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Nucleare, stop del Governo: ci hanno spiazzati

A sorpresa il Governo ha bocciato tutte le leggi sul nucleare contenute nel decreto legge Omnibus in discussione al Senato. Una mossa che personalmente mi ha spiazzato, a cui non ero preparato.

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Recuperata la lucidità, mi tuffo in rete e guardo un po' i commenti: “Un trucco degno dei peggiori bari" commenta Angelo Bonelli, segretario dei Verdi "In pratica il Governo vuole solo superare il referendum, ottenere consenso politico e poi, riprovarci con più calma a riapprovare la legge nel prossimo autunno. Lo credo perché la motivazione data riferisce di approfondimenti scientifici inerenti le migliori tecnologie e la sicurezza. Stanno solo prendendo tempo eliminando il referendum".

Probabile. L'esito della consultazione imporrebbe uno stop sul tema per almeno 25 anni, invece così, se non si fa il referendum, anche il 14 giugno potrebbero posare la prima pietra.
 
Ma Stefano Leoni, presidente di WWF Italia, pensa che il referendum si farà lo stesso: "Ad una lettura piu’ approfondita l’emendamento di sospensione sine die del programma nucleare presentato al Senato ha le conseguenze di un’abrogazione delle disposizioni sottoposte a quesito referendario ma non del complesso di norme che hanno rilanciato il nucleare in Italia. Questo significa che in realta’ si dovrebbe andare in ogni caso alle urne. Il WWF chiede che il Governo abroghi senza se e senza ma le norme sul nucleare".
 
Per Bugnano, dell'IDV, lo stop alle centrali sarebbe solo un espediente per salvare il Legittimo Impedimento, altro tema dei quesiti del 12 giugno. Senza la spinta antinucleare (che dopo il disastro giapponese si è fatta molto pressante), il quorum diventa un sogno.
 
Ma sul piatto c'è anche il tema dell'acqua pubblica, forse meno d'impatto ma comunque importantissimo. Qualcuno ha anche ventilato un'ipotesi tutt'altro che remota: per risarcire la Francia e Areva della perdita di una così congrua commessa, ossia della costruzione delle centrali nucleari, si porterebbero i capitali su Veolia per assicurarle la privatizzazione dell’acqua. Lasciare le centrali nucleari nel limbo perciò, sarebbe un po’ come avere un asso nella manica: qualunque cosa accadrà il 12 e 13 giugno prossimi si garantisce, comunque ai francesi, il rispetto degli accordi economici.
 
Che il nucleare ci sia o no, al referendum del prossimo 12 giugno bisogna andare a votare, per salvare l'acqua dalle speculazioni (a Latina ci furono aumenti del 300%, ndr) e per ribadire che la Giustizia è Uguale per Tutti.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Adelchi (---.---.---.110) 21 aprile 2011 20:30

    Questa del governo è gente insidiosa e terribilmente falsa. Purtroppo è anche furba e credo che aspetterà il 2013 per riprendere il discorso sul nucleare. Se dovessero essere rieletti si sentiranno i padroni del mondo autorizzati a commettere qualunque nefandezza, riuscendo a superare perfino il limite oggi raggiunto. Dobbiamo fare di tutto per informare gli elettori, ognuno nel suo piccolo, trasmettere le proprie verità e fare in modo di sbarazzarci cei corrotti, dei venduti e dei mafiosi.

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