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Nuovo scontro: Politica-Magistratura

L'autorizzazione a procedere per un eventuale processo al ministro Salvini per le note questioni della Sea Watch ovvero il negare lo sbarco di tali migranti a bordo sta dividendo una delle forze della stessa coalizione di Governo ovvero il M5S.

Una divisione a cui non sarà facile porre un accordo per determinare quel voto di coerenza da sempre noto. Infatti, è nota da sempre, sin dagli albori della nascita di tale Movimento, la posizione giustizialista e non garantista, ancora nota è la conseutudine del M5S di votare a favore ad ogni richiesta di autorizzazione a procedere in passato nella scorsa legislatura, come nel caso del'ex Ministro vicepremier Alfano e del Leghista Calderoli.

La legge, nelle decisioni, ovvero nei fatti riguardanti parlamentari di Governo passato è sempre stata per tale Movimento uguale per tutti senza eccezioni di sorta, ed ora? 

La questione, sì delicata, assume rilevanza oltre che politica così anche di coerenza, una coerenza ad un modo di ragionare ed agire in contrasto con quella casta politica, cavallo di battaglia da sempre nelle campagne politiche .

Un cambio di linea sarebbe clamoroso e di rottura con le tesi da sempre sostenute, un cambio di linea potrebbe dimostrare incoerenza politica, in particolar modo ora che la questione riguarda quello stesso Movimento che Governa il paese alleato con la Lega. Un cambio di linea potrebbe mettere a rischio quella coalizione di Governo, anche se sembra ferma quella decisione di votare si per quell' autorizzazione a procedere.

Ci si chiede piuttosto la motivazione per la quale lo stesso ministro Salvini non decida né di farsi processare e rinunciare a quell'immunità parlamentare per una decisione che reputa giusta, decisione intrapresa nell'interesse della Nazione e presa in accordo con tutta la coalizione di Governo. Solleverebbe in questo modo anche da divisoni interne e decisioni che in tutti i casi potrebbero essere impopolari per quell'alleato di Governo.

L' estrema sicurezza verbale nota nelle decisioni politiche di un Ministro della Repubblica e sempre ostentata sui media, nelle intervist e nelle reti televisive sembra vacillare davanti a quella decisione della Magistratura che chiede un processo, un processo per un eventuale condanna. Ma se si chiede un processo si ipotizza necessariamente un reato.

 Tale decisione intrapresa unicamente, come è stato ribadito piu volte, nell interesse dello Stato e di quell'ordine pubblico come sempre reiterato, allora perché non sottoporsi a quel giudizio di quella Giustizia Ordinaria? 

Il ministro Salvini dovrebbe difendersi nel processo e non dal processo, come sostenuto da molti, nella piena convinzione a dimostrare che quei fatti che hanno condizionato un nuovo scontro tra politica e magistratura, erano necessari e imprescindibili nell'interesse della Nazione .

 

 

 

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