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OGP 2012: come ti "apro" il governo

Il meeting brasiliano sull'Open Government ha tracciato il sentiero; adesso tocca all'Italia seguirlo e coltivarlo, per garantire maggiore trasparenza e partecipazione alla cosa pubblica.

Si è svolto la scorsa settimana - 17 e 18 aprile - a Brasilia il primo meeting dell'Open government Partnership, ovvero un progetto intergovernativo nato dal comune interesse di diversi Stati di modernizzare le amministrazioni e il rapporto tra esse e i cittadini. Oltre 50 le nazioni che hanno partecipato a questo incontro, e come italiani possiamo vantare di aver avuto come ottimo reporter Ernesto Belisario, avvocato amministrativista da sempre molto impegnato su questi temi. Lo stesso Belisario, ci fa sapere che mentre gli Usa potevano vantare sul segretario Clinton come delegato, ed altri importanti Paesi inviavano esponenti di spicco, in Brasile non era presente neanche un sottosegretario del governo nostrano.

Questo a testimonianza del celebre ritardo dell’Italia nel settore delle nuove tecnologie. Ritardo che dovrà necessariamente essere recuperato da qui alle prossime settimane, ovvero quando verrà finalmente presentata l’agenda digitale italiana (a proposito è stata aperta la consultazione pubblica, accessibile qui) e il governo dovrà tenere fede all’action plan presentato proprio al meeting brasiliano.

Ma questi adempimenti non sono la stessa cosa dei “compiti a casa” impartiti dall’Europa all’Italia (ed agli altri membri dell’euro), bensì un segno di apertura per i vari livelli di governo e nuove possibilità per la cittadinanza. Con l’uso delle nuove tecnologie, le amministrazioni potranno finalmente rendere più trasparente la propria azione, aprirsi al libero contributo di singoli ed associazioni, alle proposte dei cittadini. Sarebbe inoltre un grande schiaffo alla corruzione, perché tale tipo di reato avrebbe sicuramente più possibilità di essere scoperto e reso immediatamente di pubblico dominio; ma anche uno strepitoso strumento di lotta agli sprechi, un tentativo per eliminare le procedure inutili e le inefficienze che puntualmente si registrano negli enti locali.

Proprio così, l’open government, unitamente all’apertura dei database - Open Data - , è la nuova sfida che si presenta all’orizzonte per i governi; le informazioni che vengono rese accessibili e fruibili a tutti, con la possibilità di nuovi servizi, il fiorire di nuove startup che potrebbero creare valore aggiunto e favorire così l’occupazione, senza considerare una più ampia partecipazione di tutti gli interessati all’amministrazione dei propri territori, del proprio “bene comune”.

Anche a livello internazionale, insomma, la direzione sembra esser stata intrapresa; adesso tocca anche all’Italia mantenere la retta via ed incentivare queste pratiche innovative.

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