo pesare ai nostri occhi, anche se in patria ha avuto un enorme successo a causa di gravi problemi interni. Non è certo un blog il posto su cui dare informazioni in merito alla vittoria di stanotte. La Repubblica o il Corriere hanno informazioni a non finire. C’è un po’ da riflettere, però, alla luce del voto americano, sulle cose di casa nostra. Partendo da Berlusconi. Ormai lo conosciamo. Ha dichiarato che con “Barack Obama crescerà l’amicizia con gli Stati Uniti”. Ma non era il miglior amico di Bush? Conosciamo il soggetto.

L’elezione del presidente americano dovrebbe invece far riflettere altri, soprattutto a sinistra del Pd. Tutti contenti, tutti in fila, Verdi e Rifondazione. Tutti contenti per il colore leggermente scuro della pelle di un uomo, tutti accodati. Ma, signori, è pur sempre un presidente degli Stati Uniti, è un uomo che ha confermato l’impegno in Afghanistan, è un uomo di Stato che potrà godere di ampie maggioranze. Tutti questi applausi stonano con la realtà italiana: a sinistra del Pd i distinguo stanno ammazzando partiti già sull’orlo del baratro, i distinguo per poche poltrone in passato hanno allontanato Veltroni dal resto di quell’insieme politico che vuole ancora chiamarsi sinistra ed è al centro di lotte fratricide incomprensibili. Tutti contenti per il nuovo presidente degli Stati Uniti. Tutti incapaci di far politica in casa loro.

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